testata di Umanità Nova

Umanità Nova, numero 1 del 16 gennaio 2005, Anno 85

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Lugano: serata per UN
Si è tenuta sabato 18 dicembre presso il CSA il Molino la serata organizzata dal Gruppo anarchico Bonnot in favore del settimanale anarchico Umanità Nova che ha lanciato una sottoscrizione speciale per risanare le finanze del foglio.
Alla serata hanno partecipato molti compagni e compagne giunte un po' da tutto il Ticino per ascoltare l'interessante relazione di Maria ed Emilio, i compagni della Federazione Anarchica Torinese che si occupano di redigere il settimanale. Nella loro presentazione di UN i compagni hanno parlato della storia del settimanale; degli aspetti "puramente" tecnici che prevede un lavoro impegnativo come una redazione; ci hanno raccontato delle numerose scelte politiche del giornale, dalla presenza costante sul territorio e all'interno del movimento anarchico alla scelta di far stampare il giornale presso una tipografia autogestita e anarchica.
Senza mai annoiare il pubblico con tediose relazioni i compagni torinesi sono riusciti a far conoscere, ovviamente con i limiti della serata, UN anche in Ticino – per chi fosse necessario.
La presentazione di UN è stata preceduta da un'ottima cena che alcuni compagni del Bonnot hanno preparato. Il tutto si è svolto in un ambiente allegro e rilassato.
Anche l'obiettivo, diremmo quasi principe, della serata è stato pienamente raggiunto. Infatti alla soddisfazione dei compagni del Gruppo Bonnot per la riuscita della serata si aggiunge quella dei compagni della redazione che hanno potuto contare un ottimo "incasso" (oltre mille franchi). La somma raccolta sarà completamente destinata ad UN.
Luca del Gruppo Bonnot

Parma: convegno sul sindacalismo libertario
Si è tenuto domenica 19 dicembre, presso la Casa Occupata di Via Mantova, un convegno sul Sindacalismo Libertario. Dopo un intervento introduttivo di Guido Carpena (Usi Parma), ha preso la parola Massimiliano Ilari (Usi Parma), che ha spiegato cos'è l'Usi, cercando poi di definire le differenze e le analogie tra l'Usi del periodo precedente al fascismo e quella attuale; è quindi intervenuto Pino Petita (Usi Milano), che, dopo aver descritto la situazione dell'Usi-Sanità, ha presentato in modo appassionante il Progetto Flores Magon, che sta impegnando l'Usi-Sanità in Chiapas; a questo proposito, è stato anche proiettato un video che ha permesso a tutti di conoscere al meglio questa realtà. Quindi, Tommaso Marabini (Archivio Storico FAI), ha presentato il libro di Giovannetti "Il sindacalismo rivoluzionario".
È stata una bella giornata, che avrebbe meritato più partecipazione numerica (circa 40 le persone convenute).
M.I.

