Umanità Nova, numero 4 del 6 febbraio 2005, Anno 85
L'Aquila: giornata della memoria antifascista
L'Aquila, 27 gennaio 2005. In occasione della Giornata della Memoria,
per iniziativa del Coordinamento cittadino antifascista è stato
organizzato un presidio fuori i cancelli della piscina comunale,
vergognosamente intitolata al gerarca fascista Adelchi Serena,
segretario del PNF nel 1940. È stata coperta la targa sulla
quale, con disinvoltura, è inciso "Adelchi Serena, politico", e
distribuito materiale informativo per far sì che tutta la
cittadinanza fosse a conoscenza di che specie di personaggio si
trattasse.
Come segretario Serena non svolse un ruolo di semplice spettatore,
partecipò attivamente alle persecuzioni razziali di ebrei e
slavi e fu a fianco del Terzo Reich all'interno di un sistema spietato.
In altre parole fece parte attivamente di un regime è può
essere considerato un criminale nei confronti dell'umanità.
Quanto segue è uno stralcio di una sua circolare del 29 marzo
1927: "Da varie parti mi giungono lamenti perché non si fa il
saluto romano. Ricordo che il saluto deve essere fatto con movimento
rapido e di scatto. Quelli che alzano il braccio languidamente, solo a
metà, come soffrissero di reumatismo, sono pregati di guarire
subito dai loro malanni. Dall'alto discendono non solo la pioggia e la
neve ma anche manganellate di prima classe sul capo, per rinfrescare la
memoria ai più ostinati".
Per non dimenticare oggi lo sterminio di milioni di persone private
della loro libertà di esistere non possiamo che stringerci nella
solidarietà di una lotta comune contro ogni militarismo, contro
ogni autoritarismo, ogni nuovo fascismo e razzismo sociale.
Edoardo
Milano: un incontro su Pinelli e lotte sociali
Il 27 gennaio si è svolto all'Ateneo Libertario un incontro in
ricordo di Pinelli, ferroviere impegnato nel coordinamento dei Comitati
Unitari di Base che si riunivano presso la sede anarchica di Piazzale
Lugano. Dopo l'introduzione di carattere storico curata dal compagno
Franco la serata è entrata nel vivo sul tema
dell'autorganizzazione operaia tra ieri ed oggi. Si sono susseguiti gli
interventi di Cosimo per la CUB, di Francesco per lo Slai-Cobas, di
Gino per la Conf.Cobas.
Grandi protagoniste delle varie relazioni le lotte operaie negli anni a
cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio del decennio successivo.
Si è ricordato il dibattito tra chi pensava che la struttura
sindacale andasse superata e chi, invece, riteneva che alcune funzioni
del sindacato fossero necessarie. Il quadro di riferimento era comunque
quello di chi, come i Comitati Unitari di Base e il movimento dei
lavoratori autorganizzati non si poneva l'obiettivo di sostituire il
sindacato o di ottenerne il controllo ma di dare impulso alle lotte. E
furono lotte di segno egalitario e libertario (per il salario uguale
per tutti, contro la nocività e la gerarchia, per
l'orizzontalità delle decisioni) che in quegli anni
impensierirono non poco stato e padroni.
La serata è proseguita con una disamina degli anni successivi,
la stagione delle grandi ristrutturazioni aziendali, del compromesso
storico e del taglio alle condizioni di vita dei lavoratori sino ai
famigerati accordi sul costo del lavoro del luglio '93 in cui Governo
di centro-sinistra, Confindustria e Confederazioni sindacali danno il
via alla stagione della concertazione. Una stagione che ha visto
l'erosione progressiva dei diritti, in primis quello di sciopero, la
riduzione dei salari, la precarietà stabilita per legge.
È il periodo in cui nasce, per reazione alle scelte dei
Confederali, il sindacalismo di base, che diviene uno strumento
importante nelle difesa degli interessi dei salariati pur non riuscendo
a rompere il forte controllo che i confederali esercitano sui
lavoratori.
Vi sono momenti di lotta importanti ma trovano difficoltà ad
allargarsi. Vengono citate le lotte dei tranvieri, quelle degli operai
di Melfi e, per restare alla cronaca più recente, lo sciopero
per la sicurezza autorganizzato dai ferrovieri.
Sono segnali che poco a poco si aprono delle crepe, crepe che segnalano il possibile allargarsi dello scontro sociale.
