Umanità Nova, numero 32 del 17 ottobre 2004, Anno 84
A Lampedusa, nei giorni scorsi, è accaduto il peggio.
Il governo italiano ha pianificato, organizzato e messo in atto una
serie di deportazioni di massa per "svuotare" rapidamente il Centro di
Permanenza Temporanea dell'isola.
Centinaia e centinaia di immigrati sono stati letteralmente deportati
in Libia, con pratiche e metodi che ricordano i periodi più bui
della storia europea. Siamo tornati ad una situazione in cui lo Stato
dichiara guerra a chi è diverso, indesiderabile, indifeso.
Nel silenzio assordante di TV e giornali – troppo abituati a riportare
le veline delle questure o le ipocrite dichiarazioni del ministro
Pisanu – si è consumato un dramma collettivo con sistematiche e
prolungate violazioni dei diritti umani e civili.
Alcune/i attiviste/i della Rete Antirazzista Siciliana si sono
personalmente recate/i a Lampedusa per vedere da vicino l'orrore e
comunicarlo all'esterno.
Il Centro di Permanenza Temporanea (CPT) di Lampedusa è un lager
a tutti gli effetti: gli immigrati vengono ammassati in gran numero
all'interno di inospitali container. Dormono per terra, nella
sporcizia, senza suppellettili di nessun tipo. Le condizioni igieniche
dei cortili esterni sono allucinanti: cataste di spazzatura, odore e
puzza nauseabondi, bagni senza porte, escrementi e urine ovunque.
Gli immigrati vengono tenuti in condizioni subumane, e anche dal punto
di vista giuridico non viene rispettata nessuna delle procedure
obbligatorie per chi arriva nel nostro Paese.
A nessuno viene chiesto se intende inoltrare domanda di asilo politico,
a nessuno viene fornita assistenza medica o legale. Le delegazioni di
militanti e parlamentari che hanno fatto ingresso nel CPT hanno
appurato che fra i trattenuti vi sono anche minorenni, e un minorenne
non può – per legge – stare rinchiuso lì.
Le deportazioni sono avvenute in modo agghiacciante: gruppi di
trenta/quaranta uomini messi faccia al muro, ammanettati con lacci di
plastica, lasciati in attesa sotto il sole cocente, senza che nessuno
li informasse sul loro destino.
Infine, quattro e più aerei cargo militari C-130 sui quali le
persone vengono condotte sotto la vigile scorta di carabinieri, polizia
e personale dell'associazione "Misericordia" di Palermo.
La Misericordia di Palermo gestisce il lager di Lampedusa: responsabili
e operatori di questa associazione sono in tutto e per tutto esecutori
e complici di questo scempio.
Nel CPT di Lampedusa non c'è né accoglienza né
assistenza.
La Misericordia di Palermo collabora attivamente nelle procedure di
imbarco e deportazione di centinaia di esseri umani.
È una vergogna che va' denunciata a chiare lettere: non è
tollerabile che certi soggetti continuino a spacciarsi per operatori di
volontariato che fanno del bene al prossimo.
Tutti i Centri di detenzione per immigrati sono dei lager,
poiché rispondono all'esigenza di trattenere e imprigionare
cittadini di altri paesi che non hanno i documenti in regola.
E a Lampedusa abbiamo visto con i nostri occhi cose che non possono
essere taciute.
Gli accordi che il governo italiano ha stipulato col governo libico
servono a questo: in cambio di soldi, armi e addestramento della
polizia libica, Gheddafi si preoccuperà di accogliere
"adeguatamente" gli immigrati che arrivano in Italia. È per
questo che la gente viene deportata in Libia, ed è così
che gli affari tra potenti vengono stipulati sulla pelle di chi non ha
nessuna voce.
Rete Antirazzista Siciliana