Umanità Nova, numero 9 del 13 marzo 2005, Anno 85
Una settimana di infami provocazioni fasciste in Veneto e Lombardia, tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo: in provincia di Treviso vengono fatti esplodere due ordigni contro un centro culturale islamico e l'auto di un immigrato; nel veneziano, a Scorzè, una bambina della comunità dei Testimoni di Geova è vittima di un'aggressione di stampo nazista; a Venezia, aderenti al centro sociale Morion si scontrano con alcuni noti personaggi d'estrema destra fiancheggiati da carabinieri in borghese che, vista la mala parata, tirano fuori le pistole; quindi nuovo attentato incendiario al centro sociale Pacì Paciana di Bergamo, seguito da altro incendio doloso al centro sociale Vittoria a Milano, anch'esso già oggetto di un simile tentativo nello scorso agosto.
Tutto questo a pochi giorni dal secondo anniversario dell'assassinio per mano fascista di Dax, Davide Cesare, ma anche a meno di un mese dalle elezioni regionali che, in Lombardia, vedono tra i candidati di Alleanza Nazionale l'ex-terrorista dei NAR, Pasquale Guanaglione; una candidatura hard in aperta concorrenza col cartello elettorale di Alternativa Sociale capeggiato dalla Mussolini, da Fiore e Tilgher.
Una logica della tensione quindi che si inserisce in giochi politici tutt'altro che extra-parlamentari e uno squadrismo che, con tutta evidenza, può contare su appoggi istituzionali.
A Venezia, infatti, i carabinieri intervenuti a difesa dei camerati - tra i quali anche il figlio di un alto grado dell'Arma - hanno prontamente tratto in arresto e denunciato due antifascisti. A Milano, invece, non è certo un mistero il fatto che le forze di polizia conoscono perfettamente i protagonisti della lunga serie di aggressioni e attentati registrati in Lombardia negli ultimi mesi, anche perché due di questi baldi giovanotti con la testa rasata, arrestati per la scorribande della scorsa estate, avrebbero fatto nomi e cognomi in cambio di qualche sconto giudiziario. Mentre invece la magistratura continua ad accanirsi contro gli antifascisti; prima incarcerando tre militanti dell'O.R.So ed ora contro uno del centro sociale Vittoria, condannato a otto mesi di detenzione.
A Rovereto, invece, il 17 marzo finiranno sotto processo due anarchici per qualche pugno ad consigliere di AN, tale Pappolla, istigatore di sgomberi e misure repressive, tra le quali la proposta di istituire nel centro cittadino il coprifuoco serale per gli immigrati.
A Trieste, invece, ai primi di febbraio, sono stati condannati, col beneficio della condizionale, tre antifascisti di Trieste, Gorizia e Padova; il primo per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (un anno e quattro mesi), il secondo per lesioni a un fascista (6 mesi), il terzo per lesioni e ingiurie sempre al medesimo fascista (8 mesi).
Episodi che stanno avvenendo, certo non casualmente, a meno di due mesi dal 25 aprile, sessantesimo anniversario dell'insurrezione contro il nazifascismo, una data che le destre governative vogliono da tempo cancellare mentre il centro-sinistra continua a svuotare di ogni radicale significato di liberazione.
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