Umanità Nova, numero 32 del 17 ottobre 2004, Anno 84
Prosegue il giro di conferenze in
Italia della compagna israeliana di "Anarchici contro il Muro". Vi
proponiamo alcuni brevi resoconti di alcune delle iniziative.
Rimini
Nell'ambito del giro di conferenze della compagna israeliana Liad
Katorowicz di "Anarchici contro il Muro", si è svolto a Rimini
presso la Sala della Provincia, in corso d'Augusto domenica 3 ottobre,
un incontro aperto al pubblico.
All'interno dell'incontro, oltre alla testimonianza riportata da Liad,
è stato proiettato il video "All lies - Tutte bugie".
Considerevole l'accesso di pubblico - non solo "militante"... - e
l'interesse emerso anche durante il dibattito in seguito alla
testimonianza offerta. La drammaticità della repressione in
corso e la recrudescenza dell'apparato statale israeliano, sempre
più militarizzato e militarizzante, sono state rese - e svelate
- con estrema chiarezza e rigore, malgrado le difficoltà
linguistiche e comunque grazie anche al prezioso contributo di Ricke.
Non indifferente, anche, la lucida obiettività politica ed il
rigore con cui Liad ha descritto lo spessore anche metodologico - ed
espressamente anarchico - delle lotte che "Anarchist against the Wall"
sta intraprendendo, sottolineando in tal senso il valore di una
esperienza che non intende collocarsi nel solco delle lotte di
liberazione nazionali ma in quello delle lotte degli sfruttati in
genere, dal basso e pacifiche; soprattutto, con grande senso di
maturità, di lotte "accessibili ed a cui tutte e tutti, dai
bambini agli anziani, possano partecipare".
Pelle del Libertad
Imola
La serata dedicata agli "anarchici contro il muro" israeliani ha avuto
un ottimo successo. La sala dell'associazione multiculturale "Trama di
terre" era stracolma, più di 60 persone hanno ascoltato con
grande attenzione e fino a tarda ora l'interessante relazione della
compagna Liad. A determinare un afflusso così "inaspettato" di
partecipanti al dibattito, ha senz'altro avuto un suo ruolo, parallelo
alla propaganda fatta dagli anarchici, anche un ampio articolo di
presentazione apparso lunedì stesso sul quotidiano locale. Nel
corso dell'intervento di Liad sono stati messi in luce tutti i
caratteri dell'azione diretta esercitata dai compagni israeliani contro
la costruzione del muro nella west bank. Particolare interesse laddove
si è messo in risalto il carattere nonviolento della protesta
popolare e la volontà di riuscire a trovare i mezzi per far
partecipare tutta la popolazione, e non solo fasce ristrette di questa,
alle agitazioni. Dalle parole di Liad, tradotte con
"professionalità" da Riche, ci si è potuta fare un'idea
molto più precisa della questione israelo-palestinese, assai
più complessa e articolata di come la illustrano strumentalmente
i sostenitori di questa o quella "fazione". L'impressione che tutti i
presenti hanno potuto avere è che l'azione degli anarchici
israeliani, nella sua pratica nonviolenta ed estremamente
partecipativa, sembra dover essere l'unica alternativa alla violenza
quotidiana, così "utile e benvenuta" per tutti i centri di
potere di quell'area geografica, che rende sempre più difficile
l'esistenza della popolazione. Un lungo dibattito, animato dalle molte
domande del pubblico, ha permesso a Liad di affrontare con chiarezza
tutti i termini della questione. Al termine la proiezione del filmato.
l'incaricato
Trieste
Ieri sera anche Trieste ha ospitato l'incontro con la compagna
anarchica Liad di "Anarchists against the wall". La serata organizzata
dal Gruppo Anarchico Germinal in collaborazione con Salaam - Ragazzi
dell'Olivo ha visto la l'attenta partecipazione di una sessantina di
persone. Tutti i presenti hanno trovato molto interessante l'intervento
introduttivo della compagna accompagnato da significative diapositive
su ciò che è il muro dell'aparthaid e su come si stanno
sviluppando le lotte congiunte di israeliani e palestinesi contro di
esso.
