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Umanità Nova, numero 8 del 6 marzo 2005, Anno 85

Normali "affari" di guerra
Marines a Rimini?
Continua lo scaricabarile



Tre o quattro aerei al giorno pieni zeppi di marines americani dovrebbero - come già dettagliatamente raccontato dal compagno Escargot sull'ultimo numero di UN - far scalo a Rimini in base ad un accordo siglato tra chi gestisce l'aeroporto "Fellini" (Aeradria s.p.a. maggiore azionista la Provincia, poi ci sono i Comuni di Rimini, Riccione, ecc.) e World Airways (la società che trasporta in Iraq truppe e materiali USA).

Da quando, una decina di giorni fa, la faccenda è diventata di dominio pubblico l'élite politica ed economica riminese si è spaccata tra chi vuole i marines (per ripianare con i dollari USA i debiti di Aeradria) e chi non li vuole (per paura di perdere gli euro portati dai turisti). Chi non li vuole è anche il variegato mondo pacifista che per l'occasione ha dato vita ad un "tavolo di mobilitazione contro la guerra e contro la presenza dei marines".

L'opposizione all'arrivo dei marines, sia di tipo economico che pacifista, ha causato nel centro-sinistra qui al governo un non edificante "si salvi chi può": la dimostrazione - ancora una volta, se ce ne fosse bisogno - dell'irresponsabilità di chi ci governa… chiunque esso sia. I giornali locali raccontano questo "tutti contro tutti": ogni giorno una comica diversa. Grande è la confusione sotto il cielo riminese: unica certezza una notevole propensione allo scaricabarile.

Ma rispetto alla reale volontà dell'Ulivo di opporsi all'arrivo dei marines dobbiamo considerare almeno due elementi:

- le elezioni regionali del 3 e 4 aprile: l'ambiguità dell'Ulivo va letta anche con la paura che i voti portati dalle "bandiere della pace" vadano ai loro alleati;

- i giochi di potere intorno all'aeroporto, al futuro assetto societario ed alle possibili speculazioni urbanistico-edilizie.

Allora la vera posizione del centro-sinistra di governo appare quella espressa da Legacoop sul Corriere di Rimini del 25 febbraio 2005: "È necessario gestire questa vicenda con equilibrio e intelligenza, recuperando una riflessione a tutto campo sul futuro dell'aeroporto, sulle strategie e sulle alleanze con una visione di ampio respiro. Vanno superate inutili impostazioni ideologiche (e vanno stigmatizzati alcuni accenti pur episodici e marginali di antiamericanismo qua e là affioranti), il tema della pace, dell'Iraq e del Medioriente, di nuovi rapporti fra Unione europea e Stati Uniti sono troppo importanti per essere sviliti in dispute di corto respiro". Del resto è da questa regione che viene Prodi, ed è questo il laboratorio della sinistra di governo.

Ad oggi 27 febbraio non si capisce ancora se l'aeroporto verrà concesso, se l'arrivo dei marines sarà imposto dall'alto (ma il berlus-governo questa partita l'ha gestita alla grande, scaricandola a chi non vedeva l'ora di gestire qualche briciola di questo traffico di morte) o se tutta la logistica USA troverà ospitalità, come prospettato, a Falconara, Trieste o Budapest.

Sappiamo solo - e come antimilitaristi ci basta - che in questa città si trova comunque il 7° Reggimento Aviazione dell'Esercito "Vega" e che da questo aeroporto sono già partiti per l'Iraq (spernacchiando sonoramente l'art. 11 della Costituzione e chi lo cita credendo di impedire guerre) gli elicotteri d'attacco Augusta A-129 "Mangusta" che rappresentano, stando a quanto riportato nel sito dell'Esercito, "l'unico esempio a livello europeo di unità di volo con specifiche capacità di combattimento ognitempo".

Seppur gravissima, la faccenda dei marines non è purtroppo che un piccolo spostamento di pedoni all'interno dell'immensa scacchiera del militarismo e fa parte della logica del militarismo la spartizione dei proventi di morte delle compagnie private che gestiscono la logistica della guerra in Iraq e in Afganistan.

A questa cultura di morte ci opponiamo come sempre, da anarchici e antiautoritari: con l'antimilitarismo. Contro i trafficanti internazionali di incubi, noi spacciatori di sogni stupefacenti. Per questo il prossimo 19 marzo, giornata di lotta antimilitarista internazionale, ci troviamo a Rimini. Appuntamento a tutte e tutti alle 14,30 all'Arco d'Augusto.

Lumacon, gruppo Libertad – FAI Rimini







































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