Umanità Nova, numero 3 del 30 gennaio 2005, Anno 85
ERNST FRIEDRICH, GUERRA ALLA GUERRA. 1914-1918: SCENE DI ORRORE
QUOTIDIANO, Oscar Mondadori, Milano 2004, pagg.238 (con prefazione di
Gino Strada).
Davvero una sorpresa inaspettata la prima edizione italiana di questo
libro, quasi completamente fotografico edito a Berlino nel 1924, in tre
lingue: tedesco, inglese e francese.
L'autore è l'antimilitarista anarchico Ernest Friedrich che,
essendosi rifiutato di prestare servizio militare allo scoppio della
Prima guerra mondiale, fu arrestato e detenuto prima in manicomio e poi
in carcere. Liberato nel 1918 dall'insurrezione spartachista,
partecipò al movimento rivoluzionario consiliarista.
Il volume Krieg dem Kriege (Guerra alla guerra) fu
pubblicato, raccogliendo materiale fotografico e documentario sugli
orrori della prima grande strage imperialista ed ebbe un successo
internazionale; le foto, alcune davvero insostenibili, sembrano
ricalcare certe opere di Grosz o Dix e mostrano in modo spietato cosa
vuol dire una guerra, cosa significa - oggi come ieri - rimanere
uccisi, feriti e mutilati sui "campi dell'onore" esaltati dalla
retorica patriottica, tragicamente uguale in ogni nazione e sotto ogni
regime.
Nelle speranze dell'autore, la conoscenza di quegli orrori doveva
essere un monito rivolto "a tutti quelli che ancora pensano", ai
lavoratori, ai giovani e alle donne di ogni paese affinché
impedissero il ripetersi del "crimine di stato più meschino e
diabolico".
Ma l'appello di Ernst Friedrich non è certo quello del
pacifismo d'opinione, che anzi critica pesantemente, sottolineando che
soltanto combattendo il capitalismo si combatte davvero contro la
guerra.
Ironica e radicale persino la sua "soluzione pratica per evitare per
sempre la guerra"; ossia l'applicazione della seguente "legge":
"Chiunque costringa una persona ad andare in guerra, o faccia
propaganda a favore del genocidio, sarà ritenuto responsabile
della vita dei soldati, e garantirà con i propri beni e con la
propria vita! Se il re fa appello alla bandiera, la proteggerà
lui stesso! Se il soldato è ridotto in miseria, il re
andrà a mendicare con lui! Per ogni capanna bruciata in guerra
sarà incendiato un palazzo o un castello! E per ogni morto al
fronte, anche un re o un ministro 'troverà riposo' servendo la
patria nei 'campi d'onore'! E ogni dieci giornalisti che fanno
propaganda a favore della guerra, uno verrà preso in ostaggio
per riscattare la vita di un soldato!".
Una "legge", purtroppo, ancora tutta da applicare.
A cura di emmerre