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Umanità Nova, numero 8 del 6 marzo 2005, Anno 85

Pannella senza sponsor
I radicali, Buridano e la Sora Maria



Leggendo delle circonvoluzioni dei radicali sulle alleanze per le prossime elezioni regionali, mi è venuto in mente Jean Buridan, il filosofo francese più noto in Italia come Giovanni Buridano.

Questo signore, seguace di Ockham, è passato alla storia della filosofia per un racconto che, non solo non aveva scritto, ma che era stato elaborato per prenderlo in giro. La storiella dell'asino che, posto tra due mucchi di fieno, non sa scegliere da quale dei due cominciare a mangiare e muore di fame era stata elaborata da un detrattore della sua teoria dell'impossibilità di decidere tra opzioni equivalenti.

Che il paragone non calzasse si vedeva però dal fatto che Pannella non muore di fame neanche quando fa lo sciopero della fame, figurarsi quando vende il proprio pacchetto di voti.

Pensavo che si trattasse della solita tattica da radicali "tutti d'un prezzo", si chiedono soldi e prebende agli uni ed agli altri ed alla fine vanno con chi li paga di più.

Tenendo poi presente che proprio nel Piemonte e nel Lazio (che, insieme alla Puglia, sono le uniche regioni "incerte") i radicali vantano una consistente parte della propria base elettorale, il prezzo di quei voti sembrava destinato a salire. 

Insomma mi sembrava che Pannella volesse fare come alle politiche del 1996, quando stipulò con Berlusconi un vero e proprio contratto che prevedeva il pagamento di 1 miliardo e 200 milioni in caso di insuccesso elettorale della Lista Pannella-Sgarbi nonché un contributo annuale di 1 miliardo e 800 milioni fino alla fine di quella legislatura. Berlusconi, come al solito, non rispettò il patto e Pannella lo portò di fronte ad un collegio arbitrale riuscendo ad avere ragione e a prendere i soldi. 

Corollario, non ininfluente, del tentennamento di questi giorni è stata la presenza quotidiana sui media di Pannella e della sua lista.

Nel centro destra, tranne Berlusconi, come al solito disposto a tutto in cambio della vittoria, si sono levate voci contrarie all'apparentamento elettorale con i radicali. I cattolici di quell'area temevano che, data la vicinanza con il referendum sulla legge liberticida della procreazione assistita, i radicali accentuassero l'aspetto anticlericale. 

Ora, l'anticlericalismo dei radicali è sempre stato ondivago: qualche anno fa si erano alleati con la chiesa cattolica nel nome della battaglia alla fame del mondo, dimenticando la strettissima relazione tra mancata pianificazione familiare, sovrappopolazione e fame e le responsabilità della chiesa stessa sull'argomento, nonché l'obbligo, per le popolazioni locali, dell'adesione alla religione cattolica in cambio della fornitura di cibo. 

Questa volta però i radicali puntano a cavalcare il consenso di tutte quelle persone che non vogliono che i preti decidano come devono far figli e come vada fatta la ricerca scientifica per la cura di gravi malattie ed è fisiologico che accentuino questo aspetto.

Analoghe obiezioni erano state sollevate, per rifiutare l'apparentamento elettorale con i radicali da parte dei cattolici del centro sinistra. 

I veti dei cattolici dell'una e dell'altra parte alla fine hanno avuto la meglio. Stupisce però che alle posizioni guerrafondaie in politica estera e antisociali in politica economica sostenute dai radicali, nessuno di quelli che si proclamano pacifisti e difensori dei diritti dei lavoratori abbia avuto nulla da dire. 

Insomma in ognuno dei due schieramenti si può essere pro o contro la guerra, pro o contro i diritti dei lavoratori, ma non si può neanche pensare di essere un po' lontani dalla chiesa cattolica. 

L'epilogo della vicenda mi ha lasciato un po' più perplesso. Se non ha preso soldi sottobanco per non stare né con gli uni né con gli altri, più che come l'asino di Buridano, Pannella ha fatto come la Sora Maria, che, in un adagio romano, tutti la vonno e nessuno se la pija.

Fricche







































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