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Umanità Nova, numero 40 del 12 dicembre 2004, Anno 84

Arrestati e poi liberati due fondatori della scuola libertaria Bonaventure
Sì, abbiamo ospitato un "terrorista" ... di 3 anni!




Martedì 30 novembre sono stati tratti in arresto Thyde Rosell e Jean-Marc Raynaud, due compagni della Federazione Anarchica francofona, tra i fondatori della scuola libertaria Bonaventure sull'isola di Oleron. La loro colpa? Aver ospitato un bambino di 3 anni "senza documenti", un bambino che già dall'infanzia era braccato dalla polizia perché "clandestino". Dopo l'arresto dei genitori si è saputo che il piccolo era figlio di due noti esponenti dell'ETA. 

I due compagni, dopo 96 ore di interrogatori, minacce e intimidazioni sono stati liberati. Al momento non sappiamo se vi sarà un'incriminazione nei loro confronti. Fortissimo sia in Francia, sia all'estero è stata il sostegno degli anarchici, degli insegnanti, dei pedagogisti libertari. La commissione di Relazioni Internazionali della FAI ha emesso un comunicato di solidarietà.

In una lettera scritta prima di questa vicenda Thyde a Jean-Marc rivendicano la loro scelta a favore di un bambino che aveva bisogno di cure, educazione e amore.

Scrivono: "Sì, abbiamo ospitato un "terrorista" ... di tre anni! Quando queste righe saranno lette, noi saremo in prigione. Per qualche giorno. Qualche settimana. Qualche mese. Qualche...

Il nostro "crimine"?

Aver fondato e animato una scuola libertaria, Bonaventure. E di avervi accolto, senza formalità, dei bambini di ogni orizzonte. E di esserci affezionati ad un marmocchio alla deriva al punto di averlo accolto presso di noi per due anni e mezzo. Questa scelta, di qualche anno fa, oggi ci viene rimproverata. Perché?

Semplicemente perché il piccolo in questione è risultato essere figlio di una coppia di militanti dell'ETA arrestati qualche settimana fa. Lo dobbiamo precisare: ignoravamo questo dettaglio.

Potrebbe, una scuola libertaria, rinunciare ad essere terra d'asilo senza perdere la sua "anima"? Libertari che non spalancassero la loro porta ed i loro cuori a bambini bisognosi d'istruzione, di educazione e di amore, potrebbero essere dei libertari?

Non ne dubitiamo: questo genere di discorsi è completamente incomprensibile alle Autorità ed al cittadino modello.

Per tutti costoro, non si accoglie per due anni e mezzo (e poi ogni tanto, durante le vacanze), il marmocchio di terroristi senza far parte, poco o tanto, della confraternita.

Che vale dunque spiegar loro che le lotte di liberazione nazionale che mirano all'instaurazione di un nuovo Stato, con dei nuovi padroni e dei nuovi dirigenti, non fanno parte delle cose gradite agli anarchici? Che il mito di una cosiddetta lotta armata che oppone qualche fionda a dei missili Tomahawk rasenta, per noi, il grottesco. (…) E che, per queste ragioni, è semplicemente impensabile che noi potessimo intrallazzare un modo di concepire una rivolta alla quale – d'altro canto – non contestiamo una certa legittimità.

Se a questo si aggiunge che la brezza che spira oggi è quella della criminalizzazione di qualunque comportamento che sia pure debolmente "dissidente", è chiaro che abbiamo il profilo politico-mediatico per essere messi alla gogna. Fa parte della guerra. Sociale.

Ebbene sì, noi abbiamo dato alloggio ad un "terrorista" di tre anni. Gli abbiamo insegnato a leggere ed a scrivere. Gli abbiamo anche trasmesso i valori della libertà, dell'eguaglianza, dell'autogestione e del mutuo appoggio. Gli abbiamo insegnato che le genti di Charente come i Baschi, erano prima di tutto cittadini del mondo. E l'abbiamo semplicemente amato come un cucciolo umano in difficoltà. E persistiamo a non averne vergogna. Ti abbracciamo forte, piccolo ranocchio.

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