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Umanità Nova, numero 27 del 12 settembre 2004, Anno 84

Menzogne a costo zero




L'ammissione di Bush e di Blair di aver diffuso notizie false circa la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq, ha avuto per i due personaggi praticamente un "costo zero". Altri capri espiatori hanno pagato per queste menzogne di Stato: un dirigente della BBC si è dovuto dimettere per aver accusato Blair di aver mentito; negli Stati Uniti, invece, si è celebrato uno dei soliti insolenti rituali pseudopuritani, costringendo il governatore del New Jersey a dimettersi per "aver mentito sulla sua bisessualità". Bush ha potuto anche riscuotere una sorta di premio personale, rimovendo il direttore della Cia e mettendo al suo posto un altro che gli è ancora più legato (da tener presente che non era stata la Cia a fornire le informazioni sulle armi di distruzione di massa, ma un altro organismo appositamente nominato da Bush, perché i rapporti Cia non erano stati ritenuti sufficientemente allarmati e allarmistici).

È il caso di domandarsi a questo punto come possa reggersi un meccanismo propagandistico così grossolanamente sproporzionato e contraddittorio.

La risposta può venirci indirettamente da una pubblicazione che vorrebbe presentarsi come esempio di editoria di opposizione. Ci riferiamo al libro "L'arcitaliano Ferrara Giuliano" di Pino Nicotri, della Caos Edizioni, in cui viene ricostruita la biografia di Giuliano Ferrara, e viene dato risalto ad una sua rivelazione di un anno fa su Il Foglio, in cui confessava di aver preso soldi dalla Cia nel 1986 per fornire informazioni su Craxi.

È ovvio che la "rivelazione" di Ferrara è ridicola. Si tratta chiaramente di un depistaggio basato sulla minimizzazione, cioè si confessa di aver lavorato per la Cia dal 1986, per coprire il fatto che in realtà si era da sempre lavorato per la Cia. Queste appartenenze ai servizi segreti non sono infatti l'effetto di adesioni e compravendite occasionali ed estemporanee, ma costituiscono eredità familiari. Il mitico PCI degli anni quaranta e cinquanta era infatti la Mecca degli infiltrati.

Invece il giornalista d'assalto Pino Nicotri che fa? Dà ampio risalto ad una dichiarazione di Claudio Martelli, in cui si afferma che negli Stati Uniti, tanto idolatrati da Giuliano Ferrara, un giornalista che ammettesse di aver lavorato per un servizio segreto straniero non potrebbe più esercitare la professione.

Ecco che ancora una volta è scattato quel meccanismo di cui avevamo detto all'inizio. Qualsiasi ammissione di menzogna venga fatta, questa poi non costa niente in termini di credibilità successiva. Ferrara può screditare se stesso ammettendo di aver lavorato per la Cia e tradito il suo benefattore Craxi, ma lo stesso Ferrara si riconferma credibile quando celebra gli Stati Uniti, in quanto in un grande paese come quello, un mascalzone come lui non potrebbe neanche metterci piede (questo almeno secondo l'opinione di Martelli e Nicotri).

Se andiamo quindi a vedere qual è il vero messaggio espresso da questa propaganda, ci accorgiamo che esso consiste nel ritenere gli americani credibili non perché non mentano mai, ma perché sono esseri ad un altro livello. La credibilità gli spetterebbe di diritto in virtù di questa superiorità su tutti gli altri.

Non a caso il libro di Nicotri ha come titolo "L'arcitaliano Ferrara Giuliano" non "il filoamericano Ferrara Giuliano". In altre parole, un individuo ripugnante di tal fatta ci viene offerto come esempio di genuina italianità, e non come il risultato dell'ingerenza di una superpotenza straniera e pseudoalleata.

In definitiva, ciò che consente al meccanismo propagandistico di funzionare, è proprio questa ambiguità della cosiddetta stampa di opposizione, la quale, in un contesto apparentemente critico, fa passare in continuazione, in modo strisciante e surrettizio, il messaggio che veramente conta, cioè la superiorità etnico-razziale degli americani sugli altri popoli.

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