Umanità Nova, numero 26 del 5 settembre 2004, Anno 84
Ad aprire le danze era stato l'ex-presidente della Repubblica nonché ex-ministro dell'Interno, Cossiga, con un'intervista sul giornale confindustriale Il Sole-24 Ore del 13 agosto scorso in cui aveva dichiarato: "Non credo che possano ormai esservi più dubbi sull'esistenza di un qualche collegamento tra ambienti dei movimenti e dell'estremismo antiamericano e pacifista italiano, con l'ormai accertata presenza di correnti anarco-sindacaliste, e l'estremismo islamico di cui il terrorismo è una delle espressioni".
In diversi avevamo quindi ironizzato su tale ennesima esternazione, ma il 26 agosto sull'argomento è tornato Pisanu, l'attuale ministro dell'Interno, affermando tra l'altro che ''Non mi sorprenderei se nel prossimo autunno anarco-insurrezionalisti, marxisti-leninisti, settori dell'autonomia operaia e del sindacalismo di base si rovesciassero sulle manifestazioni sindacali con il proposito più o meno concordato di deviarle dal loro naturale alveo democratico (…) vedo forze del sindacalismo e dell'autonomia operaia tutte tese a esasperare il confronto sociale e politico, soprattutto di fronte a un governo di centrodestra''.
Tra i bersagli principali degli estremisti Pisanu ha elencato nell'ordine: ''Le organizzazioni di lavoro interinale e quanti operano per la flessibilità del mercato del lavoro, accusati di alterare la fisionomia della classe operaia come classe rivoluzionaria; la Cisl (non dimentichiamo gli assalti alle sue sedi e le minacce esplicite a Savino Pezzotta); la Uil e infine la Cgil''.
Il messaggio quindi è divenuto chiaro, delineando in anticipo l'atteggiamento repressivo del governo nei confronti degli scioperi più o meno "selvaggi" e dei conflitti sociali, peraltro del tutto prevedibili nei prossimi mesi. D'altra parte qualcosa del genere avevamo già visto nei mesi scorsi durante la vertenza degli autoferrotranvieri e durante le lotte degli operai della Fiat di Melfi, definiti come "anarcoidi" dalle locali autorità del Ministero dell'Interno.
Il governo infatti, già debole per le proprie contraddizioni
interne, non può non temere una nuova ondata di agitazioni
sindacali e ulteriori episodi di insubordinazione sociale.
Assordante però anche il silenzio dei sindacati "concertativi"
ben lieti, evidentemente, di vedere preventivamente criminalizzati
l'autorganizzazione operaia, le lotte autonome dei lavoratori e tutto
il sindacalismo di base come espressione di frange estremiste e
filo-terroriste con la vocazione ad infiltrarsi nei cortei sindacali
per fomentare disordini.
Ci saremmo meravigliati del contrario.
ANTI