Umanità Nova, numero 4 del 6 febbraio 2005, Anno 85
VIGNATE (MILANO) - La linea ferroviaria che unisce Milano a
Venezia è stata bloccata alle 8,20 di questa mattina: duecento
pendolari che attendevano da un'ora l'arrivo dei convogli, esasperati
per i ritardi, hanno occupato i binari. È accaduto a Vignate,
alle porte di Milano, una stazione non presidiata dal personale
ferroviario, e dove c'è solo una biglietteria automatica.
Il blocco della linea ha provocato ripercussioni anche su altre tratte
della rete ferroviaria. Alle 9,30, dopo un'ora di protesta, i pendolari
hanno chiesto di parlare con un dirigente di Trenitalia, che nel
frattempo ha annunciato che è stato allestito un servizio di 15
pullman per portare a Milano i viaggiatori dalle stazioni di Vignate e
di Cassano.
Alla stazione di Milano Centrale si registrano ritardi che si fanno man
mano più pesanti. Secondo Trenitalia il ritardo di questa
mattina è stato provocato dal guasto al locomotore di un treno
interregionale che si è bloccato alla stazione di Cassano d'Adda
(Milano).
Da "La Repubblica" del 31 gennaio 2005
Con lo slogan "Un buon viaggio non comincia dal biglietto" si conclude
il comunicato del Comitato Pendolari Milano Novara
http://web.tiscali.it/pendolari.mi.no/ che indice lo sciopero del
biglietto per il mese di febbraio. Finalmente si passa dalle,
sacrosante, lamentele ad un'azione efficace, che si intreccia con nuovi
blocchi come quello che segnaliamo, per colpire Trenitalia.
Alla mobilitazione ha aderito, sin da ora, il Comitato Pendolari Torino
Milano e si stanno intessendo rapporti con i Comitati Pendolari delle
altre linee che collegano Milano alle città dalle quali i
pendolari partono.
Una frase del comunicato è particolarmente importante e merita di essere riportata: "È assolutamente necessario che tra noi pendolari si instauri un rapporto di reciproca solidarietà (qualora già non fosse). La formazione di una "massa critica" sul treno riduce al minimo la possibilità di incappare in contravvenzioni."
Si coglie, in questo modo, la questione centrale: i pendolari sono obbligati ad una situazione di stress, sovraffollamento, fatica ma sono anche in una situazione che può essere rovesciata contro i padroni del vapore. Per farlo non servono petizioni a un ceto politico tanto prodigo di promesse quanto avaro di fatti ma la buona vecchia pratica dell'azione diretta intrecciata con la costruzione di efficaci strumenti di organizzazione e di comunicazione.
Il Comitato Torino Novara sembra aver colto perfettamente il punto quando afferma che lo sciopero del biglietto è:
"…soprattutto una iniziativa di protesta ma che rappresenta anche
una forma di minimo risarcimento economico per i numerosi e non
più tollerabili disagi e ritardi subiti. Invitiamo perciò
ad intraprenderla con serietà ed impegno: è importante
che ogni pendolare abbia la possibilità di esercitare la
protesta senza per questo subirne le eventuali conseguenze (sanzioni,
ecc…). Affinché questo avvenga è necessario comunicare
massicciamente l'iniziativa con ogni mezzo…"
Credo sia necessario raccogliere l'invito, diffondere l'informazione,
costruire, ove non ve ne siano, Comitati Pendolari, prendere rapporti
con i lavoratori della ferrovia. La pratica della sciopero del
biglietto e quella del blocco dei treni può essere un modello
per altre esperienze di opposizione all'aumento ei prezzi e al degrado
dei servizi.
In una prospettiva più ampia, si tratta di un modo concreto e praticabile di porre la questione sociale al di là della, pur necessaria, dimensione aziendale e categoriale e per dare forza alle stesse lotte per il salario nonché di misurarsi con il degrado dei servizi sociali ponendo al centro le esigenze dei lavoratori e degli utenti.
L'occasione che abbiamo oggi non va, quindi, persa.
Cosimo Scarinzi