Umanità Nova, numero 13 del 17 aprile 2005, Anno 85
Milano: in solidarietà per gli autoferrotranvieri
Venerdì 1° Aprile si è svolto alla Cascina
Autogestita Torchiera, in collaborazione con il Collettivo
"Organizzazione Spazi Liberati", un incontro pubblico sull'attuale
situazione nel settore autoferrotranviari.
Per la occasione è stato proiettato il filmato "Regalo di
Natale" che narra la vicenda delle lotte autoorganizzate che si sono
imposte all'attenzione generale nel periodo a cavallo tra il 2003 e il
2004.
Scopo della serata era quello di fare una più approfondita
analisi di quelle lotte, una verifica della situazione attuale nel
settore e un contributo di solidarietà con i lavoratori oggetto
di repressione per aver osato a ribellarsi alle "regole del sistema".
Per l'occasione erano presenti anche lavoratori dell'Atm di Milano,
dell'area Slai Cobas.
Sono state ripercorse le tappe della rivolta nata nei depositi dell'Atm
di Milano partita dai delegati di CGIL-CISL-UIL che hanno deciso di non
rispettare le cosiddette fasce "protette" in cui è vietato
scioperare nel primo mattino ma che, quanto alle 11 di quel primo
dicembre hanno pensato di fermarsi, hanno perso il controllo della
situazione e la lotta è proseguita spontaneamente, senza
più rispetto delle regole e della stessa precettazione
prefettizia. Da Milano la rivolta si è estesa all'Italia ed
è nato un coordinamento permanente.
Fu una graditissima sorpresa la solidarietà dei cittadini che si
riconoscevano, in quanto lavoratori, nei contenuti di quella lotta.
Questa solidarietà mise allora in difficoltà l'azione
repressiva del governo, delle aziende del settore e dei Confederali
stessi. Purtroppo la conclusione con un compromesso al ribasso (a
Milano gli aumenti sono stati dati in cambio di maggior
produttività) fatto dai Confederali che hanno spezzato il fronte
della lotta impedendo che andasse avanti, nonostante insoddisfazione
generale. Ma non è stato interrotto il percorso
dell'autoorganizzazione che si è manifestato poco dopo in
occasione del rinnovo del contratto.
Infatti, la piattaforma contrattuale presentata dal coordinamento degli
autoferrotranvieri presenta obbiettivi non concertativi: aumenti
salariali adeguati e non legati alla produttività, riduzione
dell'orario di lavoro. In alcune località le percentuali di
lavoratori che hanno scioperato con i sindacati di base hanno raggiunto
punte del 90%. Una nuova crisi si è verificata quando i
Confederali hanno firmato la loro piattaforma contrattuale al ribasso,
riuscendo nuovamente a rompere, pur nella scontentezza generale, il
fronte di lotta.
Attualmente un'ampia agitazione è ripresa in difesa dall'attacco
al diritto di malattia, dopo che il governo, nell'ultima finanziaria,
ha ridotto la copertura dell'Inps. Le aziende del trasporto,
diversamente da quanto accade nel settore privato, hanno rifiutato di
coprire la parte mancante: i lavoratori in mutua rischiano che i primi
3 giorni di malattia e il 50% di quelli successivi non vengano pagati.
Ci sono stati scioperi di protesta con alte percentuali di
partecipazione proclamati dal coordinamento. Ma CGIL-CISL-UIL pare
stiano manovrando per un accordo sulla sanità integrativa di cui
si garantirebbero la gestione dei fondi.
Al loro sciopero puramente dimostrativo di 4 ore proclamato
venerdì 8 aprile è stato sovrapposto, nella stessa
giornata, uno sciopero di 24 ore da parte del coordinamento autoferro.
Per quanto concerne repressione (multe per centinaia di euro ed in
alternativa giorni di prigione) che pende sul capo di migliaia e
migliaia di lavoratori (a Milano sono 5 le giornate di sciopero
incriminate) è stata istituita una cassa di solidarietà.
