Umanità Nova, numero 33 del 24 ottobre 2004, Anno 84
In occasione delle elezioni americane, i media d'oltreoceano rintronano
sempre più di frequente gli elettori con i duelli tv fra un
presidente guerrafondaio e uno sfidante talmente "pacifista" da essersi
vantato di aver ucciso in guerra più gente lui che tutto lo
staff avversario.
Nel frattempo, l'FBI ordina un'operazione liberticida a livello
internazionale che segna un salto di qualità nella repressione
del dissenso e deve far scattare doverosi campanelli d'allarme.
La chiusura, con sequestro di materiali, dei server di Indymedia di
mezzo mondo, non è solo il tentativo di mettere a tacere una
voce scomoda, indipendente, di un network che da sempre dà
spazio alle istanze della sinistra non istituzionale e dei movimenti.
È un vero e proprio attacco alla libertà di stampa, di
espressione, di trasmissione delle informazioni e del sapere, alla
libertà in generale di comunicare dissenso.
Il quadro si fa sempre più fosco, perché se tutti conosciamo la "dottrina della paura" applicata dal governo americano dopo l'11 settembre, ed il conseguente restringimento degli stessi ambiti "democratici" e dello stesso "stato di diritto", questi eventi arrivano a ricordarci di nuovo che siamo in guerra, ed in guerra ai governi servono la censura e la repressione del dissenso. A ricordarci che non è solo un problema del "Patriot Act", ma una tendenza diffusa in tutti i Paesi cosiddetti "democratici"; fin troppo evidente il coinvolgimento, nonché il plauso, del governo italiano nei confronti dell'infame provvedimento.
La Commissione di Corrispondenza della FAI, nell'esprimere la propria solidarietà ai redattori di Indymedia, protesta contro questo ennesimo attacco alla libertà di opinione, invitando tutti i libertari, e in generale tutti coloro che credono nella costruzione di un mondo più equo, a vigilare, tenendo alta l'attenzione e la mobilitazione. Perché la storia ci ha insegnato che la reazione, se può agire indisturbata, cresce: dal chiuderti temporaneamente la bocca a fare di molto peggio il passo è breve.
Invitiamo altresì tutti i produttori di informazione libera, dal network internazionale fino al militante che fotocopia due volantini, a difendere la libertà di espressione nella maniera migliore possibile: continuando a praticarla quotidianamente.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
http://italy.indymedia.org/news/2004/10/662178.php