Umanità Nova, numero 7 del 27 febbraio 2005, Anno 85
Il 6 febbraio gli italiani vengono risvegliati dal gran fracasso dei media di regime. La penisola sarebbe percorsa da pericolosissime bande di zingari rapitori di pargoli italici da utilizzare come esche per elemosine, dopo esser stati adeguatamente mutilati per intenerire i passanti. Non solo: questi gaglioffi avrebbero dalla loro la fondamentale complicità della magistratura, che a Lecco ha disposto la scarcerazione di due rom arrestate per aver rapito una padanissima bambina di appena sette mesi. Immediatamente lo scandalo percorre le pagine di tutti i quotidiani e gli schermi di tutte le TV, vengono diffuse le immagini della mammina e di suo marito costretti a stare chiusi in casa dopo l'iniqua sentenza del giudice che nel processo per direttissima aveva patteggiato otto mesi con le zingare per tentata sottrazione di minore e le aveva poi subito fatte scarcerare. I neonazisti della Lega non perdono l'occasione e riempiono le città del Nord di manifesti antizingari al motto "Giù le mani dai nostri bambini", mentre il Vicefuhrer Roberto Calderoni si lancia nei peggiori deliri forcaioli in tutti i tg.
Nel gran frastuono dei media, pochi fanno attenzione ai fatti, che non meritano davvero un casino del genere. Secondo quanto riferisce la madre stessa della bambina "rapita" al processo, l'episodio sarebbe avvenuto sul sagrato della basilica di San Nicolò a Lecco, in mezzo a decine di persone. La poveretta si sarebbe ritrovata circondata da tre zingare. Spaventata sentendole parlare nella loro lingua, avrebbe visto una delle tre che si avvicinava alla carrozzina con un bicchiere per le elemosine in mano, avrebbe capito che stavano tentando di portarle via la figlioletta quando ha sentito dire (in italiano) la frase "Prendi bimbo". Poi si è messa ad urlare ed è intervenuta la polizia che poco dopo ha arrestato le tre zingare, che nel frattempo erano andate a mangiare nella mensa della Caritas vicina alla chiesa. Anche all'occhio più ingenuo dovrebbe essere piuttosto evidente che non c'è stato nessun tentativo di sequestro di persona, ma i giudici di Lecco non se la sentono di deludere le voglie forcaiole dei propri concittadini, dopo che si è sparsa la leggenda urbana del rapimento della piccola padana e così il pubblico ministero (che è "considerato uomo di grande severità", dicono i giornali) per evitare il rischio di un'assoluzione ad un processo regolare con una storia così piena di contraddizioni e confusa, sceglie il rito abbreviato, patteggia la pena minore con il giudice che accetta il patteggiamento, condanna le due nomadi maggiorenni a otto mesi (senza neanche fornirle di un interprete per potersi difendere) e le scarcera. Chi è affamato di galera e di sofferenze, però, non si placa mai e la stessa condanna scatena un putiferio ed è proprio l'onda emotiva dello scandalo per l'eccessivo garantismo in questa vicenda che porta sabato 12 alcune migliaia di padani paranoici a sfilare a Verona sotto le bandiere e gli slogan neonazisti della Lega Nord che incassa il suo maggior successo di piazza degli ultimi anni. La sentenza di Lecco viene, comunque, ribaltata dieci giorni dopo dal Tribunale dei Minori di Milano che analizzando la posizione della nomade dodicenne, che in concorso con altre due maggiorenni, sarebbe stata protagonista del tentato sequestro di persona, giunge alla secca conclusione che "Il contesto nel quale si è svolto, il fatto che la frase "prendi bimbo" ripetuta due volte sia stata gridata in italiano e non in rumeno, lingua normalmente parlata tra i Rom; che la piccola nomade che ha allungato le mani verso il passeggino tenesse in una un bicchiere per le elemosine, che le zingare non siano scappate subito dopo il fatto ma che siano state trovate poco dopo alla mensa della Caritas accanto alla stessa basilica insieme ad un bimbo di appena sei mesi, ci fa ipotizzare una forma di minacce e nulla più".
Questa seconda sentenza cade naturalmente nel silenzio dei media (anche quelli "di sinistra", appena un trafiletto su Liberazione), ma quasi piccola vicenda di provincia è comunque emblematica del clima di barbarie e di "pornografia securitaria" in cui stiamo precipitando. In particolare, è significativo che tutto nasca da un banale fraintendimento. Quando la mamma della bambina sente dire "Prendi bimbo", non pensa neppure per un attimo che quella frase in italiano è evidentemente rivolta a lei stessa, ma vi vede confermato quel che ha sempre sentito dire, che gli zingari rapiscono i bambini. È una voce, dopotutto, che circola da secoli e che i media riprendono puntualmente tutte le volte che si occupano della misteriosa sparizione di qualche pargolo, le vittime di volta in volta sarebbero destinate ad essere utilizzate come schiavi per le elemosine, avviate alla prostituzione infantile o sventrate per venderne gli organi. È principalmente con questa accusa (mai provata e documentata) che è nei secoli stato giustificato ogni genere di persecuzione contro i nomadi, ma questo è un particolare che non interessa chi vuole soltanto spargere paranoia. Dall'equivoco iniziale monta il caso con i giudici vigliacchi che non esitano a condannare due innocenti, i media che vedono finalmente confermata la leggenda degli zingari rapitori e la destra fascista e leghista che si lancia nelle peggiori speculazioni politiche. Tra le altre vale la pena di segnalare la sortita dal Ministro della Giustizia Castelli secondo cui i giudici non dovrebbero mai contraddire il "comune sentire della gente", aggiornando in qualche modo lo spirito del codice del penale nazista, che nel 1935 introduceva la norma che, in omaggio ad una pretesa giustizia sostanziale, prevedeva la punizione anche di chi si poneva in contrasto con "il sano sentimento del popolo", indipendentemente dalla violazione di una specifica norma di legge.
In realtà, la magistratura italiana è fin troppo incline ad assecondare le peggiori pulsioni dell'opinione pubblica, in particolare quelle più razziste.
Secondo i dati della Caritas, i migranti (che sono il 4,5% della popolazione) sono il 19% delle persone processate e ben il 32% delle persone incarcerate.
Per il solo fatto di essere stranieri e provenienti da paesi poveri, agli stranieri non sono concessi abitualmente né arresti né altre forme di riduzioni della pena. Il sistema giudiziario vorrebbe mostrarsi come una "bocca della legge" (come diceva Montesquieu) che emette le proprie sentenze secondo uno spirito imparziale, ma in realtà rispecchia soltanto un clima di allarmismo e di insicurezza generalizzati alimentati dalla scientifica opera di distorsione della realtà operata dai mezzi di disinformazione. Non è un caso che nel numero speciale dedicato un paio d'anni fa dalla rivista di divulgazione scientifica Focus alle false credenza, la falsa credenza più diffusa in assoluto fosse che la criminalità è in aumento. In realtà, in Italia come in tutta l'Europa Occidentale, la criminalità è in costante, anche se irregolare, diminuzione dalla fine degli anni Sessanta, ma far credere alle persone di vivere in un inferno fatto di microcriminalità e devianza giovanile sempre più feroci e di immigrati clandestini pronti a ingrossare le fila del terrorismo internazionale serve allo stato per giustificare l'aumento della popolazione carceraria, del numero delle forze di polizia, del controllo sociale in genere.
robertino