Nella serata al Torchiera è stato offerto in sottoscrizione il
DVD del filmato "Regale di Natale" e il ricavato della serata musicale
che è seguita è stato devoluto alla cassa di
solidarietà.
Liberamente tratto da un comunicato di Enrico
Genova: convegno antimilitarista
La prima parte del convegno antimilitarista che si è tenuta a
Genova sabato 9 aprile (la seconda sarà a La Spezia il prossimo
sabato)è andata molto bene: hanno partecipato circa una
ottantina di persone (il passaggio di persone è stato più
elevato) sia di aree militanti (autonomia, cobas, cub, assiciazioni per
la pace...) che no, sia provenienti da diverse zone della Liguria
(Spezzino, Tigullio, Genova e Savonese).
I relatori, tra cui mancava solo Alioti (relazione sull'industria
militare ligure), si sono concentrati sulla situazione geo-politica e
strategica internazionale, con particolare riferimento al Medio Oriente
(Stefano Capello), sulla situazione Africana e la nuova politica
militare e di controllo sociale sperimentata sia dagli statunitensi che
da alcuni paesi europei (Achille Lodovisi), ed infine sulle
trasformazioni del militarismo in Italia (Stefano Raspa). Tra relazioni
e successivi interventi complessivamente il convegno è durato
circa 4 ore.
Un organizzatore
Arezzo: cariche dopo la condanna di due animalisti
Due animalisti, Sergio e Agnese, sono stati processati il 5 aprile ad
Arezzo: erano accusati di aver collocato un ordigno davanti alla
macelleria "Alfredo". Sergio, detenuto a Palmi, è stato
condannato a 2 anni e 8 mesi, Agnese a 2 anni e 6 mesi. La pesante
condanna, comminata nonostante che a carico dei due non vi fosse che la
loro appartenenza al movimento animalista, è relativa alle
imputazioni di tentato danneggiamento e porto e detenzione di materiale
esplodente.
Il corteo spontaneo seguito all'emissione della condanna è stato
pesantemente caricato dalla polizia che lo ha spezzato in due
continuando a caricare. Nel corso della seconda carica un ragazzo,
David Martin, è stato duramente manganellato ed arrestato con
l'accusa di resistenza. Un altro manifestante è stato ferito,
mentre ad una ragazza è stata sottratta la video camera per
cancellare le foto della brutalità poliziesca. L'animalista
arrestato è stato rilasciato il giorno successivo ed è in
attesa di processo.
Euf.
Milano: rivolta nel CPT di via Corelli
Venerdì 8 aprile in serata, in uno dei settori del Centro, un
ragazzo stava male. I medici della Croce Rossa non sono intervenuti e
lui, per l'esasperazione, si è tagliato un braccio. Sanguinava
molto, ma l'ambulanza non arrivava.
I compagni di camerata hanno cominciato a protestare, la Croce Rossa ha
aperto la porta blindata e ha lasciato entrare la polizia in tenuta
antisommossa.
Sono iniziate le "perquisizioni": vestiti gettati ovunque e olio e
caffè versati su di essi, foto di famiglia calpestate, persone
strattonate, picchiate, fatte inginocchiare e poi fatte camminare in
ginocchio.
A quel punto, la protesta si è estesa anche nel settore dei
trans. Due detenuti sono stati arrestati e portati a San Vittore:
Mohammed, che ora è ancora in carcere e che sarà
processato per direttissima il 14 aprile, e un altro detenuto, poi
riportato a Corelli.
Sabato 9, una delegazione di cinque persone accompagnata dal
parlamentare Marco Fumagalli è entrata nel Centro, mentre fuori
dal centro si svolgeva un presidio che è stato bloccato a 200
metri dal cancello di entrata. La delegazione ha potuto parlare con
alcuni dei detenuti del settore b, che da venerdì sono in
sciopero della fame, e, attraverso le finestre della sala colloqui,
anche con i detenuti di un altro settore, che avevano solo intravisto
la polizia entrare nella camerata di fronte alla loro ma che ignoravano
tutto il resto. Lo sciopero si è esteso anche in altre camerate.
