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Umanità Nova, numero 32 del 17 ottobre 2004, Anno 84

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L'Aquila contro la riforma Moratti
Dopo settimane di incontri e dibattiti, svolti soprattutto tra docenti e studenti universitari, per iniziativa del Collettivo Studentesco Indipendente, Laboratorio Politico e studenti universitari libertari, l'8 ottobre si svolta una manifestazione conto i piani della riforma Moratti. Per l'occasione si sono stretti in corteo studenti di scuole superiori e universitari, ricercatori, lavoratori e disoccupati. Hanno aderito i Giovani Comunisti. L'obbiettivo della giornata era quello di coinvolgere, giustamente, tutte le diversità attaccate quotidianamente dalle disastrose scelte di un governo guerrafondaio e classista. L'agitazione e la lotta va estesa su tutti fronti: i privilegi alle scuole private ai danni delle pubbliche, la ridefinizione dei programmi scolastici, lo spettro sempre più vicino di una istruzione diversificata in base al reddito, rientrano perfettamente all'interno di un unico disegno che, dalla scuola primaria alla pensione, penalizza le classi meno fortunate. Esiste un filo conduttore tra il susseguirsi delle fasce d'età che, se non immediatamente spezzato, condurrà ad un prossimo futuro in cui la società mondiale sarà costretta a muoversi in un sistema assai più marcato di autorità e obbedienza, di superiorità e inferiorità, di diritti e doveri, di privilegi e restrizioni. Si evidenzieranno ancora di più le differenze d'età, di sesso, di modo di lavorare, di livello di conoscenze, di tendenze intellettuali, artistiche, affettive, di apparenza. L'agitazione contro la nuova riforma scolastica non deve essere fine a se stessa. La lotta contro disagio creato nelle scuole elementari non deve essere diversa e distaccata da quella dei ricercatori universitari. Così come l'opposizione ai tagli previsti sulla sanità e sulle pensioni non può essere che accompagnata dalle mobilitazioni per i diritti al lavoro, al salario e alla casa.
Questo è stato il senso della manifestazione e deve trasformarsi in impegno sia per la crescita collettiva di un vasto movimento antiautoritario ed autorganizzato, sia per il bisogno di focalizzare le lotte sociali contro un unico obiettivo. Bisogna andare oltre i luoghi comuni e concentrare le forze: le fasi che legano il mondo della scuola al mondo del lavoro alla pensione devono essere accompagnate da un unico imperativo: diritti umani! Da ottenere con qualunque mezzo a disposizione ritenuto necessario. L'istruzione pubblica viene ripetutamente distrutta e screditata rispetto a quella privata così come le fabbriche continuano a chiudere per volontà degli imprenditori. Il "mercato dell'istruzione", accentuerà sin dalla tenera età le divergenze e gli interessi di sfruttati e sfruttatori. La lotta degli studenti contro questa riforma è lotta contro il governo, contro il capitalismo, per la pace, l'abolizione delle classi sociali, la solidarietà. Sembra inutile ricordarlo, ma cosa ci si può aspettare da un governo capitalista retto direttamente dagli esponenti più in vista del capitalismo italiano e mondiale?
Per la cronaca non hanno aderito alla manifestazione i partiti di centrosinistra, l'unione degli Studenti, e quei ricercatori per cui il rinnovo del contratto non è un diritto sociale da difendere e riconquistare ma una "questione privata".
Edoardo

Venezia: verso il vertice NATO
I preparativi per la 50ª assemblea parlamentare Nato di novembre (dal 12 al 16) al Lido di Venezia -le precedenti edizioni italiane si sono tenute nel 1995 a Torino e nel 1989 a Roma - vanno avanti speditamente, così come quelli delle opposizioni antiguerra. La stampa locale annuncia l'arrivo di circa 1.500 tra delegati e i cosiddetti staff (ma anche rappresentanti dell'industria, esperti, giornalisti e funzionari vari), protetti da un sistema di sicurezza con almeno 6.500 agenti delle forze dell'ordine. Un totale di 8 mila persone al Lido per la conferenza dei parlamentari dei Paesi aderenti alla Nato: una media di un poliziotto ogni tre residenti. Un Lido blindato per dieci giorni, con posti di blocco e controlli in piazzale Santa Maria Elisabetta, agli imbarcaderi e in tutte le vie d'accesso all'isola che sarà tutta Zona Rossa. L'assemblea riempirà gli alberghi del Lido, ma anche molti a Venezia, per la felicità degli albergatori a cinque stelle, considerato anche il periodo di "bassa stagione" per i flussi turistici.
Il summit si svolgerà presso il Polo Congressuale del Lido, comprendente il Palazzo del Cinema, il Palazzo del Casinò e il PalaGalileo, per un totale di 4.000 posti, gestito da Venice Convention, una società voluta dal Comune di Venezia (centrosinistra) con una partnership pubblica-privata tra Comune, Biennale, Casinò e Promovenezia.
Tale diretto coinvolgimento dell'amministrazione comunale non ha mancato di suscitare polemiche tra i diversi partiti (Ds, Margherita, Verdi, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani) che fanno parte e sostengono la giunta Costa, offrendo uno spettacolo sicuramente poco edificante, ma che la dice lunga sulla catena di interessi economici e politici che si intrecciano dietro le quinte della passerella Nato al Lido.
Per cercare di mediare con l'area pacifista, il Comune e l'organizzazione stanno cercando di concordare forme di dialogo e partecipazione all'assemblea Nato, in nome dell'apertura ai no-global.
Intanto, per fortuna, le diverse componenti del movimento contro la guerra (pacifisti, non violenti, antimperialisti, disobbedienti, anarchici…) preparano le loro iniziative a Mestre, a Venezia e un po' ovunque nel Veneto.
Red VE