Milano: ricordare Pinelli a 35 anni dalla strage di Stato
Martedì 14 dicembre è stata indetta a Milano una serata dal titolo "Quella sera Milano era caldo" dalla nota ballata di Pinelli.
Organizzata dalla Federazione Anarchica Milanese in collaborazione con il Centro Sociale "Micene" si è svolta nella sede di via Micene, una traversa di via Preneste, dove Pinelli all'epoca abitava. Hanno dato l'adesione A - Rivista Anarchica, le rivista "Libertaria", "Umanità Nova", la "Cascina occupata Torchiera" e, a livello territoriale, il Sicet (sindacato inquilini), il PRC di San Siro, il "Todo Cambia" (associazione multietnica).
Si è voluto ricordare i tragici avvenimenti della criminalità del potere nel 35° anniversario, proprio nei luoghi dove Pinelli viveva, nel quartiere che frequentava.
Nei giorni precedenti l'iniziativa era stata pubblicizzata con l'affissione di locandine, in particolare nel quartiere e la distribuzione di volantini dal titolo "Affinché le vecchie generazioni non dimentichino e le nuove generazioni sappiano" in cui si concludeva: "Ricordare oggi la strage di piazza Fontana (16 morti - 12 dicembre 1969) - la madre di tutte le stragi di Stato - e l'assassinio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli (15 dicembre 1969), vuol dire non solo compiere una doverosa commemorazione delle vittime della criminalità del potere, ma denunciare la continua manipolazione di un'intera fase storica: la memoria di quegli anni, la denuncia della violenza di Stato, devono essere di sprone per le lotte che ci sono e quelle che verranno."
Il volantino veniva diffuso capillarmente nei caseggiati di via Preneste.
Di fronte ad una sala piena, parte restavano in strada, iniziavano la serata i compagni Alessio Lega e Santo Catanuto, accompagnandosi con le chitarre, cantando le canzoni della ribellione libertaria, tra cui naturalmente la "Ballata di Pinelli", seguiti con molto interesse sottolineato da frequenti applausi.
Verso le 22,30 terminava la prima parte della serata con l'intervento di un rappresentante del "C.S. Micene" che illustrava le ragiono sociali del "Centro" e di un compagno della FAM che esprimeva la testimonianza e la volontà da parte degli anarchici di non archiviare, come aveva fatto la magistratura ossequiosa al potere, continuando a gridare che la "strage è di stato" e "Pinelli è stato assassinato". Quindi, veniva data comunicazione della volontà di improvvisare un corteo per recarsi fino in via Preneste per posare una targa in ricordo di Pinelli, nell'edificio di case popolari dove abitava.
Il corteo che si è formato, circa duecento compagni, ha percorso il breve tragitto, in una atmosfera suggestiva, intonando nella notte canzoni anarchiche ("Addio Lugano bella", "Figli dell'officina",ecc.), mentre dalle finestre si intravedevano sguardi curiosi degli abitanti del quartiere.
Giunti al numero 2 della via veniva fissata la targa in ricordo di "Giuseppe Pinelli ferroviere anarchico ucciso innocente nella questura di Milano" e che riproduceva il noto quadro di Bay il "Funerale di Pinelli". Nell'occasione veniva "cambiato" anche il nome della strada, affiggendo un cartello che riportava "via Giuseppe Pinelli".
Al rientro nella sede del Centro Micene la serata proseguiva: Maria Dilucia recitava "Una storia quasi soltanto mia" dalla autobiografia di Licia Rognini Pinelli, scritta da Pietro Scaramucci, seguita con molto interesse ed attenzione.
Si concludeva con il "Coro Micene" che cantava canzoni della tradizione popolare e canzoni libertarie, terminando con il "Primo Maggio" di Gori, riscuotendo una calorosa accoglienza.
La serata terminava lietamente, ma adesso il problema è far in modo che quella targa e quella "nuova" via restino al loro posto.
Enrico

Alessandria: licenziamento di fine anno
La F.A.I. e l'U.S.I. di Alessandria comunicano che la compagna Antonietta Catale (collaboratrice scolastica presso l' I.T.G. Nervi della città piemontese) ha ricevuto (venerdì 17 dicembre 2004) la lettera di licenziamento da parte del dirigente scolastico.
Le motivazioni addotte dalla dirigenza riguardano il superamento del periodo massimo di assenza per malattia previsto per legge.
La vicenda della compagna ha origine alcuni anni fa (vedi l'articolo: "Quando l'infortunio è reato" in Umanità Nova n. 37, 16 nov. 03 e su "Lotta di Classe" n.77 dic. 03) esattamente nel luglio 2000 con un infortunio (al polso e alla mano destra) subito sul posto di lavoro.
L'I.N.A.I.L. ha riconosciuto i danni permanenti conseguenti all'incidente, così il C.S.A. (ex Provveditorato di Alessandria) decretava dopo una visita specifica all'ospedale militare di Milano (ottobre 2002) il riconoscimento della malattia causa di servizio e l'equo indennizzo.
Nonostante questi importanti documenti, arricchiti da ulteriori referti specialistici, il dirigente scolastico non è stato mai disposto a proporre un'adeguata collocazione della lavoratrice nell'ambito scolastico.
Nell'autunno del 2003 in seguito ad un esposto del dirigente la Procura della Repubblica di Alessandria ha aperto un'inchiesta nei confronti di Antonietta per ipotesi di reato di truffa allo stato (art. 640 c.p.). Attualmente le indagini non sono ancora concluse.
Questa denuncia ha bloccato intenzionalmente la vertenza precedentemente avviata dalla lavoratrice per l'ottenimento delle disposizioni del decreto del C.S.A. (riconoscimento malattia causa servizio ed equo indennizzo) e conseguentemente le mansioni idonee alle proprie capacità lavorative.
La "storia" di Antonietta si inserisce emblematicamente in un contesto sociale flagellato da feroci ristrutturazioni neoliberiste.
Il precariato e la disoccupazione che già coinvolgono milioni di persone (solo nel nostro paese) sono destinati ad aumentare fortemente. Il governo continua a ridurre drasticamente le spese sociali per mantenere un esercito impegnato in "guerre infinite" in diverse zone del mondo e assumere migliaia di carabinieri e poliziotti per prevenire e reprimere rivolte sociali che necessariamente si svilupperanno nel prossimo futuro.
A questo punto per gli sfruttati diventa necessario percorrere la strada dell'autogestione sia nelle lotte sociali che nella costruzione quotidiana di un mondo veramente libero ed egualitario.
Nel concludere questo breve articolo esprimiamo piena solidarietà ad Antonietta e a tutti i lavoratori defraudati e oppressi dallo stato e dal capitale.
U.S.I.-A.I.T. e F.A.I. Alessandria

