Umanità Nova, numero 1 del 16 gennaio 2005, Anno 85
Hanno messo anche la firma. Una mazzetta nuova, simile a quella che compare nel simbolo degli hammerskin, è stata lasciata all'interno dell'Officina della Resistenza Sociale – Orso, vittima, nella notte tra il 9 e il 10 gennaio, di un attentato incendiario. Il magazzino e il bar del centro sociale sono andati in fumo. Le forze del disordine, come di consueto, minimizzano. Parlano di corto circuito nonostante la testimonianza di un vicino che ha visto sconosciuti introdursi intorno alle 4 del mattino all'interno del centro di via Gola, scavalcando la recinzione e sollevando il filo spinato sul retro dello stabile. Inoltre l'incendio si è sviluppato in più punti, segno inequivocabile della sua origine dolosa. Quest'episodio non è che l'ultimo di una lunga serie. Siamo di fronte ad un'escalation di violenza di matrice fascista che sta colpendo in modo particolare i gruppi e i centri sociali più impegnati sul terreno dell'antifascismo attivo, della controinformazione, della denuncia puntuale del moltiplicarsi di quei gesti di intolleranza e razzismo che sono il segno distintivo della destra estrema. In Lombardia sono stati sei mesi di fuoco.
In maggio è stato distrutto dalle fiamme il centro sociale "La Sede" di Vigevano, nuovamente attaccato - fortunatamente senza danni - una settimana orsono. L'anno si è chiuso con il grave attentato al centro sociale bergamasco Pacì Paciana, bruciato il 22 dicembre. Anche lì i fasci hanno lasciato la loro firma: una mazzetta nuova nuova fatta trovare sul luogo dell'attentato.
Lo scorso agosto era stato incendiato il Cantiere, centro di area disobbediente, e vi era stato un tentativo di effrazione al Vittoria. (cfr. UN. N. 26 del 2004 pag. 6)
In estate sempre nel ticinese, il quartiere della movida milanese in cui tenacemente resistono numerosi ambiti di autogestione e resistenza sociale, per poco non c'è scappato il morto. In seguito ad un aggressione al coltello ad opera di alcuni naziskin sei esponenti del CSO Conchetta, accorsi dopo le pesanti provocazioni attuate da una trentina di questi figuri in un locale situato nei pressi, sono stati feriti. Uno di loro è stato accoltellato più volte ed ha subito un'operazione d'urgenza al fegato. È andata bene ma sarebbe potuta finire peggio. Nel marzo del 2003 Dax, Davide Cesare, un operaio ventiseienne, venne accoltellato a morte dai fascisti nello stesso quartiere. Morì dissanguato. I suoi compagni, accorsi all'ospedale dov'era stato portato. il S. Paolo, vennero brutalmente pestati dalla forze del disordine, in un caccia all'uomo di rara ferocia.
Non è un certo un caso che l'Orso, l'ultimo posto ad entrare nel mirino dei fasci, sia stato il centro sociale frequentato da Dax.
Di fronte alla violenza scatenata della destra estrema, quella che persegue, sia pure in modo meno raffinato, i medesimi obiettivi della destra che ci governa, occorre affinare gli strumenti di resistenza, una resistenza che, se vuol sradicare la mala pianta del fascismo, deve saper rispondere agli attacchi moltiplicando, in ambiti sociali devastati dal liberismo e dalla guerra contro i poveri ed i diversi, la capacità di radicamento sociale di una cultura, anche materiale, di solidarietà e libertà.
Eufelia