Umanità Nova, numero 29 del 26 settembre 2004, Anno 84
Il 13 settembre 2004 a Cuneo in un incidente muoiono un
capotreno ed una pendolare. L'incidente è avvenuto al bivio
Madonna dell'Olmo, dalle cronache dei giornali e da quanto dicono i
ferrovieri sembra che il macchinista abbia preso lo scambio del bivio
ad un velocità superiore rispetto a quella consentita.
In primo luogo va detto che, con appropriate tecnologie e
finanziamenti, basta pensare al sistema S.C.M.T. (sistema controllo
marcia treno, si tratta di boe di rilevamento messe in punti strategici
della linea ferroviaria che rivelano la velocità del treno,
richiamando il macchinista al rispetto dei limiti di velocità)
si può, nel caso, sopperire all'errore del macchinista.
In secondo luogo, è bene ricordare gli incidenti più recenti:
20 marzo 2004: a Stresa si scontrano due treni Euronight. Una donna muore, i feriti sono 37
16 maggio 2004: Sulla linea Genova Torino, tra Arquata e Serravalle, un treno interregionale esce dai binari, i feriti sono 28
18 agosto 2004: Sulla Porrentana muore folgorato un operaio di una ditta appaltatrice
Certo non è proprio un buon inizio questo per il nuovo
amministratore delegato del gruppo FS Catania. È evidente,
infatti, che raccoglie le conseguenze di quanto è stato fatto o,
meglio, non fatto dalla precedente gestione Cimoli - quel Cimoli che
sta gestendo la macellazione del trasporto aereo dopo aver dato prova
di sé in quella del trasporto su rotaia - in termini di
sicurezza del servizio e di difesa dell'integrità fisica dei
lavoratori e dei viaggiatori.
Crediamo, infatti, che una sola domanda abbia senso di fronte ad incidenti come quello di Cuneo: è stato fatto il necessario per limitare gli incidenti ferroviari? Riteniamo sia evidente che si è organizzato e si continua ad organizzare il servizio di trasporto ed il lavoro degli addetti sempre più al limite del rischio. Basta pensare a:
- La massiccia e continua diminuzione del personale (uno scambio ha ceduto - negli anni scorsi esisteva un controllo quotidiano fatto da dei lavoratori addetti a questo compito e specializzati oggi sostituiti da controlli fatti dopo lunghi periodi).
- La manutenzione è inefficiente quando non è assente in nome del raggiungimento dell'obiettivo della minor spesa possibile. Va anche detto che, trattandosi di treno del trasporto regionale, questi costi aggiuntivi si tende a scaricarli sulle società che, nei prossimi anni, gestiranno questo servizio.
Investimenti non utilizzati per la risoluzione dei problemi di salute e sicurezza ma per l'introduzione di tecnologie che, in genere, rispondono più all'obiettivo di diminuire l'impiego del personale che alla sua efficienza ed utilità sociale. Questo senza considerare l'obiettivo di mantenere uno stuolo di quadri/dirigenti addetti ad inutili commissioni di inchiesta.
Il tutto in un quadro di fondo che tende a considerare la salute dei lavoratori e la sicurezza del servizio solo da un punto di vista di "accadimenti percentuali", in altri termini: definiti statisticamente dei limiti al numero di incidenti "accettabili", ci si preoccupa solo se questi limiti vengono superati.
Insomma, per quanto riguarda l'incidente di Cuneo sia che il binario abbia ceduto o che ci siano stati errori da parte del macchinista o di un addetto alla stazione, il vero responsabile è Trenitalia. Oggi, infatti, la sicurezza del trasporto ferroviario è posto a rischio dalle scelte di riorganizzazione che le ferrovie stanno facendo ormai da anni. Secondo noi, di conseguenza, il trasporto su rotaia, come tutti i servizi sociali, va liberato dalle regole del profitto, a maggior ragione quando si tratta di servizi la cui erogazione dipende da buon funzionamento di un sistema generale estremamente complesso.
Si tratta di un terreno di scontro centrale, basta pensare alle misure che Trenitalia ha preso, pochi mesi addietro, contro i ferrovieri che hanno avuto il coraggio di denunciare la mancanza di misure di sicurezza, al silenzio colpevole dei sindacati istituzionali e dei partiti di opposizione, al difficile percorso di opposizione al degrado dei trasporti che i compagni impegnati nel settore con la solidarietà nostra e di pochi altri vanno sviluppando.
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