Trapani: corteo a 5 anni dalla strage del Vulpitta
Quasi quattrocento persone provenienti da tutta la Sicilia hanno partecipato martedì 28 dicembre alla manifestazione per il quinto anniversario della strage del CPT "S. Vulpitta" di Trapani in cui morirono sei immigrati in seguito a un tentativo di fuga.
Il corteo ha attraversato la città e ha fatto tappa davanti il Centro di Permanenza Temporanea: qui i manifestanti hanno espresso la loro massima solidarietà agli immigrati reclusi all'interno del CPT (una ventina in tutto) che hanno ricambiato con urla e slogan in un pesante clima di rabbia e indignazione.
La manifestazione - promossa dal Coordinamento per la Pace di Trapani, da Alcamo Solidale e Rete Antirazzista Siciliana - si è poi diretta verso il centro storico della città (opportunamente tempestato di manifesti) in cui tra l'altro è stato effettuato un massiccio volantinaggio anarchico. Significativa la presenza di numerosi migranti in piazza.
Si è trattato della prima manifestazione dopo la sentenza che nello scorso aprile ha assolto in primo grado l'ex prefetto della città, Cerenzìa, al quale non è stata addebitata alcuna colpa o omissione per quella che fu una strage annunciata in una struttura assolutamente inadeguata e priva dei requisiti minimi di sicurezza.
Nonostante la prevedibile indulgenza della giustizia di Stato, gli antirazzisti trapanesi e siciliani hanno ribadito la loro ferma condanna politica e morale nei confronti dei CPT, della normativa che li ha creati e moltiplicati e della cultura razzista e fascista che li ha ispirati.
Da Trapani si riparte per un nuovo anno di lotte antirazziste.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Provocazione a Rivalta Bormida
La FAI di Alessandria denuncia un episodio insolito avvenuto nell'abitazione del compagno Urbano.
Nella serata di domenica 12 Dicembre, approfittando dell'assenza dei compagni, alcuni individui si sono introdotti nella loro casa con l'intento di rubare alcuni oggetti di valore. La modalità della "visita" fa pensare più ad un atto intimidatorio che a un banale furto.
Bisogna ricordare che in questi mesi si sta svolgendo un procedimento (partito dalla denuncia di Urbano e Giuseppina) nei confronti di alcuni giornalisti del "Il Giornale Nuovo del Piemonte" che nel luglio 2002 scrissero articoli calunniosi nei riguardi dei compagni partecipanti ad un pranzo di autofinanziamento per "Umanità Nova".
Urbano, militante anarchico di vecchia data, esiliato politico è tutt'ora impegnato in varie battaglie: dalla denuncia dei crimini perpetuati dalla dittatura di Pinochet al riconoscimento della cittadinanza italiana (negata del Ministro dell'interno per la sua militanza anarchica).
In una situazione sociale caratterizzata da una precarietà economica in forte aumento a causa di una ristrutturazione neoliberista feroce, dall'autoritarismo arrogante di un governo interessato a tagliare le spese sociali per finanziare un esercito impegnato in varie zone del mondo e da una criminalizzazione dei movimenti che lottano per un mondo di liberi e uguali, la lotta quotidiana per una società autogestionaria e libertaria diventa una necessità vitale.
Non saranno di certo banali intimidazioni a fermare il "cammino"dei compagni verso una società liberata dallo stato e dal capitale.
Solidarietà a Urbano, Giuseppina , Cristina e Juri
FAI e U.S.I.-A.I.T. di Alessandria - Comitato Lavoratori Cileni Esiliati

A Gradisca contro il CPT
Sabato 18 dicembre si sono svolte altre due iniziative contro la costruzione del cpt che sta avvenendo nell'ex caserma Polonio a Gradisca (GO) e la cui apertura è prevista in maggio.
La mattina a Gradisca nella centrale piazza del mercato e il pomeriggio a Gorizia nel corso alcune decine di compagn* anarchici del Coordinamento libertario contro i CPT hanno dato vita a due presidi di controinformazione e di denuncia di ciò che sta accadendo.
Ottima è stata la visibilità grazie ad un grande striscione con scritto "centri di permanenza temporanea: fascismo di stato", e sopratutto ad una perfomance che ha visto alcuni/e compagni/e chiusi dentro una gabbia metallica che simboleggiava ciò che i Cpt sono in realtà: lager dei nostri giorni.
Massiccio anche il volantinaggio ai passanti e ottima l'eco sui media locali. Nel testo distribuito si mettevano ancora una volta in luce le incoerenze e il chiacchierare dei tanti politici locali di centro-sinistra, tutti a parole contro la realizzazione del cpt, ma che nella pratica stanno facendo ben poco di concreto per cercare di impedirne la costruzione.
Le iniziative proseguiranno nelle prossime settimane, ed oltre ad un nuovo esposto per bloccare i lavori (che segue quello fatto in settembre e che ha già provocato un bel casino) è prevista una grande manifestazione indicativamente per sabato 19 febbraio a cui come anarchici parteciperemo in forze con un nostro spezzone autonomo.
un compagno