Particolarmente importante per i compagni israeliani è la
costruzione di relazioni dirette e stabili con i palestinesi, relazioni
che permettono piano piano di abbattere il muro di diffidenza e odio
fra le due popolazione e che sono la base per le azioni comuni.
Molte le domande rivolte a Liad prima della proiezione del coinvolgente
video da loro prodotto che mostra il ferimento del compagno Gil durante
una della azioni lo scorso anno e tutto il can can mediatico che ne
è seguito in Israele.
Soddisfacente anche la sottoscrizione raccolta durante la serata per
contribuire alle spese processuali che i compagni di Anarchici contro
il muro devono affrontare per la ventina di processi che li vedono
imputati.
Da segnalare infine il totale (ma non casuale) boicottaggio che il
quotidiano locale ha fatto dell'iniziativa impedendo così che
ancora più persone partecipassero all'iniziativa.
Un compagno presente
Pordenone
A Pordenone, presso la saletta dell'ex-convento di S.Francesco,
s'è svolto il preannunciato incontro con la compagna anarchica
Liad di "Anarchists against the wall" organizzato dal Circolo
libertario E. Zapata.
Buona la partecipazione di oltre sessanta persone che hanno riempito la
sala.
L'intervento della compagna ha dato un significativo affresco della
situazione israelo-palestinese focalizzandosi sul muro dell'apartheid e
su come si stanno sviluppando le lotte congiunte, che li vede
protagonisti, di israeliani e palestinesi contro la sua costruzione.
Dopo una corposa e dettagliata introduzione s'è proiettato il
video (da loro autoprodotto) che mostra il ferimento del compagno Gil
durante una della azioni lo scorso anno con tutte le conseguenze sul
piano mediatico (tv e giornali) che ne sono conseguite e che hanno
suscitato scandalo ma anche sollevato contraddizioni nella
società israeliana.
Subito dopo il video la compagna ha concluso la sua relazione
raccontando del suo gruppo, dell'anarchismo in Israele e delle
prospettive delle azioni dirette che compiono, ne è seguito un
interessato dibattito che ha saputo anche mettere a confronto
esperienze diverse, innescando riflessioni e opinioni tra il pubblico.
Il boicottaggio che i quotidiani locali (il Gazzettino e il Messaggero)
hanno fatto dell'iniziativa la dice lunga sull'importanza di
un'iniziativa come questa e di come esperienze simili smuovano le
stagnose acque dell'informazione "ufficiale". Nonostante tutto la
volontà di capire di molti e la massiccia e capillare
pubblicità fatta tappezzando i muri della città hanno
avuto la meglio sulla censura.
L'incaricato
Milano
Giovedì 7 ottobre presso i locali dell' Ateneo Libertario di
Milano Liad Kantorowicz compagna israeliana del gruppo "Anarchists
against the wall" ha tenuto un interessante dibattito sulla situazione
dei diritti negati dei palestinesi e i tentativi di organizzare
relazioni umane e di lotta comune contro il dominio del potere
israeliano. Israeliani e palestinesi contro lo stesso nemico: quello
che vuole mettere muri e barriere e che mantiene il potere con metodi
che definire criminali è un eufemismo.
Liad ed il suo gruppo sono riusciti a creare momenti importanti di
aggregazione con pezzi di popolazione palestinese e rompere barriere
alle volte più dure dei muri, quelle culturali e politiche.
Il racconto è coadiuvato da un interessante video girato dai
compagni di A.a.t.w. che documenta il grave ferimento di un compagno,
durante un'azione diretta contro i cancelli del muro, ad opera di
soldati israeliani che avevano sparato ad altezza d'uomo .
Al dibattito, che è stato molto vivace, hanno partecipato circa
70 persone.
I compagni della FAM ringraziano Liad della disponibilità e la
pazienza per la fatica fatta girando come una trottola per tutt'Italia
da oltre 20 giorni.
A.D.