Liberamente tratto dal lungo resoconto inviato da Enrico
Venezia: vittoria dei curdi
I 28 cittadini curdi che, a partire da fine novembre 2004 fino
all'inizio di gennaio (vedi Umanità Nova n. 39 e n. 41 dicembre
2004), hanno portato avanti uno sciopero della fame ad oltranza
mantenendo un presidio in Campo S. Geremia a Venezia, e che sono stati
concretamente sostenuti da vari gruppi di attivisti (in particolare,
fra gli altri, la Rete Antirazzista di Venezia), hanno infine tutti
ottenuto il riconoscimento del "diritto alla protezione umanitaria"
dalla commissione centrale per il diritto d'asilo. È doveroso
sottolineare la determinazione con la quale i cittadini curdi
(provenienti in grandissima maggioranza dalla Turchia, ma anche da Iraq
e Siria) hanno continuato nella loro lotta, contro i precedenti rifiuti
di asilo politico e di altre richieste in base a motivazioni
agghiaccianti, motivazioni che negavano le condizioni di guerra e il
perdurare di persecuzioni razziste nei paesi dai quali gli stessi
cittadini curdi sono riusciti a fuggire.
un compagno del Coord. Anarchico Veneto
Bologna: il sindacalismo rivoluzionario
Si è svolta lo scorso 28 gennaio l'annunciata conferenza-dibattito sul tema "il sindacalismo rivoluzionario in Italia".
Introduzione e "pretesto" la presentazione del volume dall'omonimo
titolo edito da Zero in Condotta – Unione Sindacale Italiana –
Collegamenti/Wobbly.
Un approccio, quindi, storico analitico che ha lasciato subito il posto
a considerazioni dell'oggi. Le introduzioni di Cosimo Scarinzi della
CUB (Torino) e di Sergio Onesti dell'USI (Milano) hanno
problematicamente messo in luce sia la figura di Alibrando Giovanetti
sia la specificità dell'esperienza dell'Unione Sindacale
Italiana che è stata una componente significativa sia del
movimento operaio, interpretandone e organizzandone le componenti
più propense all'azione rivoluzionaria, sia del movimento
rivoluzionario ed antifascista.
Concretezza (saper fare i contratti) e dimensione trasformatrice (non
accettare l'esistente) sono la sintesi espressa da quell'esperienza ed
una traccia di lavoro per i processi di autorganizzazione che si
pongono, oggi, di fronte al conflitto di classe.
Per altro, l'iniziativa si innesta in un processo di dibattito
avviatosi nel circolo anarchico "Berneri" di Bologna; un dibattito
aperto come è avvento il 28 gennaio con la presenza non solo di
militanti anarchici ma di lavoratrici e lavoratori "compagni di lotta"
(da alcuni compagni/ del Coordinamento Migranti di Bologna, a
lavoratori/trici del Comune, dell'ATC, delle piccole fabbriche, della
scuola, etc.).
Si darà seguito con due nuove assemblee: venerdì 11
febbraio – ore 21,30 – conferenza-dibattito sul "Sindacalismo di base
nella fase attuale"; interverranno Luciano Nicolini (USI Bologna) e
Massimo Betti (CUB Bologna).
Sabato 12 febbraio – ore 16 – assemblea degli anarchici e dei libertari
che svolgono la loro attività nella città di Bologna.
Accanto alla partecipazione ed al sostegno nei e dei sindacati di base,
le compagne ed i compagni anarchici, sono impegnati in diverse
realtà di lotta sociale ed esperienze di agitazione, propaganda
ed iniziativa culturale. Dalla partecipazione ed al sostegno alle lotte
dei migranti (C.M.B. – Scalo internazionale dei migranti – Via
Terraccini) si passa alla realtà delle case occupate di S.
Donato, attraversando l'agitazione nelle piccole fabbriche
dell'interland bolognese, per giungere alle attività nel
movimento universitario, nelle lotte ecologiche, animaliste, etc. Vi
sono diversi collettivi e numerose individualità che non
necessariamente fanno riferimento al circolo di porta S. Stefano.
L'assemblea del 12 febbraio vuole essere un'occasione per formalizzare
un dibattito ed un confronto che, carsicamente, procede nelle lotte e
nelle iniziative.
redb
Palermo: senza-casa in lotta
Venerdì 28 gennaio il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio"
di Palermo ha occupato i locali di Palazzo Rostagno in Piazza Marina,
sede dell'Avvocatura comunale.
