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Umanità Nova, numero 27 del 12 settembre 2004, Anno 84

Bossi-Fini
Gli abiti "nuovi" di una legge razzista



Alla fine, sulla Bossi-Fini, l'ha avuta vinta il ministro della giustizia Castelli, cioè la Lega Nord, che aveva dichiarato: "È inutile che il Viminale insista. Non accetteremo né escamotage né scorciatoie parlamentari" bocciando la proposta di affidare ai comuni la gestione dei permessi di soggiorno in quanto "troppo rischioso. Sappiamo quali sono gli atteggiamenti, soprattutto dei Comuni di sinistra" (…) Per questo proporrò il giudice di pace. Si potrebbero istituire sezioni che si occupino primariamente di questo, laddove ce n'è la necessità (…) Ci vuole coerenza. O li chiamiamo viaggi della speranza e accogliamo in Italia 100 milioni di persone. Oppure dobbiamo far rispettare le nostre leggi. Noi il coraggio della coerenza lo abbiamo. Gli altri spieghino ai loro elettori cosa intendono fare".

Il Consiglio dei Ministri del 3 settembre ha infatti deciso di attribuire ai giudici di pace il potere di decidere sui ricorsi contro i provvedimenti di espulsione, venendo in qualche modo incontro alle censure della Consulta che aveva messo pesantemente in discussione la legittimità costituzionale della Bossi-Fini.

Le nuove "regole" della Bossi-Fini decentrano anche la Commissione per l'istruttoria delle richieste di asilo politico, in atto operante a Roma. Vengono istituite 6 nuove sedi a Milano, Torino, Gorizia, Trapani, Foggia e Crotone. In attesa delle decisioni della Commissione, i clandestini resteranno detenuti nei Centri di identificazione.

Il cosiddetto "tagliando" a tale legge doveva comprendere, oltre ad un prolungamento a due anni del permesso di soggiorno, anche l'istituzione di centri d'internamento all'estero in base ad accordi di cooperazione internazionale. Ma proprio su quest'ultimo punto, discusso da Berlusconi e Pisanu in Libia con Gheddafi, e sostenuto dal commissario Ue Rocco Buttiglione, si erano registrate subito forti critiche in sede europea e quindi è stato stralciato.

Il governo ha quindi sostanzialmente confermato, nonostante i problemi derivanti dalla sua attuazione, le tante contraddizioni in seno alla sua stessa maggioranza e le critiche provenienti anche dai settori economici di riferimento, l'indirizzo discriminante e poliziesco della Bossi-Fini, che ormai sembra essere divenuto una sorta di totem intoccabile e indiscutibile per l'oltranzismo delle destre nazionali e padane.

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