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Umanità Nova, numero 25 del 18 luglio 2004, Anno 84

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Palermo - Caricate le famiglie del Comitato di Lotta per la Casa
Nel pomeriggio di mercoledì 7 luglio, la protesta pacifica delle famiglie del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" è stata soffocata dalla Polizia a colpi di manganello.
Dopo uno sterile colloquio avuto in Prefettura nel corso del quale è stato proposto al Comitato di aspettare una quindicina di giorni per un ulteriore incontro, le famiglie hanno deciso di mettere in atto dei blocchi stradali per paralizzare il traffico cittadino.
I blocchi - concepiti per essere delle interruzioni "a singhiozzo" del traffico veicolare - sono cominciati dalla Via Maqueda, simbolicamente davanti l'Assessorato alla Casa.
Dopo venti minuti, il blocco è stato effettuato all'incrocio tra le vie Stabile e R.Settimo.
Infine, alle ore 18, le famiglie - supportate da compagn* e cittadin* solidali - hanno bloccato l'incrocio tra le vie Cavour e Settimo, all'altezza del Teatro Massimo.
A quel punto, più d'una decina di poliziotti (che già da un quarto d'ora avevano mostrato vistosi segni di nervosismo) hanno caricato a freddo i dimostranti con calci, pugni e manganellate. Sotto gli occhi impauriti e sbalorditi della cittadinanza palermitana si è consumata una scena di inaudita e ingiustificata ferocia: venti persone inermi sono state travolte dall'attacco poliziesco che non ha risparmiato neanche un bambino di otto anni. Pochi minuti dopo è giunta sul posto un'autoambulanza che ha trasportato il piccolo all'ospedale: adesso sta bene, ma l'ematoma sulla fronte è abbastanza visibile.
Il delirio si è protratto per più di un'ora: funzionari della Polizia e della Digos accampavano scuse meschine per giustificare l'accaduto arrivando a negare l'innegabile. Diverse le testimonianze di solidarietà da parte dei passanti, scandalizzati dall'accaduto. Al suo arrivo, una giornalista è stata strattonata da un poliziotto dopo aver estratto dalla sua borsa una macchina fotografica.
Insulti, intimidazioni e sistematiche negazioni dei fatti hanno costituito la strategia poliziesca per deresponsabilizzare gli agenti e intorbidire il clima.
Convocati in Prefettura, due rappresentanti del Comitato hanno riferito che il tavolo tecnico verrà riaperto all'inizio della prossima settimana.
Questa risposta repressiva - tanto ingiustificata quanto spropositata - è una chiara intimidazione nei confronti di donne e uomini che negli ultimi due anni hanno ottenuto ottimi risultati autorganizzandosi e autogestendo la loro lotta.
Venerdì 9 luglio il Comitato ha convocato un'assemblea pubblica per denunciare il fatto e per ribadire la propria volontà di continuare le lotte intraprese e - se possibile - estendere il fronte delle rivendicazioni anche ad altre famiglie che versano in gravi condizioni di precarietà.
Il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" è una realtà che a Palermo si è sempre distinta sia per la fermezza delle proteste che per l'assoluta trasparenza delle azioni rivendicative.
Se certi loschi figuri credono di poter spaventare la gente scagliandosi contro tutto e tutti - passeggini e bambini compresi - sappiano che queste persone non sono sole.
Nucleo "Giustizia e Libertà"
della Federazione Anarchica Siciliana