L'iniziativa è stata messa in pratica per protestare contro la
negligenza del Comune che si ostina a non voler affrontare seriamente
l'emergenza-casa in città e contro l'annunciata volontà
di svendere a privati buona parte del patrimonio abitativo del centro
storico che può e deve invece essere destinato alle fasce
più deboli.
Dopo aver spiegato le ragioni della protesta agli impiegati comunali,
gli occupanti hanno espresso pubblicamente che il tavolo tecnico con
Comune e Prefettura, congelato da ormai troppo tempo, sia riattivato
immediatamente.
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, dopo aver lasciato
autonomamente i locali di palazzo Rostagno, le famiglie del Comitato
hanno deciso di protestare davanti Palazzo delle Aquile, sede del
Comune. Durante il sit-in, una delegazione del Comitato è
entrata per conferire con il vice-sindaco che ha fissato un incontro
per giovedì 3 febbraio alla presenza del neo assessore agli
interventi abitativi.
Sabato 29 gennaio il Comitato ha deciso di far sentire la propria voce
durante un convegno dal titolo "Riforma della legge sull'uso sociale
dei beni confiscati alla mafia" tenutosi presso i Cantieri Culturali
alla Zisa.
Alla tavola rotonda erano presenti, tra gli altri, il sindaco
Cammarata, il Prefetto Marino, il presidente della commissione
nazionale antimafia Centàro e Renato Schifani.
Una volta entrate, le famiglie del Comitato hanno cominciato a
distribuire un volantino che è stato letto e commentato
attentamente dai vari esponenti istituzionali presenti in sala. Quando
il sindaco ha cominciato a parlare, il Comitato ha gridato alcuni
slogan.
Da segnalare l'atteggiamento del moderatore del dibattito Giovanni
Pepe, direttore "bulgaro" del Giornale di Sicilia (quotidiano che
esprime da sempre gli interessi dei poteri forti), il quale ha
precisato che non avrebbe concesso la parola a nessun esponente del
Comitato se prima non si fossero esauriti gli interventi ufficiali
previsti dal programma.
A quel punto, il Comitato ha abbandonato la sala lasciando a Pepe la
gestione di un dibattito volutamente indifferente ed insensibile alle
sollecitazioni della società palermitana.
Nei prossimi giorni, il Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" farà ulteriormente parlare di sé.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Modena: corteo contro l'autodromo
Alcune centinaia di persone hanno preso parte al corteo indetto dallo
spazio anarchico e libertario "Libera" contro il progetto
dell'autodromo a Marzaglia, dove è situato il casolare che
ospita Libera.
Nonostante il freddo pungente forte era la volontà di portare in
piazza tutti coloro che si oppongono allo scempio ambientale, che
pensano che sviluppo e velocità non siano sinonimi, che credono
che la vita e la salute di tutti non si possa barattare con il profitto
di pochi. Quei pochi, ma forti e potenti, che hanno ricevuto in dono
dalla giunta a guida DS i terreni dove sorge Libera, ceduti per 55 anni
alla ditta Vintage il 24 gennaio. Vogliono costruire un autodromo su un
terreno dove non si può neppure mettere un distributore di
benzina, perché il rischio di inquinamento della falda
acquifera, in questo punto poco profonda, è elevatissimo.
Il corteo di sabato 29 era solo il punto di approdo di un lungo anno di
lotta intrapreso da Libera ma ormai estesosi agli abitanti di
Marzaglia, agli studenti, ai tanti che hanno dato vita ad un comitato
cittadino in difesa dell'ambiente.
La manifestazione è stata comunicativa ma determinata: in
apertura lo striscione di Libera e dalla banda dei "Fiati sprecati"
fiorentini seguito da molte bandiere rosse e nere, da quelle dei Verdi
e di Rifondazione, dallo striscione dell'Usi, della FAI reggiana, della
Federazione Anarchica, degli studenti. Erano presenti piccoli gruppi di
compagni solidali provenienti da Torino, Busto Arsizio, Bergamo,
Casatenovo, Battaglia, Venezia, Chioggia, Reggio Emilia, Correggio,
Parma, Bologna, Ancona, Macerata, Cuneo, Alessandria, Carrara,
Versilia, Napoli, etc.
In chiusura in piazza Matteotti un brindisi in memoria di Gino Veronelli e l'impegno per una lotta che va avanti.
Eufelia