Umanità Nova, numero 2 del 23 gennaio 2005, Anno 85
Il fatto che il 2005, anno in cui ricorre il 60° anniversario della Liberazione, si sia aperto con la notizia dell'attentato incendiario contro il centro sociale O.R.So. di Milano, noto per il suo impegno antifascista e per aver avuto appena due anni fa un proprio militante, Davide Cesare, ucciso proprio da mano fascista, è senz'altro emblematico e meritevole di attenzione militante.
Per quanto riguarda le responsabilità materiali del gesto, sono sicuramente riconducibili ad un'area "naziskin" che come principali punti di riferimento ed incubazione ha il gruppo ultrà interista degli Irriducibili e la "Skinhause" di via Cannero 7, nicchia politico-musicale in cui si è riprodotta l'aggregazione "Hammerskin", già oggetto di indagini e arresti alla fine degli anni '90.
Quest'area giovanile, caratterizzata da spontaneismo e propensione alla violenza, è ritenuta responsabile di una lunga serie di aggressioni e attentati iniziata lo scorso anno in quasi tutta la Lombardia.
Tra queste imprese vanno ricordate: l'aggressione contro alcuni aderenti dell'O.R.So. (11 aprile); il pestaggio di due giovani del KSA a Como (25 aprile); la spedizione punitiva contro il centro sociale "Il barattolo" a Pavia per impedire un dibattito sulle nuove destre; l'accoltellamento di tre ragazzi di sinistra a Bergamo (1 agosto); la provocatoria spedizione ai Navigli, nei pressi del centro sociale milanese "Cox" in via Conchetta, con sei compagni feriti (7 agosto); la tentata incursione al centro sociale "Vittoria" ancora a Milano (15 agosto); l'incendio al centro sociale "Il cantiere" a Milano (18 agosto); l'attentato incendiario contro il centro sociale "Pací Paciana" a Bergamo (22 dicembre).
Sicuramente, nel complesso, alcune decine di giovani e giovanissimi aspiranti squadristi dal coltello facile ma con livelli minimi di consapevolezza politica, non potrebbero di per se essere un grande segnale d'allarme, se non fosse per un certo brodo di coltura in cui questi sguazzano e per un clima generale di intolleranza e razzismo che da tempo si va respirando nelle nostre città.
Un clima senz'altro favorito dai partiti di governo facenti capo della cosiddetta Casa delle Libertà che, persino in Parlamento, spesso fanno seguire alle parole spettacolari dimostrazioni ginnico-pugilistiche nei confronti della pur sonnolenta opposizione di centro-sinistra.
D'altronde, da parte del governo di centro-destra negli ultimi anni si è andato sviluppando un sistematico quanto corrosivo attacco all'identità e alla memoria antifascista, tanto che un noto esponente della maggioranza di governo, quale è Gianni Baget Bozzo, soltanto tre anni fa dichiarava che "quando la Casa delle Libertà diverrà forza culturale, il suo primo atto sarà di abolire il 25 aprile come festa della nazione. La resistenza ha diviso la coscienza nazionale" (15.11.02).
Ed in termini analoghi si è recentemente pronunciato, dall'alto della sua carica istituzionale, lo stesso Marcello Pera, secondo il quale "non c'è più alcuna ragione oggi, di darsi una identità in senso negativo, antifascista e basta" (15.12.03).
Mentre la Lega Nord vomita quotidianamente odio e discriminazione verso gli extracomunitari, gli islamici, i cinesi, i turchi… in perfetta sintonia con il partitino tricolore di Forza Nuova.
Per questo, aldilà di difficilmente dimostrabili appoggi materiali verso l'estrema destra da parte dei partiti di governo, non è certo azzardato affermare che i "naziskin" non fanno altro che mettere in pratica quello che a livello istituzionale e sulla stampa è normale - e normalizzante - politica quotidiana.
Sovente le aree del sedicente antagonismo di estrema destra, criticano il governo, i poteri forti e la mentalità borghese, ma nei fatti gli obiettivi delle loro azioni sono gli stessi che vengono indicati come "nemici" da battere dalle forze di governo: i migranti, i comunisti, gli anarchici, i diversi, i centri sociali…
Basta leggere, ad esempio, cosa scrivono in continuazione testate filogovernative quali "Il Foglio", "Il Giornale" o "La Padania" nei confronti dei centri sociali, puntualmente presentati come covi di drogati, deviati e terroristi, per rendersi conto come, in realtà, i "rivoluzionari nazionali" con la testa più o meno rasata sono portatori ed esecutori di una ideologia del tutto analoga a quella dei benpensanti borghesi che vorrebbero ancora più polizia e ancora più ordine in questa società in cui libertà, autogestione ed uguaglianza sono ormai parole proibite.
Anti