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Umanità Nova, numero 29 del 26 settembre 2004, Anno 84

Anarchici, Al Queda e un confuso indovino
"Sinistri" teoremi. Fantastica archeologia del terrore su Le Monde Diplomatique




La delusione più cocente viene dal foglio che ospita, nel numero di settembre, l'infelice articolo "Ai tempi del terrorismo anarchico" di certo Rik Coolsaet, docente all'Università belga di Gand. In effetti "Le Monde Diplomatique" è una rivista solitamente ben documentata che affronta temi di portata mondiale, o regionale, con competenza e serietà. Anche se le sue analisi talora possono sembrare poco convincenti, non mancano quasi mai gli spunti utili per ulteriori riflessioni. L'edizione italiana, ridotta rispetto all'originale francese, è edita come supplemento a "Il Manifesto", organo importante dell'opposizione politica e culturale, per quanto talora intriso di veleno antianarchico. Va ricordato, ad ogni modo, che su LMD abbiamo avuto modo di apprezzare, qualche tempo fa, un paio di articoli indovinati sulla cultura e la storia dei libertari. Ora la stessa affidabilità della rivista appare clamorosamente messa in forse da un testo assai approssimativo, presuntuoso, infondato e stupidamente provocatorio.

Questo prof. Coolsaet è presentato come autore di un recente libro sul mito di Al Qaeda e probabilmente è esperto di temi mediorientali e islamici, ma di storia del pensiero e del movimento anarchico, a giudicare da questo scritto, capisce poco o nulla. E la sua ambizione di confrontare anarchici e "jihadisti" trovando grandi ed eclatanti similitudini è manifestamente incredibile, prima ancora che pesantemente calunniosa.

Quali sono le basi della spericolata tesi del buon Rik? Una serie di affermazioni banali, aprioristiche e del tutto arbitrarie. Così "l'America rappresenta per il terrorista 'jihadista' ciò che lo stato borghese incarnava per i suoi predecessori anarchici: il simbolo dell'arroganza e della potenza" e perciò "secondo questo punto di vista bin Laden è una specie di Ravachol del XXI secolo" e via farneticando… La straordinaria scoperta sarebbe che "per i suoi seguaci rappresenta anch'egli [bin Laden] il simbolo del 'soffio dell'odio e della resistenza'". Questa espressione semipoetica (che, a ben vedere, dice tutto e niente) è ricavata dall'unico libro sulla storia dell'anarchismo qui citato e, molto probabilmente, conosciuto: un'opera di V. Barbara Tuchman, L'autre avant-guerre.1890-1914, Plon, Paris 1967. Si noti che è un testo vecchio di quasi quarant'anni! O l'Università di Gand ha una biblioteca vecchietta e scadente o l'ineffabile Rik ha avuto tra le mani, casualmente, un volume recuperato su una bancarella mentre aspettava il bus…

Forse nella noiosa attesa alla fermata del bus, ha pensato che: "I 'jahidisti' sono comparabili ai terroristi anarchici" in quanto "si considerano l'avanguardia capace di sollevare le masse, mediante azioni spettacolari". Se il suo bus fosse arrivato con qualche minuto di ritardo, il geniale professore avrebbe potuto riflettere sul fatto che tale idea di avanguardia spetta ad un numero elevatissimo di movimenti storici, dai nichilisti russi ai repubblicani ai marxisti radicali. È vero che ogni tipo di sovversivo, più o meno "spettacolare", spera con le proprie azioni di innestare un processo rivoluzionario. Ma, ricordiamolo, la rivoluzione non si caratterizza per la violenza, bensì per la realizzazione di una società liberata dall'oppressione e dallo sfruttamento.

Il culmine della fantasia che si fa analisi storico-politico-ideologica, almeno per il prof. Rik, doveva essere dedicato all'11 settembre 2001. Così questa tragica data "si apparenta al 24 giugno 1894, all'interno del risveglio brutale che ha scosso l'intera comunità internazionale". Ora i duemilasettecento morti delle Torri Gemelle sono paragonabili al Presidente francese Sadi Carnet che, unico e solo, fu pugnalato da Sante Caserio? Cosa hanno di simile i due aerei lanciati contro il World Center con i venti centimetri di lama usata a Lione? E, soprattutto, un'azione contro un politico (ripeto uno), è comparabile con gli effetti dell'azione contro una massa di persone (tra l'altro in maggioranza addetti alle pulizie)? Sorge legittimo un dubbio: cosa aveva bevuto al bar prima di prendere il bus, il nostro docente?

Il pezzo forte dell'incredibile scritto deve ancora venire. Eccolo: "La somiglianza fra il terrorismo contemporaneo e il suo predecessore anarchico attiene soprattutto alla ragione di provenienza che li accomuna. In tutto il mondo i musulmani si sentono uniti da un unico sentimento di malessere e crisi". Quindi, se gli anarchici del passato erano uniti, in ogni paese, da questo sentimento di "malessere e crisi", ecco una prova formidabile della comunanza con i musulmani di oggi (ma tutti? Su questo sorvola il nostro esperto…). È difficile che si possa scrivere qualcosa di altrettanto lontano dalla ragione e dalla minima decenza culturale. Ancora una volta le acute osservazioni del luminare della scienza politica scivolano in una genericità davvero agghiacciante. Sorge il sospetto che un cattivo traduttore abbia stravolto il contenuto del testo in francese, oppure che sia stato scritto da un nemico accademico del prof. Coolsaet.

Come dicono gli avvocati tromboni quando devono accusare qualcuno, c'è dell'altro e di più. Si pensi che bin Laden (che ha radici anarchiche?) avrebbe invitato i seguaci ad abbattere con forza "i muri dell'oppressione e dell'umiliazione". Da ciò deduce il nostro genio: "Anche in questo caso la somiglianza con gli anarchici è impressionante…". Insomma da un generico linguaggio di lotta, ne deriverebbe un'ulteriore e definitiva conferma della tesi iniziale. Non ci sarà qualche minuscolo pre-giudizio, qualche leggerissima ostilità (mala leche, direbbero gli spagnoli) ad inficiare tutto il ragionamento?
La coda del pezzo consiste nell'immancabile previsione da ciarlatano (i chiromanti sono più seri: di solito ascoltano i clienti…). La Walt Disney non potrebbe far di meglio: "Esattamente come il suo predecessore anarchico, il terrorismo 'jihadista' scomparirà senza dubbio, affossato dalla propria violenza". Al docente indovino si può consigliare invece di provare, qualche volta, la sana abitudine al dubbio. 

Claudio Venza

PS. A proposito di similitudini, somiglianze, coincidenze,…
1. La mania di ritrovare nelle pagine della storia dell'anarchismo dei precedenti per gli atti di violenza indiscriminata attuale non considera l'evidente affinità del terrorismo con le violenze statali belliche, ad esempio i bombardamenti su popolazioni civili, giustificate come "interventi umanitari" e, caso mai, "danni collaterali".
2. È di questi giorni la singolare intervista rilasciata da José María Aznar sull'attentato dell'11 marzo a Madrid ("La Repubblica", 19 settembre). Malgrado l'evidente responsabilità di Al Qaeda, egli ripete con tranquillità che vi era una anche qualche complicità dell'ETA. Su quali basi logiche? Risponde questo genio: "Così come tutti i terrorismi sono uguali, tutti i terrorismi sono in qualche modo legati". E propone un avvincente filone di studi per qualche altro esperto storico-politico-ideologico…



















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