I detenuti di via Corelli hanno emesso un comunicato che riportiamo di
seguito: "Noi detenuti di Corelli da oggi sabato 9 aprile siamo in
sciopero della fame. Per denunciare che via Corelli non è un
centro di accoglienza ma un carcere speciale per immigrati dove sono
negati tutti i diritti e dove subiamo quotidiane violenze. Chiediamo:
1) Libertà per tutti, perché essere immigrato non è un reato
2) Libertà immediata per Mohammed, portato da Corelli a San
Vittore per aver avuto il coraggio di denunciare i soprusi che subiamo
qui dentro
3) un incontro in prefettura a cui partecipi una nostra delegazione
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Pisa. Chiusa l'inchiesta sulle COR
Dal giugno dello scorso anno (vedi "Umanità Nova" n.22 e n.40
del 2004) è in corso una indagine giudiziaria che vede coinvolti
diversi attivisti del gruppo ecologista "Il Silvestre" di Pisa.
Ai primi di aprile alcuni quotidiani hanno scritto che la Procura di
Firenze (alla quale è stata affidata l'inchiesta) ha concluso il
suo lavoro ed ha confermato le peggiori previsioni, vale a dire che gli
undici arrestati l'anno scorso verranno rinviati a giudizio per il
reato di associazione sovversiva - il famigerato art. 270bis - in
quanto accusati di far parte delle COR (Cellule di Offensiva
Rivoluzionaria) che tra il 2003 ed il 2004 hanno rivendicato una
ventina di "attentati" (danneggiamenti, incendi, minacce) nella zona
pisana ed a Roma.
Oltre a questo reato associativo, i due ancora in carcere sono stati
accusati di essere gli autori materiali degli atti e in quattro anche
di "propaganda sovversiva".
Come è noto gli indagati hanno dichiarato di non far parte delle
COR ed hanno organizzato diverse iniziative di controinformazione e
solidarietà durante le quali hanno ribadito che l'inchiesta
è solo un tentativo di reprimere i gruppi che esprimono istanze
radicali. Negli ultimi mesi si è costituito anche un "comitato
contro la repressione" che attualmente sta raccogliendo le firme per
chiedere la scarcerazione dei due attivisti ancora in galera ai quali,
nel gennaio scorso, sono stati negati per l'ennesima volta gli arresti
domiciliari, nonostante i problemi di salute di uno di loro. Il mese
scorso, l'avvocato difensore di uno dei rinchiusi ha presentato un
esposto al CSM nel quale spiega che il suo assistito è stato
trattenuto in galera solo grazie ad un falso commesso dal tribunale
pisano. Una ulteriore prova dell'accanimento repressivo.
Caotico-Info (Pisa)
Germinal di Carrara: sessant'anni, e punge ancora
A quanto pare gli anarchici possono risultare noiosi. Soprattutto
quando entrano nei particolari delle ricerche d'archivio e, spaccando
il capello in quattro, dimostrano che la ragione è dalla loro
parte, spesso ottengono il risultato opposto a quello desiderato:
ammutoliscono l'interlocutore travolto dalle argomentazioni.
Probabilmente a partire da considerazioni di questo genere, ma comunque
con l'intento di presentare i messaggi, la storia e la cronaca in
maniera non scontata, si è messo a lavorare un gruppo di
compagne e compagni che fanno parte o frequentano il Germinal di
Carrara. Il tema assunto era raccontare proprio la storia del Germinal,
dalla nascita del nome giù giù fino alla formazione del
gruppo nel 1912, la continuità storica fino ad oggi e descrivere
in maniera non retorica né autocelebrativa le lotte per il
mantenimento dei locali degli anni 89-93, denunciando le speculazioni
sul palazzo Politeama ove ha sede, esponendo le attività odierne.
