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Umanità Nova, numero 38 del 28 novembre 2004, Anno 84

Lotta di classe in Iraq
I lavoratori tra l'incudine USA e il martello islamista




Sotto la dittatura di Saddam Hussein, gli operai non avevano il diritto di organizzarsi o di scioperare. C'erano, in effetti, dei sindacati ma i loro leader erano dei leali collaboratori del regime e i lavoratori erano sovente perseguitati se i leader sindacali li denunciavano alle autorità baasiste. Tutti i sindacati applicavano le regole imposte dal regime baasista e gli operai non potevano neppure protestare. Questa situazione è durata 30 anni e la segregazione degli operai iracheni dal resto del mondo ha gravemente danneggiato le loro lotte in Iraq. Adesso la guerra degli USA in Iraq, seguita dall'occupazione, ha creato una disoccupazione massiccia e distrutto la società civile.

Il futuro non sembra molto più promettente, con l'installazione - contro la volontà della popolazione - di un governo di marionette che raggruppa i capi tribù, le forze più destre, la mafia religiosa e le forze nazionaliste e etnocentriche. Inoltre, il multiforme avanzare dell'Islam politico ha avuto per risultato la crescente mancanza di sicurezza e l'accrescimento delle attività terroriste, compresi i rapimenti, le decapitazioni, l'imposizione del velo e la privazione per le donne del lavoro e dell'educazione. I luoghi di lavoro sono stati trasformati in campi di battaglia. Nell'aprile 2004, gli operai della fabbrica di alluminio e gli operai della fabbrica di attrezzature sanitarie di Nassirya hanno rifiutato di sostenere il gruppo terrorista di Moqtada Al-Sadr che voleva trasformare l'officina in luogo di scontro con le forze USA. A Samara gli operai senza impiego hanno egualmente difeso i loro diritti attaccati dalle forze islamiste.

L'occupazione e l'islam politico hanno ambedue portato il caos e l'incertezza in Iraq. L'occupazione da agli islamisti il pretesto per continuare il loro terrorismo in Iraq con lo slogan che essi combattono "i nemici dell'islam" o difendono la "terra degli arabi". In realtà, questo non ha niente a che vedere con le vere aspettative della popolazione e i loro desideri di una reale libertà e eguaglianza. Aiutare e sostenere queste forze reazionarie con l'illusione che si tratta di "forze di resistenza" porterà solo a favorire il loro terrore e la loro violenza contro le masse irachene, particolarmente contro gli operai e le donne.

Nonostante tutto ciò,la classe operaia si è organizzata e sta lottando per difendere i suoi diritti. Un sindacato di disoccupati, l'Unione dei disoccupati (UUI), si è costituito poiché a seguito di guerra e occupazione la maggioranza dei lavoratori si è ritrovata senza lavoro. Essi hanno organizzato le maggiori proteste a Baghdad e in altre città e hanno organizzato 45 giorni di sit-in davanti agli uffici dell'allora amministratore civile per l'Iraq, Paul Bremer. I dirigenti dell'Unione sono stati arrestati dalle forze americane a Baghdad per aver difeso i diritti dei lavoratori senza impiego. 

La Federazione dei Consigli Operai e dei Sindacati in Iraq (FWCTUI), di cui l'Unione dei disoccupati è membro, è stata fondata per organizzare i lavoratori nei sindacati e nelle fabbriche attorno ad un programma assai laico e progressista. Questi sindacati e consigli operai sono ben presto divenuti molto popolari in Iraq e molte confederazioni sindacali hanno deciso di allearsi con loro. Essi terranno una conferenza il 25 novembre a Bassora. Si prevede che almeno 25 sindacati saranno presenti in rappresentanza soprattutto dei lavoratori dell'Iraq del Sud.

Il governo provvisorio, con l'articolo 16 pubblicato il 28 gennaio 2004, ha illegalmente imposto al popolo d'Iraq il fatto che la Federazione irachena dei sindacati (IFTU) è la sola unione legale e la rappresentante unica dei lavoratori in Iraq. Questo viola i diritti degli altri sindacati come l'UUI e la FWCTUI che tuttavia hanno organizzato tante proteste dei lavoratori. Al contrario, l'IFTU non ha proposto niente ed è stato riconosciuto dal governo provvisorio perché meglio serviva i piani americani per la privatizzazione in Iraq. 

È un momento cruciale per gli operai che si trovano a dover affrontare i due pilastri del terrorismo: l'occupazione USA e l'islam politico. Il sostegno e la solidarietà internazionale di tutti gli organismi dei lavoratori, dei sindacati, dei gruppi di sinistra e di tutte le persone sono necessari per tutti coloro che difendono l'umanismo, la laicità e l'egualitarismo in Iraq. Aiutateci nella nostra lotta per la libertà e l'eguaglianza in Iraq!

Houzan Mahmoud, rappresentante dell'Organizzazione per la libertà delle donne in Iraq, militante dell'UUI e della FWCTUI.

Tradotto da A infos in lingua francese da Denis




























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