Immigrati: soggiorno subito!
A Roma, dopo una manifestazione per protestare del Comitato Immigrati contro i gravi danni provocati dai tempi lunghi per il rinnovo del permesso di soggiorno, è stato messo in atto uno sciopero della fame da parte di alcuni immigrati, che si è protratto per 10 giorni.
A sostegno di tale lotta a Milano, come in altre città italiane, è stato indetto un presidio di protesta nelle giornate del 7-9 e 10 ottobre in piazza San Babila. In tale occasione oltre a gridare con megafoni ed altoparlanti contro la legge razzista Bossi-Fini (e della precedente Turco-Napolitano) si è continuata la raccolta di firme già intrapresa da un po' di tempo a sostegno della vertenza per l'immediato rinnovo dei permessi di soggiorno. Nell'assemblea che si teneva in occasione del presidio del 10 ottobre, mentre si concludeva lo sciopero della fame iniziato a Roma, il Comitato Immigrati decideva di continuare la protesta iniziando uno sciopero della fame a Milano, con base logistica in piazza 24 maggio, presso il circolo Arci. Iniziano lo sciopero tre immigrati, Bogdan (Associazione multietnica 2001), Edda, Paco (Associazione Todo Cambia) e Emanuele (Arci).
È stato precisato che sebbene il primo l'obbiettivo sia il rinnovo "immediato" dei permessi di soggiorno ed il riesame dei permessi rigettati dall'ultima sanatoria, deve essere una protesta anche contro le espulsioni di massa che il governo sta attuando, per il diritto d'asilo politico, contro il lavoro nero, per l'abolizione della Bossi-Fini senza il ritorno alla Turco-Napolitano, per la chiusura dei centri di detenzione (CPT).
Il 16 ottobre è stata indetta una manifestazione cittadina di protesta.
Enrico

Teulada: bloccata per sei giorni la NATO
La più importante esercitazione Nato, prevista al poligono di Teulada (Sardegna sud occidentale) nel 2004, è stata bloccata per 6 giorni consecutivi da un centinaio di pescatori della zona.
È dal novembre 2003 che i pescatori di Teulada e S.Anna Arresi disturbano le manovre militari, occupando le acque del poligono e subendo ogni genere di minacce e intimidazioni, sino ai tiri di artiglieria che i militari, "per errore", qualche mese fa hanno fatto cadere a poche centinaia di metri dalle loro imbarcazioni.
Oltre mezzo secolo di attività del poligono hanno provocato un impressionante accumulo di ordigni inesplosi e di agenti inquinanti di ogni tipo, al punto che, di recente, è stata decretata l'inagibilità assoluta di tutto il territorio circostante. I pescatori reclamano la riduzione delle esercitazioni, la bonifica dell'area e un congruo indennizzo per i danni subiti, ma questo è proprio ciò che i militari non sono disposti a concedere. Ed è così che i generali di undici paesi Nato, a capo di cinquemila uomini, dall'alto delle loro imponenti navi da guerra, hanno trascorso 6 giorni a osservare un manipolo di pescherecci che occupavano, giorno e notte, le acque del loro poligono.
Sabato mattina il sottosegretario alla difesa Cicu, che aveva sempre negato ogni tipo di incontro e di riconoscimento ufficiale ai lavoratori in lotta, si è affrettato ad raggiungere gli occupanti, a bordo di una motovedetta, per invitarli a Roma a un tavolo di trattative, promettendo concessioni su tutti i temi di rivendicazione, comprese la bonifica e la riduzione delle servitù militari.
In seguito a queste promesse l'occupazione è stata momentaneamente interrotta. Cicu è quindi rientrato in porto protetto da un imponente spiegamento di polizia e accolto da insulti e fischi dai manifestanti che si erano radunati sulle panchine in solidarietà con i pescatori in lotta.
M. S. M.






















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