Torino
Oltre un centinaio le persone che hanno partecipato alla serata
organizzata dalla Federazione Anarchica Torinese in occasione del giro
di conferenze di "Anarchici contro il muro". Erano presenti, oltre a
numerosi anarchici, esponenti della comunità ebraica e di quella
palestinese, persone impegnate in progetti di solidarietà e
semplici curiosi di un'esperienza per molti versi originale. Il
pubblico, attento e partecipe, ha mostrato vivo interesse sia
all'esposizione sia al video ed è intervenuto con interesse al
dibattito, ponendo domande sulla situazione politica e sociale in
Israele e nei Territori, sul ruolo dei sindacati, sulla capacità
di coinvolgere la società civile sia in Israele che in
Cisgiordania, sulle prospettive della lotta, sulla difficoltà a
superare le barriere dell'odio e della diffidenza.
Non possiamo che augurarci che i compagni israeliani riescano a
radicarsi nel tessuto sociale, perché l'azione diretta, il
metodo assembleare, la costruzione dal basso di un'alternativa alla
guerra, all'odio ed al razzismo aprono la speranza che sia possibile
porre un argine alla barbarie. Che sia possibile costruire ponti ed
abbattere i muri.
F. B.
Cuneo
La sera del 9 ottobre le 40 cadreghe sistemate nella sede provinciale
dei Cobas erano piene e la gente era in piedi sul marciapiede e
nell'altra stanza, insomma in termini numerici è andata
più che bene per una città fredda come Cuneo, e per un
sabato sera con auto e musica per le strade.
Evidentemente quei 70, 80 dice Marco, erano lì proprio
perché convinti di esserci ed interessati all'argomento.
Era la prima volta che dall'interno di Israele si portava testimonianza
di una opposizione radicale al muro di Sharon, al razzismo
dell'esercito d'occupazione e allo stato di estrema rassegnazione che
ha colpito perfino la storica sinistra laburista e socialista
d'Israele. Liad ha parlato con pacatezza, seguendo un filo logico che
parte non da presupposti ideologici o politici, ma profondamente umani:
la libertà di ogni uomo o donna di muoversi, di incontrarsi, di
stare bene, di non doversi sacrificare alla ragion di stato dell'uno o
dell'altro. Liad e gli altri suoi compagni si rendevano conto di essere
fortunati a vivere in Israele e, nello stesso tempo, di essere
considerati, in quanto israeliani, oppressori. Nessuno di essi ha posti
di blocco militari, nessuno subisce quello che subiscono i palestinesi
e questa loro libertà di muoversi poteva essere messa a
disposizione di una lotta con un obiettivo concreto, possibile,
visibile e comune: il muro dell'apartheid che non ha alcuno scopo di
difesa, visto che non segue i confini del 1967, ma ha scopi unicamente
politici, di acquisizione di terre e di rendere impossibile la
costruzione di un focolare nazionale palestinese in Cisgiordania. La
scelta nonviolenta permette la condivisione con gente araba comune e
consente di attutire l'impatto estremamente violento con l'esercito, il
video che Liad ha trasmesso è stato chiarissimo nel definire
visivamente da che parte sta la violenza di una occupazione, senza
bisogno di ulteriori parole.
Vittime della guerra sono i giovani in Israele che non si sentono
sicuri, che nella paura e nel rifiuto di pensare votano a destra e
giustificano l'ingiustificabile, così come i giovani e le donne
palestinesi che in uno stato di guerra non hanno possibilità di
parole diverse da quelle dei loro capi di Hamas o dell'ANP, seppure
tutti sanno che è mafia, gerarchia, maschilismo sia laico che
religioso, uomini che non lavorano e non possono comandare fuori,
comandano in casa, sulle donne e sui figli , tutto è assorbito
dalla guerra. Il lavoro anarchico per Liad è sopratutto di
azione culturale, di comportamento, che deve sfociare in azione
diretta, significativa, non importa se vincente e produttiva, con le
sole mani e isolati non si abbatte il muro, ma si dà un segno
forte di contraddizione e si incontrano i cosiddetti nemici, i
palestinesi. "Fa bene a noi israeliani vedere i territori e incontrare
lì gli arabi, e fa bene a loro vedere che israeliani sono
persone e non solo soldati e oppressori " Questa, diretta e condivisa,
è la unica possibile, via di pace.
La discussione seguita ha mantenuto il livello umano e propositivo che
aveva aperto la serata.
FAI di Cuneo Antonio Lombardo <alombar@libero.it>