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Umanità Nova, numero 5 del 13 febbraio 2005, Anno 85

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Torino: interrotto presidente della Provincia al convegno inceneritorista

Volevano una vetrina per propagandare l'inceneritore in progetto al Gerbido, tra Grugliasco e Orbassano, nella popolosissima cintura di Torino. Ma qualcosa non ha funzionato.

La mattina del 4 febbraio alle 9 all'ingresso di "Torino Incontra", dove era programmato un convegno sugli inceneritori alla presenza del vicesindaco di Torino Calgaro e del presidente della provincia Saitta, si sono presentati, oltre i soliti portaborse della politica, anche i cittadini del Coordinamento dei Comitati contro l'inceneritore e un folto gruppo di anarchici.

All'ingresso sbirri in divisa e i soliti Digos facevano la "selezione": tu sì, tu no. Così alcuni di noi, forse perché conosciuti per il nostro impegno politico, sono stati fermati dai poliziotti, che con il garbo che li contraddistingue hanno intimato "voi non entrate!". Alla nostra richiesta di spiegazioni hanno opposto il muro di gomma: perché a cittadini di Torino fosse impedito di accedere ad un convegno che prometteva di "spiegare" il funzionamento di una macchina spara veleni piazzata tra le nostre case è un mistero facile da svelare: nessuna voce di dissenso doveva levarsi di fronte ai "sinistri" amministratori di questa città. Il presidente della Provincia, Saitta, interpellato dagli esclusi al suo ingresso al Centro Incontri, non ha replicato ma ben chiaro è stato il suo sibilo ai questurini "Questi non devono entrare". 

Mentre all'esterno la strada si riempiva di striscioni contro l'inceneritore, all'interno, quelli che erano sfuggiti al "filtro" dei solerti tutori del disordine statale appena il prode Saitta ha preso la parola hanno aperto due striscioni. Uno, firmato dagli anarchici della FAI, diceva "Diossina? No, grazie!", sull'altro portato dai cittadini dei comitati antiinceneritore campeggiava la scritta "No, inceneritore". Slogan e lancio di volantini accompagnavano l'azione che ha portato lo scompiglio in sala e il prevedibile intervento dei birri, che hanno spintonato fuori i compagni con lo striscione e provveduto alla loro identificazione.

Il nostro "cronista", rimasto per qualche minuto in sala, ha udito Saitta che con faccia di bronzo inaudita lamentava la scarsa propensione al dialogo e il basso livello di democrazia dei contestatori! Ed aveva ragione: con chi lucra sulla nostra vita senza ritegno non vogliamo avere niente a che fare!

Ma la giornata degli anarchici non si era ancora conclusa: parecchi di noi non avevano avuto il piacere di rimandare al mittente il pacco di nocività – TAV, inceneritore ed olimpiadi – che lor signori vogliono servirci.

Un rapido blitz ad Atrium, il mostro di vetro e cemento a forma di gianduiotto, costruito sui giardini di piazza Solferino, ha concluso la mattinata.

Con uno striscione "Olimpiadi? NO grazie!" ed un vistoso pacco argentato, simbolo delle nocività che ci stanno infliggendo, con la scritta "respinto al mittente" abbiamo percorso la piazza sotto gli sguardi incuriositi dei passanti e dei ragazzini sui pattini della micropista di ghiaccio infilata tra i due "gianduiotti" di Atrium, la vetrina olimpica della città. All'ingresso, intrattenuti gli astanti con brevi interventi sulle ragioni della nostra opposizione ad un modello di "sviluppo" che implica devastazione ambientale e morte sui posti di lavoro, abbiamo consegnato il pacco alla responsabile di Atrium, raccomandandole di farlo avere da parte nostra al sindaco ed alle "autorità" cittadine.

Prima di allontanarci con la promessa di tornare a farci presto vivi abbiamo appeso lo striscione alla balaustra della pista di ghiaccio. 

Le azioni del 4 febbraio si inseriscono in una campagna contro le nocività che è iniziata in dicembre con una serie di volantinaggi ed una conferenza pubblica sugli inceneritori tenuta da Marco Tafel, che con perizia e precisione ha illustrato l'enorme dannosità per l'ambiente e la salute della scelta inceneritorista e le alternative possibili. Da quell'incontro scaturì il desiderio di andare avanti nella più generale lotta alle nocività che stanno devastando la nostra regione.