"Poco di buono" ad Abbiategrasso
Sabato 3 luglio, in piazza Marconi, nel pieno centro di Abbiategrasso, in provincia di Milano, si è tenuto un presidio di protesta organizzato dai ragazzi del Folletto 25603.
Il Folletto è una realtà autogestita ed autorganizzata da qualche tempo operante, proprio ad Abbiategrasso, in un vecchio casello ferroviario ottenuto in sub-comodato.
I ragazzi del Folletto cercano di animare la sonnacchiosa e grassa provincia della bassa milanese con iniziative di vario genere, dall'azione sociale e politica all'intervento culturale.
Ma il Potere non dorme, il Potere vigila e sa individuare chi può essere d'intralcio al suo solito procedere oppressivo e manipolatore.
Il Potere sa trovare i suoi servi fedeli e sa usarli accortamente.
Il Potere sa trovare i pretesti buoni e sa perseguire chi non si conforma al solito vivere servile.
I ragazzi del Folletto sono dunque stati individuati come pericolosi nemici del vivere civile a causa di una tettoia da loro costruita senza le dovute autorizzazioni.
È stato loro ordinato di abbattere il manufatto illecitamente costruito e sono stati aperti nei loro confronti un procedimento amministrativo e un procedimento penale per abuso edilizio.
Ad una settimana dalla scadenza dell'ultimatum per l'abbattimento dello "scempio" edilizio, sono arrivati pure tre avvisi di garanzia per resistenza a pubblico ufficiale: i ragazzi avrebbero "resistito", non si sa come, ad una signora agente della polizia locale.
Si tratta della stessa signora che ha avviato le azioni ostili nei confronti del Folletto e che considera i ragazzi che ne fanno parte come dei "poco di buono".
La vicenda resta aperta. I ragazzi del Folletto non hanno certo l'intenzione di cedere alle minacce del Potere, in questo caso incarnato dalle istituzioni locali (Comune e polizia municipale).
È per protestare contro tali goffi tentativi repressivi che è stato organizzato il presidio di sabato 3 luglio. Diversi ragazzi si sono ritrovati, nel corso del pomeriggio assolato, nella centralissima piazza Marconi. Alcuni manifestanti provenivano, a sostenere la giusta lotta dei "folletti", da Milano, da Novara, da Vigevano e da altri luoghi limitrofi. La musica ha attirato l'attenzione dei passanti distratti. Sono stati distribuiti volantini che illustrano le ragioni dei manifestanti. Si sono esibiti striscioni in cui si rivendica la propria qualità di "poco di buono" ed in cui ci si dichiara "pronti al peggio".
Tutto si è svolto in modo pacifico, senza cedere a provocazioni di alcun tipo (nei giorni precedenti si erano diffuse in città previsioni di chissà quali devastazioni).
Nella serata, poi, lo spettacolo teatrale organizzato dai ragazzi del Folletto sugli spalti del fossato che circonda il centro di Abbiategrasso.
Ai ragazzi del Folletto va tutta la solidarietà e il sostegno militante dei libertari e degli anarchici.
Mick

Milano: meno "Caritas" e più solidarietà
"Lo scorso 17 giugno la Cooperativa sociale Ce.A.S. (Centro Ambrosiano di solidarietà) ha improvvisamente comunicato la "sospensione", a partire dal prossimo 15 luglio, dei servizi della Comunità "Sole Blu" che si occupa dei minori in difficoltà, la maggior parte dei quali stranieri."
Come conseguenza di ciò 7 minori verranno affidati a non ben definiti "servizi sociali", mentre i lavoratori addetti verranno licenziati, con il seguente criterio: poiché 6 sono gli educatori addetti, di cui 3 con contratto indeterminato e 3 con contratto a termine (precari), verrebbero licenziati questi ultimi assieme ad altri cinque precari (contratti a termine) prelevati tra i lavoratori della cooperativa degli altri centri comunitari. Pertanto da 6 diventerebbero 8 i licenziati per effetto della "divina provvidenza".
"Inoltre il presidente ha comunicato che anche la comunità terapeutica di Cabiate, che si occupa di tossicodipendenti, è a rischio di chiusura."
Certo per una cooperativa di solidarietà (che fa parte dell'area della Caritas Ambrosiana) è proprio un bell'esempio di solidarietà applicata all'incontrario.
Adesso sta ai lavoratori organizzarsi in difesa dei propri diritti e solidarizzare con le categorie più deboli colpite, quale quella dei minori.
Si chiede di far girare la notizia e di sostenere le eventuali iniziative di mobilitazione che verranno messe in atto.
Chi volesse può contattare Alberto (lavoratore del Collettivo "Organizzazione Spazi Liberati") al 338-9025324 o/e inviare un fax di protesta e di solidarietà ai lavoratori direttamente agli indirizzi della cooperativa.
Il numero di fax è 02-26410209, indirizzato al presidente Giuseppe Massari.
Enrico
















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