Il risultato, dopo un'anteprima del 28 dicembre scorso, è stato
presentato con grande partecipazione e successo al pubblico che gremiva
la sala principale in occasione del 60 anniversario della sede, il 9
aprile scorso. Soledad, Donato, Siro, Natalia e Matteo, con la
collaborazione di Alfo, Silvio, Ruggero e Brigitta hanno presentato
tutto ciò sotto forma di lettura teatrale, con canti ed
animazione di burattini, proiezione di foto e puntuali spiegazioni su
una pianta dei locali, che ha polarizzato l'attenzione dei presenti:
compagni e simpatizzanti venuti anche da fuori, semplici curiosi e
cittadini che hanno risposto all'invito.
Mariella, Mauro, Alberto, Paola, Bruno, Anchise, Gianluca e tanti altri
hanno contribuito alla preparazione ed alla distribuzione di cibi e
bevande adatte ad un festeggiamento in piena regola. E bisogna dire che
il programma è stato mantenuto fino in fondo in buona armonia,
con canti e musiche che sono arrivati fin quasi al mattino. Un buon
auspicio continuare a pungere.
Aenne
Roma San Pietro come Bolzaneto
Domenica 10 aprile circa 250 tifosi livornesi sono stati aggrediti
nella stazione di Roma San Pietro da reparti della polizia, catturati e
rilasciati il giorno dopo alla spicciolata.
La giornata era cominciata male: i tifosi sono stati tenuti sui pullman
che li avevano accompagnati dalla stazione allo stadio da mezzogiorno
fino alle 14,45, mentre i poliziotti di scorta si esibivano in continue
minacce; una volta fatti scendere dai pullman, i livornesi erano
accompagnati all'interno dello stadio con schiaffi e pedate, subivano
accurate perquisizioni corporali, fino al sequestro di bandiere e
striscioni, fra cui quello che commemorava le centoquaranta vittime del
"Moby Prince", una delle tante stragi impunite che costellano la storia
contemporanea dell'Italia di cui il 10 aprile ricorreva l'anniversario.
L'aggressione più grave è arrivata alla stazione di Roma
San Pietro, mentre il treno con i tifosi livornesi stava ritornando
indietro.
La polizia, secondo numerose testimonianze raccolte, dapprima ha
inondato i vagoni di gas lacrimogeni e urticanti, che hanno causato
conati di vomito e principi asfissia; poi ha violentemente caricato
dentro i vagoni senza risparmiare colpi.
Tutti sono stati catturati, molti, ammanettati, sono stati gettati dal
treno; le persone sono state messe in ginocchio sul marciapiede del
binario. Secondo diverse testimonianze i comportamenti nei confronti
dei fermati sul posto sono stati dei più pesanti con pestaggi e
minacce delle peggiori.
Una volta portati i 250 in Questura ecco la notte alla Bolzaneto:
pestaggi gratuiti alla gente che dormiva ammassata sul pavimento,
intimazioni del tipo "canta Faccetta nera" seguite da minacce,
manganelli passati sul corpo delle ragazze per mimare uno stupro,
aggressioni improvvise per terrorizzare: il copione già
consolidato nel 2001. I rilasci, in un clima di preoccupazione per
possibili e annunciati agguati di fascisti fuori dalla questura, sono
avvenuti alla spicciolata.
Già lunedì 11 aprile c'è stato un presidio sotto
la prefettura, che ha visto attimi di tensione per la preoccupazione
degli amici e dei parenti, e l'indifferenza delle autorità.
La Federazione anarchica livornese ha emesso un comunicato di solidarietà.
Lo riportiamo di seguito: "La commissione di corrispondenza della
Federazione Anarchica Livornese (FAI) esprime la propria
solidarietà alle vittime della brutale aggressione poliziesca
avvenuta alla stazione di Roma San Pietro; denuncia la volontà
delle forze dell'ordine di imporre un elevamento dello scontro, come
dimostra la violenza concretizzatasi nella notte da incubo vissuta dai
tifosi livornesi; invita le organizzazioni antifasciste e del movimento
operaio ad impegnarsi in una mobilitazione dal basso in difesa del
diritto a manifestare dentro e fuori gli stadi, per gli obiettivi della
resistenza e per una società più giusta; invita a
partecipare alle iniziative che le realtà interessate metteranno
in piedi nei prossimi giorni.
per la commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese, Tiziano Antonelli"