Venerdì 28 gennaio si è svolta la seconda assemblea, aperta dal lungo intervento di Alfonso Nicolazzi, che ha illustrato l'esperienza di chi, senza deleghe e senza partiti, una lotta, quella contro un gigante della chimica come la Farmoplant, l'ha vinta. Dal dibattito che ne è seguito è scaturita la volontà di dar vita ad un intervento costante contro le nocività. Presto sarà attivo un sito che fungerà da osservatorio sulla TAV, le olimpiadi e l'inceneritore.

Come scrivevamo nel volantino diffuso in città: "Al Gerbido è in partenza l'inceneritore, in Val Susa si accingono a fare i carotaggi per la TAV - il treno ad Alta Velocità - mentre la devastazione olimpionica fa passi da gigante. Destra e sinistra sono d'accordo: la Torino del dopo Fiat affida il suo futuro alle grandi opere. Opere destinate a distruggere l'ambiente e la salute di tutti, lasciandosi alle spalle solo macerie. La città dell'auto è ormai al tramonto, ma non il clima mefitico che gli scarichi delle automobili ci impongono. Vogliono edificare la città della Neve in una metropoli dove non nevica quasi più: un modello di sviluppo dissennato viene sostituito da uno ancor più folle. A caccia di profitti facili sulla pelle di tutti. Intanto dai cantieri delle Olimpiadi esce amianto e uranio e si moltiplicano gli incidenti sul lavoro. 

L'Alta Velocità che già sta devastando ampi territori delle penisola (si pensi al Mugello dove ha prosciugato le falde acquifere) si prepara a sbarcare in Val di Susa, un territorio già attraversato da due strade nazionali, da una mostruosa autostrada e da una linea ferroviaria internazionale. Un treno a trecento chilometri l'ora che renderà invivibile la Val Susa mentre i pendolari muoiono nelle linee a binario unico abbandonate all'incuria perché poco redditizie.

L'inceneritore, sbandierato come soluzione alla cosiddetta "emergenza rifiuti" non servirà che agli interessi della piccola lobby che da quest'affare trarrà grandi profitti mentre ai cittadini non resterà che l'inquinamento da diossina e veleni vari assortiti che bruceranno assieme ai rifiuti anche la salute di tutti. 

In nome del profitto ci rubano la vita e la salute. I servizi pubblici sono ridotti a meri affari privati. 

Ma non tutti ci stanno. C'è chi si oppone alle devastazione del proprio territorio e delle proprie vite. Sono gli abitanti della val Susa e quelli della zona Ovest, sono quelli di Orbassano e delle zone investite dal nuovo "termovalorizzatore", il mostro spara diossina che vogliono imporci. Ma sono anche tutti coloro che in questa "civiltà" dell'immondizia non ci vogliono vivere.

Raccolta differenziata, cancellazione di imballi inutili e difficili da smaltire, riduzione dei consumi sono solo alcune delle semplici soluzioni, immediatamente possibili che mandano in fumo tutta la retorica degli inceneritoristi. 

Potenziamento del trasporto pubblico su base locale, consumo di prodotti del proprio territorio, adozione di sistemi di approvvigionamento energetico puliti sono le risposte di chi pensa alla vita delle persone e non al guadagno di padroni e amministratori.

Godimento dell'ambiente naturale in sintonia con i suoi equilibri e rifiuto dei grandi scatoloni quali le Olimpiadi, che per un gioco di pochi giorni e miliardi di sponsor cancellano le valli, disboscano, e fanno il deserto è una ricchezza che non ha prezzo e che ci stanno portando via. Quando lo spettacolo sarà finito, quando le luci si spegneranno non resteranno che le macerie. 

Le soluzioni sono a portata di mano. Ma le mani occorre allungarle in prima persona, mettendosi in gioco, perché le lotte di Scanzano e di Acerra dimostrano chiaramente che solo l'azione diretta, il rifiuto della delega e della mediazione istituzionale pagano.

Nei prossimi mesi tutti i partiti cercheranno il nostro consenso, cercando di blandirci con la favola dello sviluppo, una favola macabra che ben sappiamo cosa significhi. A Torino, come già è accaduto in Val Susa, occorre avere le idee chiare, rifiutare una scelta che decide solo chi lucrerà sulla nostra pelle nei prossimi anni, scegliere il rifiuto della politica di palazzo, praticando quella orizzontale, diretta, sui nostri territori. 

L'opposizione sta crescendo. Anche a Torino.

Foto e cronaca delle iniziative a quest'indirizzo:
http://italy.indymedia.org/news/2005/02/724306.php

Mortisia




































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