Umanità Nova, numero 7 del 27 febbraio 2005, Anno 85
Trattative in corso tra la società Aeradria che gestisce l'aeroporto civile-militare di Rimini e la compagnia aerea Wolrd Airways che gestisce la logistica di guerra degli USA verso l'Iraq. Aeradria è una società a partecipazione privata, pubblica (Provincia con ruolo di socio di maggioranza e Comune) e internazionale dato che tra i soci figura anche la Repubblica di San Marino (da sempre dichiaratosi paese neutrale). Stando alle dichiarazioni del presidente del Consiglio di Amministrazione di Aeradria Morelli (DS), da sempre uomo di fiducia dell'attuale presidente della provincia di Rimini, dai 3 ai 4 voli giornalieri dovrebbero far scalo tecnico a Rimini e permettere agli MD-11 della World Airways il cambio dell'equipaggio, il rifornimento carburante e il catering - approvvigionamento alimentare - per circa 200 marines. Attualmente questo tipo di scalo tecnico viene fatto in Irlanda. La notizia pubblicata da un quotidiano locale ha scatenato immediatamente, da parte di Comune, Provincia, partiti e prefettura una sequela di dichiarazioni del tipo "noi non ne sapevamo nulla" – nonostante il 26 gennaio il CDA di Aeradria avesse approvato il progetto. Così mentre la Confesercenti si lamenta per il danno d'immagine a fronte di un guadagno irrisorio, l'associazione degli albergatori si dimostra "preoccupata", la Camera di Commercio giubila per il riconoscimento dell'importanza dello scalo riminese, la prefettura si blinda dietro un "stiamo acquisendo informazioni", le aziende locali che stavano per fare gli investimenti necessari al trasporto dei pasti ai marines sugli aerei rimangono con il fiato sospeso e senza certezze. La vicenda è ancora da chiarire e non mancheranno ulteriori colpi di scena perché partiti, Comune e Provincia si sono espresse pubblicamente contro l'accordo mentre il 18 gennaio il primo volo della World Airways è atterrato a Rimini con parte delle attrezzature che serviranno in fase operativa.
Intanto – le disgrazie non vengono mai sole – ricompare sulla scena il sottosegretario alla difesa Berselli che, dopo averci propinato un anniversario della liberazione di Rimini all'insegna del revisionismo storico, dell'esaltazione della Patria, dei RAP Camp (Reclutamento Addestramento Promozione delle forze armate) e dell'armamentario militarista, ora vuole farci intendere che in Iraq non c'è, e non c'è mai stata, una guerra, che i marines sono portatori di pace e che Rimini dovrebbe adeguarsi e accettarne non solo la presenza, ma addirittura in prospettiva gioire - secondo Morelli - per l'indotto turistico che deriverebbe dall'ospitare i marines di ritorno dalle missioni in Iraq e in Afganistan.
Il centro-sinistra dopo essersi turato il naso di fronte alle celebrazioni del 60° anniversario della liberazione imposte dal sottosegretario Berselli oggi cerca una via d'uscita dal coinvolgimento nella gestione dell'aeroporto civile. Probabilmente se non avesse avuto un ruolo in Aeradria il problema non se lo sarebbe neanche posto.
Per quanto ci riguarda la questione è assai semplice. Non si tratta di valutare le ricadute negative sul turismo e neanche dei fantaeuro che il presidente Aeradria, Morelli (DS), vanta per la chiusura del contratto. Per quanto ci riguarda non si tratta di oliare i meccanismi del consenso con quattro spiccioli da distribuire agli albergatori e agli impresari del divertimento riminese. Come anarchici siamo antimilitaristi e, diversamente da quanto sostiene Morelli, sulla presenza della Brigata Vega a Rimini e del suo coinvolgimento nella guerra in Iraq abbiamo sempre avuto "da dire". Abbiamo "da dire" anche sull'invio degli elicotteri Mangusta in Iraq, partiti da Rimini e oggetto della più sciocca campagna militarista di sinistra che si sia mai sentita negli ultimi tempi. Dopo aver tanto invocato maggior protezione per i nostri (vostri) soldati gli elicotteri Mangusta sono stati inviati - alla faccia di chi chiede il ritiro dall'Iraq. Alla faccia di milioni di persone che hanno manifestato contro questa guerra. Come gestiranno le elezioni imminenti con il movimento pacifista francamente sono problemi che non ci riguardano: siamo anarchici. Siamo contro questo accordo perché non vogliamo partecipare alla spartizione dei proventi di morte delle compagnie private che gestiscono la logistica della guerra in Iraq e in Afganistan. L'unico interesse che ci lega a militari, produttori di armi e portaborse ministeriali è la completa e integrale riconversione civile delle strutture militari. Se le dimissioni di Morelli sono l'alternativa, per quanto ci riguarda la scelta non si pone. Se il problema sono gli equilibri interni di partito o di questa giunta, sappiano che il problema è loro e non nostro. Al qualunquismo politico che antepone gli interessi commerciali ed economici alle lotte contro la guerra diciamo: qui NO!
Escargot, gruppo Libertad – FAI Rimini