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Umanità Nova, numero 4 del 6 febbraio 2005, Anno 85

Segreti, bugie e false piste
Nomi in codice: rivelazioni o esternazioni?



Tutti i governi non possono non sapere e anche se non lo sapessero…
…ne sarebbero ugualmente complici. 

Alcuni giorni addietro sia il quotidiano "Liberazione" che "Il Manifesto" hanno reso pubblica la notizia dell'imminente uscita del nuovo libro dell'esperto in questioni militari ed ex-analista dell'Intelligence Statunitense, William Arkin, dal titolo "Code names". Il libro, anticipato dall'edizione on-lne de "Il Corriere Canadese" di Toronto, affronterebbe l'uso di codici di riservati e sconosciuti da parte degli apparati di sicurezza e belligeni statunitensi che servirebbero da copertura a programmi clandestini, in parte derubricati, che gli Stati Uniti attiverebbero sia all'interno di stati amici, con accordi specifici, che nemici, naturalmente senza alcun accordo. Per cui si viene a sapere, ad esempio, che "Titrant Ranger" si riferisce ad un programma di accesso ad un reparto dell' antiterrorismo che opera clandestinamente nell'ambito del Comando delle Operazioni Speciali, che "Toolchest" sta per l'accordo sul dispiegamento di armi nucleari con la Germania, "Toy Chest" sta per l'accordo sul dispiegamento di armi nucleari con l'Olanda, "Pine Code" sta per la medesima cosa con il Belgio e "Stone Ax" (Ascia di pietra) con l'Italia. Nel medesimo momento viene riportato dagli stessi giornali che Donal Rumsfeld sarebbe a capo di una CIA segreta denominata "Strategic Support Branch", costituita ad hoc per operazioni coperte in tutto il mondo. Questa notizia, non nuova, risale al 2002 per opera dello stesso Arkin (Los Angeles Times 27 ottobre 2002) e faceva riferimento, per la precisione, alla costituzione del P2OG, ovvero del Gruppo per le Operazioni Preventive Attive, un gruppo interamente dedicato alla provocazione o alla costruzione di eventi terroristici per poi motivare l'intervento militare atto al loro debellamento. Anche qui niente di nuovo nella strategia statunitense dato che nel lontano 1963 i massimi vertici militari presentarono al Presidente Kennedy una falsa campagna terroristica "fomentata" da Cuba per fornire una giustificazione alla sua invasione (Operazione Northwoods). 

Anche "Umanità Nova", nell'aprile del 2002, riportò, in un articolo, l'esistenza di un documento, svelato ancora una volta dall'instancabile Arkin, denominato "Nuclear Posture Rewiew", in cui sembra che la Casa Bianca avesse ordinato al Pentagono di mettere a punto piani per l'uso di armi nucleari nei conflitti convenzionali. L'uso delle armi nucleari veniva ipotizzato contro obiettivi in grado di resistere ad attacchi non nucleari o come rappresaglia per uso di armi chimiche batteriologice o per sviluppi militari inattesi. Il documento citato menzionava tra gli obiettivi possibili la Russia, l'Iran, l'Iraq, la Corea del Nord, la Cina, la Libia e la Siria.

L'accordo "Stone AX", così come gli altri, non sarebbe che un ulteriore sviluppo delle strategie militari e politiche sopra menzionate.
C'è però una cosa che impedisce di fare quadrare il cerchio. Non si tratta di una risposta, ma di una domanda, che rimanda a sua volta ad altre domande: perché trapelano queste notizie? Insomma, tutti i giornali parlano di segretezza, di accordi occulti, di manovre sotterranee e mai come ora è tutto chiaro, alla luce, disponibile al pubblico dibattimento. Siamo nell'informazione, ancora una volta voluta e guidata da chi governa il pianeta o nella controinformazione? La domanda non è appunto di pura retorica. Mi hanno incuriosito, infatti, gli ultimi capoversi dell'articolo comparso sul sito dei reporter associati che testualmente riporto: "La pubblicazione del libro è destinata a sollevare un vespaio di reazioni al Pentagono. Il generale Charles Corner, comandante delle operazioni aeree nella guerra del Golfo del 1991, che non è d'accordo su quanto rivelato da Arkin, ne ha però difeso l'iniziativa e l'integrità dell'autore. Corner, che ha letto il libro, ha detto di "non avere trovato nulla che comprometterebbe la difesa nazionale". Ciononostante, il generale è convinto che i responsabili civili e militari 'di strette vedute' resteranno sconvolti dalle rivelazioni contenute nel libro… E dal Pentagono si attendono qualcosa in più che mugugni" 

Io sono convinto, al contrario del generale Corner (e quindi in 'piena sintonia' con le sue larghe vedute), che se il Pentagono non avesse voluto far uscire queste informazioni non le avrebbe fatte uscire, punto. E forse Arkin, invece di essere tradotto in 200 lingue, sarebbe un ottimo pasto per gli avvoltoi delle Montagne Rocciose.

E qui torno, per concludere, ad alcune brevi considerazioni: 

1) La comunicazione è uno strumento integrato nelle logiche belliche e sono sempre più convinto che maggiori informazioni ci giungono a proposito delle malefatte statunitensi più queste notizie rispondano a logiche di guerra preventiva. 

2) Nonostante queste informazioni circolino su canali mondiali e siano disponibili ai più non modificano atteggiamenti e comportamenti collettivi (rimando all'articolo che ho scritto per lo scorso numero di Umanità Nova). 

3) I governi sanno e anche se non sapessero sono complici perché strutturano e finanziano spese militari e belliche, perché consentono espropriazioni di territori, di mari e di cieli, perché costruiscono alleanze (NATO…). Ma dirò di più è cioè che anche coloro che al momento non governano, ma sono in procinto di farlo, proprio perché sostengono le medesime cose sono corresponsabili dei diversi disastri umanitari e le loro rimostranze somigliano alle lacrime di un coccodrillo che si è appena divorato la sua preda.

Pietro Stara



































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