Modena: contro l'autodromo
Sono ormai 21 mesi che è iniziata la nostra lotta contro l'infausto progetto dell'Autodromo di Marzaglia.
Oltre duemila firme raccolte, tre Feste dell'Ambiente, tre riuscitissimi cortei, l'ultimo dei quali - 5 giugno 2004 - ha visto la presenza di circa 3.000 persone, sono solo alcune delle decine d'iniziative realizzate contro questo progetto.
In questi mesi la lotta contro l'autodromo non è stata fatta solo da Libera, insieme a noi hanno espresso il loro dissenso associazioni varie, gruppi ambientalisti, singoli cittadini e gli abitanti di Marzaglia (la zona impattata dal progetto).
Nonostante questo, la dirigenza DS presenterà al consiglio comunale del 24 gennaio la proposta del progetto dell' Autodromo per la sua approvazione, grazie anche ai voti del centro destra.
Sappiamo già che il progetto verrà approvato e questo darà il via alla prima tappa per la realizzazione dell'autodromo.
Il comune riconoscerà alla ditta appaltatrice del circuito - la Vintage - il diritto di superficie dei terreni dove ora sorge Libera e di una grande fetta della campagna intorno; la Vintage avrà sei mesi di tempo per presentare il progetto definitivo per poi essere nuovamente approvato dal consiglio comunale.
Dal 24 gennaio, con la cessione dei terreni a una ditta privata, Libera può essere sgomberata in qualsiasi momento.
Non sappiamo le modalità che il comune o la Vintage attueranno per mandarci via, e in verità questo importa ben poco, quello che conta è che i terreni dei nostri orti, dei nostri laboratori, dei nostri spazi collettivi, sono destinati per un altro progetto, promosso come d'interesse pubblico ma a vantaggio solo di pochi.
Dopo 21 mesi e dopo quello che accadrà il 24 gennaio non siamo per niente sfiduciati, anzi, la rabbia contro chi vuol speculare sulla terra e sugli uomini è cresciuta, anche grazie al fatto di aver trovato un'opposizione ampia, in città, a questo progetto.
Una dimostrazione è stata ciò che è successo nell'incontro pubblico - 15 dicembre 2004 - tra i cittadini di Marzaglia e la dirigenza DS, proprio per chiarire cosa sarebbe successo in questa piccola area del comune: gli abitanti, i cittadini presenti - circa 200 -, hanno espresso in maniera forte la loro contrarietà ai progetti di devastazione dei DS.
I nostri interventi sono stati applauditi e le istituzioni beffeggiate nel loro misero autoritarismo.
Il 29 gennaio andremo in piazza e cercheremo di coinvolgere tutta questa gente così com'è nella nostra pratica.
Il corteo sarà caratterizzato dall'ironia carnevalesca necessaria per poter smascherare in piazza il "re", per delegittimare il potere; per questo abbiamo invitato le bande musicali (Banda degli Ottoni, Fiati Sprecati e Banda Roncati), distribuiremo i prodotti della terra (dal comune svenduta), e altro ancora.
Per questo non siamo per niente sfiduciati e anzi pensiamo di spuntarla.
Torniamo lungo le strade di Modena il 29 gennaio per dire ancora una volta che il loro modello di sviluppo è insostenibile per tutti ed è a vantaggio di pochi.
Ma il 29 gennaio non scendiamo in piazza solo per questo, ma anche per ricordare a chi applica la politica del compromesso e del sotterfugio quotidianamente, che noi, gli anarchic@ e libertar@ di Libera, non lasceremo questi spazi.
L'assemblea di Libera ha deciso tempo fa questa posizione e insieme a noi si sono unite altre voci stonate contro il bel coro uniforme e allineato dei DS.
Vogliamo allagare il coro dei NO e affinché questo accada abbiamo bisogno che tutti si mobilitino, che vengano coinvolti gruppi e comitati e che la nostra lotta per la difesa ambientale e di Libera venga conosciuta in altre città.
Spazio sociale libertario-anarchico Libera
































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