Umanità Nova, numero 13 del 17 aprile 2005, Anno 85
Proseguono, ognuno per la propria strada, le appendici giudiziarie
del luglio genovese che, come già scritto su queste pagine (vedi
"Umanità Nova" n.6, 2005), solo in poche occasioni riescono a
superare la barriera di disinteresse dei mass-media e di parte del
movimento di opposizione.
Il processo contro i "black bloc" è quello in fase più
avanzata anche se nelle scorse settimane ha avuto un momento di pausa a
causa di un episodio che la dice lunga sull'atmosfera nella quale si
stanno svolgendo le udienze.
Infatti, il 16 marzo scorso, in seguito a una denuncia per
diffamazione, sono stati sequestrati due computer portatili usati dai
consulenti del gruppo di supporto legale che collaborano con i
difensori dei 25 imputati di devastazione e saccheggio. Gli avvocati
della difesa hanno chiesto a questo punto un rinvio delle udienze in
quanto il sequestro danneggiava il loro lavoro, istanza che è
stata accettata dalla Corte.
Il processo è ripreso quindi il 5 aprile e prosegue con la
sfilata die testi, per la maggior parte agenti delle forze del
disordine, chiamati a riconoscere gli imputati. Nel corso delle udienze
è stato rivelato anche un segreto di pulcinella, vale a dire che
la prassi della Digos prevede la compilazione di elenchi dei
partecipanti alle assemblee "non autorizzate".
Fino ad oggi i computer sequestrati non sono stati ancora restituiti e
si è diffusa la voce che siano arrivati a Torino, da dove era
partita la denuncia per diffamazione, danneggiati. Quando si dice il
caso!
Iniziato il processo agli agenti accusati del massacro della Diaz
Come previsto è regolarmente iniziato il 6 aprile il processo ai
28 agenti che la notte del 21 luglio 2001 entrarono - ospiti sgraditi -
nella scuola Diaz e nel mediacenter. Questo processo avrà vita
difficile in quanto è stato già rinviato al 19 maggio,
alla vigilia di una probabile sospensione estiva ed è noto che
alla ripresa autunnale dovrà cambiare (per ragioni che non
riguardano il processo stesso) il collegio giudicante e quindi molto
probabilmente ripartirà da capo. Il rischio concreto è
che finisca tutto in prescrizione.
Da segnalare che, alla vigilia della prima udienza, "Amnesty
International" ha diffuso un comunicato nel quale chiede "misure
più efficaci" contro la "frequente impunità" delle forze
dell'ordine, sottolineando il fatto che la maggior parte degli agenti
coinvolti nel raid teppistico erano mascherati e non portavano segni
identificativi.
Giusto per non dimenticare ricordiamo che alla fine dell'assalto in
stile squadroni della morte alla Scuola Diaz, furono fermate 92
persone: 58 uomini e 34 donne, la più giovane aveva 19 e la
più anziana 64 anni.
Solo 16 di loro (evidentemente per mero caso) restarono illese, la
maggior parte infatti fu colpita a manganellate e calci, alcuni furono
presi a seggiolate in testa o trascinati per le scale. Quelli
più fortunati riportarono solo contusioni più o meno
lievi, quelli meno furono letteralmente massacrati: traumi cranici,
fratture e lesioni in diverse parte del corpo.
Udienze preliminari per le torture di Bolzaneto
Continuano anche le udienze preliminari del processo per le torture
inflitte a Bolzaneto, un episodio strettamente collegato, anche se non
dal punto di vista giudiziario, con quello precedente non solo
perché la quasi totalità dei fermati alla Diaz
finì poi nella tristemente nota caserma, ma anche per il cumulo
di violenza e le bugie che i responsabili (di ogni ordine e grado)
hanno raccontato per tentare di giustificare i loro abusi.
Non è ancora chiaro quanti tra i fermati nei giorni del G8
furono portati a Bolzaneto, quello che è sicuro è che il
trattamento loro riservato fu indegno, ci sono più di 160
denunce per i maltrattamenti fisici e psicologici subiti che vanno
dalle umiliazioni corporali, alle mutilazioni (taglio di un codino,
rimozione violenta di un piercing) alle "semplici" botte con manganelli
o senza.
Sud Ribelle: il processo va avanti
Infine, il processo contro la rete del "Sud Ribelle" sta andando avanti
a Cosenza dopo la sceneggiata televisiva di fine febbraio quando
durante una discussa trasmissione giornalistica sono state mandate in
onda delle registrazioni di intercettazioni telefoniche di alcuni
imputati (Vedi "Umanità Nova" n.8, 2005) con il chiaro intento
di sostenere le accuse rivoltegli. E nell'udienza del 30 marzo il
Pubblico Ministero ha appunto depositato le "prove" contro gli accusati
che consistono principalmente in una serie di intercettazioni e
filmati, tra i quali anche alcune di quelle già passate sul
piccolo schermo. La difesa ha chiesto un rinvio, accolto, e il processo
è stato aggiornato al 13 aprile prossimo.
Quelle sopra sono solo brevi note, tratte principalmente dai siti web
già citati nel precedente articolo, ai quali rimandiamo per
maggiori informazioni.
Nonostante la frammentazione in varie sedi processuali, resta
fondamentale mantenere alta l'attenzione su quanto accade in quelle
aule e ancora di più impegnarsi nella solidarietà attiva
ai compagni inquisiti e nel sostegno, morale e materiale, ai gruppi che
seguono i processi.
Pepsy