testata di Umanità Nova

Umanità Nova, numero 30 del 3 ottobre 2004, Anno 84

La sconfitta dei burocrati
Bologna: contro CPT, leggi razziste e precarietà




Cominciamo dalla fine. Il servizio d'ordine della CGIL smonta il palco in fretta e furia dopo essersi rubato il microfono. Poco prima la "scaletta" che avevano per l'ennesima volta tentato di imporre era saltata. Il loro "immigrato", il loro burocrate (della CISL), il loro "volontario" (delle Acli), erano stati sonoramente contestati parlando ad una platea di poche centinaia di persone mentre il grosso della manifestazione (3000 hanno detto i quotidiani locali) stazionava in via Indipendenza e rumoreggiava ai confini della piazza. Solo quando, dopo numerose interruzioni, si sono convinti a dare la parola al Coordinamento Migranti la piazza si è riempita e, in un silenzio "religioso", tutti hanno potuto sentire le parole del compagno senegalese che ha ricordato la manifestazione mattutina al CPT, la manifestazione contro Borghezio della settimana scorsa, i motivi della manifestazione pomeridiana (chiusura dei CPT, abolizioni delle leggi razziste, abolizione delle leggi che vogliono la precarizzazione del rapporto di lavoro). Per evitare la debacle definitiva, terminato l'intervento del delegato del Coordinamento, hanno sbaraccato in fretta e furia. Le cronache del 26 cercano di celare la realtà ma chi era in piazza (1000-1500 lavoratori e lavoratrici migranti della città e della provincia) ha perfettamente visto e compreso la partita.

Il senso della giornata del 25 settembre, a Bologna, è questo. Nonostante tutti gli sforzi che prefettura, questura, giunta comunale, sindacati confederali hanno messo in campo, il movimento di protesta ha debordato dai confini imposti.
Il Coordinamento Migranti di Bologna ha dimostrato di essere una realtà di massa e, contemporaneamente, di essere capace di travalicare i confini delle compatibilità legali e "democratiche" che le istituzioni vorrebbe imporgli.
Il movimento "antagonista" bolognese ha dimostrato una buona capacità di mobilitazione e una discreta capacità di espressione plurale, concentrando le azioni sugli obiettivi comuni senza voler riprodurre logiche di omologazione o di irregimentazione.
Nelle piccole cronache parziali che seguono, un sintetico rapporto sulle situazioni più significative.

Badilate di merda alla Croce Rossa
Nella prima mattina di sabato un gruppo di compagni ha reso visibile (con scritte e qualche badilata di merda) la complicità della Croce Rossa Italiana con le politiche di repressione. La CRI, infatti, gestisce il personale "civile" che permette il funzionamento del CPT di via Mattei e che (come segnalato su U.N.) è sotto inchiesta (inchiesta che la solerte magistratura bolognese non ha aperto di sua spontanea volontà ma dietro a "fatti delittuosi" compiuti durante un'altra manifestazione antirazzista) per la somministrazione di psicofarmaci ai reclusi per sedare le continue rivolte e, fortunatamente, le continue evasioni che si producono in questo come in tutti i lager di stato. Di fianco alla CRI sono sotto inchiesta agenti della questura di Bologna per le "squadrette" che sedano le rivolte con pestaggi e torture. Nulla di nuovo sotto il sole: nelle carceri "normali" trattamenti sanitari e interventi della polizia vanno sempre di pari passo. Questi "operatori" rendono i CPT sempre più uguali alle carceri.

Presidio al CPT
Intorno alle 12, si è svolto il presidio al CPT. La questura aveva fatto sapere, già nella serata di giovedì che non avrebbe tollerato "chiassate". Aveva anche imposto una zona di "rispetto" (la solita zona rossa) a 200 mt dai confini esterni del lager.
Mentre alcune centinaia di compagni si radunavano alla stazione della metropolitana "Roveri" (i quotidiani locali dicono 300), un drappello di anarchici stendeva uno striscione ai confini della zona rossa; subito si schierava la forza pubblica. Dopo poco giungeva il corteo; il cordone di polizia si apprestava a fronteggiare quando il corteo ha fatto una rapida deviazione e passando per i campi ha aggirato la forza pubblica. Nel giro di pochi minuti diverse centinaia di compagni erano davanti al cancello del CPT ed anche sulla via S. Vitale il cordone è ripiegato (per dar man forte alla truppa di fronte al cancello?). Per circa un'ora il CPT è stato presidiato sui confini esterni mentre all'interno diverse decine di reclusi rispondevano alla protesta con grida "libertà, libertà" e battitura delle grate. La solita delegazione di parlamentari della sinistra ha svolto la visita di rito che, come da manuale, non ha liberato nessuno ed anzi va detto che questi personaggi (Zanotti, De Simone, Cento) quando erano al governo e visitavano il CPT di via Mattei avevano da eccepire solo sul fatto che le grate erano "troppo fitte".

Uno sfratto violento e le ipocrisie della sinistra di governo
Per comprendere meglio come la sinistra di governo abbia "la faccia come il culo" rediamo cronaca di un "fatto minore"; uno di quei fatti quotidiani che difficilmente trovano spazio sulle nostre cronache (fino a quanto non stamperemo un quotidiano a 50 pagine). Ma un fatto significativo che ha permesso, per l'ennesima volta, di far comprendere al proletariato immigrato come "girano le cose".
Abbiamo più volte richiamato su U.N. la vertenza casa e spazi è aperta dal movimento bolognese e dalla componente immigrata; inoltre é del tutto aperta la questione dello scalo internazionale.

Lunedì scorso c'é stato uno dei ricorrenti interventi del Coordinamento all'interno del consiglio comunale (circa 70 compagne/i con in prima fila diversi/e anarchiche); alcuni abitanti un "centro di prima accoglienza" di via Terracini si erano visti notificare un decreto di sfratto esecutivo perché morosi (nei CPA si paga l'affitto, of course); uno degli obiettivi dell'azione di lunedì era proprio far ritirare lo sfratto; una delegazione del Coordinamento é stata ricevuta dal vice-sindaco Adriana Scaramuzzino che ha dichiarato: "revocheremo lo sfratto". Mercoledì mattina un pattuglione di poliziotti "municipali" si è presentato in via Terraccini per eseguire lo sfratto e lo ha eseguito in modo coatto: uno degli sfrattati é finito all'ospedale, un altro é stato portato in questura (in mutande, scalzo ma ammanettato). Immediata la protesta del Coordinamento Migranti e di molti compagni; nel pomeriggio un'altro presidio in comune (con una folta rappresentanza di Cub-Rdb); ricevuti da Cofferati in persona che non ha trovato meglio di dire "ci sono delle regole da rispettare, chi non paga l'affitto deve essere sfrattato, chi resiste allo sfratto compie un reato…" e altre amenità di questo genere. Per finire gli sfrattati sono ora ospiti (a spese del comune) in un albergo. Su questa vicenda, ovviamente, la CGIL si é schierata a fianco del suo ex-segretario che, tra l'altro (dietro alle proteste della Cub-Rdb) aveva proprio nelle scorse settimane confermato la "squadraccia" di pronto intervento dei vigili urbani che era stata istituita dal fascista (e complice degli assassini della Uno Bianca) Preziosa sotto la giunta Guazzaloca.

Insomma, non possiamo certo perdere la fede anarchica! Anche se vacillasse ci penserebbero questi stronzi a tenerla viva.

redb




















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