Umanità Nova, numero 38 del 28 novembre 2004, Anno 84
Che lo sciopero generale d'autunno contro, in particolare, la legge
finanziaria abbia dei caratteri, per certi versi, rituali è
evidente.
D'altronde anche il movimento sindacale ha i suoi riti, i suoi momenti
identitari nei quali afferma le proprie posizioni generali e sarebbe
sciocco negarlo.
Per dirla tutta, dopo le giravolte giornalistiche d'estate su un
autunno caldo che, ad oggi, non si è visto, il clima comincia,
se non a scaldarsi, ad intiepidirsi.
Lo scontro, per la verità, viene determinato più dal
governo che dai lavoratori e le stesse operazioni che il governo compie
sembrano dettate più da valutazioni contingenti su cosa serva
alla visibilità del capo del partito di maggioranza relativa che
dall'esistenza di un qualsiasi progetto politico.
In concreto, dopo aver abbozzato sul taglio delle tasse, il nostro buon
Berlusconi decide che questo taglio s'ha da fare costi quel che costi.
E, visto che i costi li pagano sempre gli stessi, il suo Siniscalco ha
già ipotizzato blocchi dei contratti del settore pubblico e
tagli dell'organico.
Naturalmente, quando si parla di taglio delle tasse, a nessuno viene in
mente il recupero del fiscal drag e la detassazione sui beni di largo
consumo, le tasse da ridurre sono quelle dei ceti medio alti mentre i
servizi e i redditi da tagliare sono quelli dei redditi medio bassi.
In fondo, direbbe qualcuno, tutto si tiene, si taglia da una parte e si recupera dall'altra.
Ma, visto che non si tratta di una burla, le forzature del governo
stanno determinando una focalizzazione delle tensioni sociali.
Già il 20 ottobre la CUB aveva indetto, in collaborazione con l'USI AIT, uno sciopero generale per il 3 dicembre.
Lo sciopero del 3 dicembre si caratterizza su tre gruppi di obiettivi:
- l'opposizione alla guerra, alla legge Bossi Fini, al liberismo ed
alla concertazione. A questo livello si tratta di sciopero politico in
senso proprio e stretto;
- per i salari europei, la scala mobile per salari e pensioni, contro
la legge finanziaria e lo scippo del tfr. In altri termini viene posta
al centro la questione salariale;
- contro il pacchetto Treu e la legge 30, per lavoro stabile, per la
difesa dei servizi sociali. In sostanza si pone avanti la richiesta di
una serie di diritti sociali.
Si tratta di una piattaforma che, senza essere in alcun modo rivoluzionaria, si caratterizza su contenuti non scontati.
L'opposizione alla guerra ed alla Bossi Fini, per fare un esempio,
è tutt'altro che scontata anche fra i lavoratori più
combattivi.
Altrettanto condivisibile è la connessione forte che si pone fra
politica sociale della sinistra (pacchetto Treu sul precariato e Legge
Dini sulle pensioni per quanto riguarda la sinistra, Legge Maroni sul
precariato e riforma Berlusconi delle pensioni per quanto riguarda la
destra).
La rivendicazione di forti aumenti salariali, infine, coglie un'esigenza diffusa.
Detto ciò, si tratta di una piattaforma costruita sulla base
di una serie di mobilitazioni e che ne riporta la ricchezza e
(perché negarlo?) i limiti ma, comunque, di una piattaforma che
è fatta propria da un settore ancora di minoranza dei lavoratori.
Nel corso del mese di novembre, CGIL-CISL-UIL hanno deciso, a loro
volta, di indire lo sciopero generale e hanno scelto di farlo
lunedì 30 novembre scegliendo un giorno strano per lo sciopero
generale che, di norma, si svolge il venerdì per favorire le
manifestazioni ed a ridosso del 3 dicembre.
Non sta certo a noi stupirci del carattere illegalista della pratica
delle burocrazie e dei governi. È , comunque, un fatto
suggestivo che CGIL-CISL-UIL abbiano serenamente violato la legge
antisciopero che hanno esse stesse imposte e che il governo - al quale
tutti i somaroni di sinistra attribuiscono una violenta ostilità
verso i sindacati - non ha osato imporre loro il rispetto della legge.
Il 30 novembre, su di una piattaforma per molti versi ambigua,
sciopereranno comunque molti lavoratori che intendono, mobilitandosi,
manifestare la propria ostilità per la politica economica del
governo e per la pressione padronale e sarebbe sciocco non leggere
quest'esigenza sociale.
Il 3 dicembre vi sarà uno sciopero da sostenere non solo per le
esigenze collettive a cui da voce ma anche per i caratteri della
piattaforma su cui si svolge.
Starà allo sviluppo dello scontro sociale l'affermarsi fra i
lavoratori di questo o quell'orientamento, per parte nostra si tratta
di valorizzare le tendenze più radicali che, fra mille
difficoltà, si sviluppano sul terreno dello scontro di classe.
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