testata di Umanità Nova

Umanità Nova, numero 15 del 1 maggio 2005, Anno 85

inform@zione




Bologna: lo sceriffo Cofferati
È abbastanza nota la rivolta nel CPT di via Mattei, a Bologna, che si è svolta fra il 12 ed il 14 aprile scorsi.
Meno nota è la premessa. Lo sciopero della fame dei reclusi nel lager di stato di via Mattei è l'epilogo della vasta vicenda che riguarda la questione sociale a Bologna e le politiche che la giunta di "sinistra", capeggiata dal "cinese", attua per reprimerla.
Cominciamo dalla vicenda dei "rumeni".
I compagni e le compagne sanno della lunga lotta (quasi tre anni di occupazione e di autogestione) che ha caratterizzato l'esperienza dello Scalo Internazionale dei Migranti. Di fronte alle politiche della giunta Guazzaloca intentate specificamente dall'assessore-fascista Raisi, la lotta degli immigrati (principalmente di origine rumena) aveva tolto alcune centinaia di persone dalle baraccopoli che sorgono sulle rive del Reno e che ad ogni pioggia rischiano di essere travolte, dandogli un tetto per quanto precario e "fuori norma".
Insediatosi Cofferati (con la pletora unionista, dai peones di Mastella a quelli di Bertinotti), anziché dare una risposta, per quanto riformista, alla questione dell'immigrazione, la soluzione è stato lo smantellamento dello Scalo con deportazione in una "nuova" struttura (villa Salus) dei soli "regolari". La baraccopoli sulle rive del Reno si è così allargata agli occupanti "irregolari".
Nella notte fra il 10 e l'11, complice la pioggia, le solerti forze della polizia municipale hanno fatto l'ennesima retata lungo le rive del Reno e dieci malcapitati "rumeni" sono finiti, dritto – dritto, dentro il CPT.
Da lì è scaturita la protesta che ha visto presidi di solidarietà con blocco della strada sia il 12 che il 14 scorsi.
Ma la vicenda del CPT si collega alla questione della casa. Da mesi sono in corso occupazioni nel quartiere San Donato. Da un mese ce n'era una anche in via Avesella. I collettivi MAO e Crash avevano occupato uno stabile di proprietà pubblica, destinato all'edilizia popolare, che dal 1998 marciva. La risposta della giunta è stata la minaccia dello sgombero forzato. L'assessore comunista Zamboni (Prc) e verde Amorosi (area disobbedienti) hanno fatto presente agli occupanti come sia "illegale" occupare le case che i proprietari lasciano marcire e come sia invece legale pagare affitti da 800 euro al mese per 40-50 mq.
Intanto l'assessore dipietrista Mura ha emanato l'ordinanza anti-bivacco: dalle 21 non si può sostare all'aperto con una birra od un bicchiere di vino in mano. Applicazione: gipponi blindati dei carabinieri in piazza Verdi ed in via del Pratello; richiesta di Cofferati a Pisanu affinché le forze armate dello stato ottengano rinforzi (Zangheri docet).
Ovviamente, di fronte alle denunce sul lavoro nero, il caporalato a cui i migranti (e non solo) sono sottoposti, lo sceriffo Sergio risponde al Coordinamento Migranti di Bologna, all'Unione Sindacale, ai collettivi, che vadano in questura a denunciare i caporali e, magari, facciano domanda ad una delle tante agenzie per il lavoro interinale di cui il nostro è socio.
Dopo le denunce al movimento di lotta al carovita delle settimane scorse, la linea della repressione si configura, ancora una volta, come la risposta delle istituzioni a tutti i livelli di fronte alle questioni sociali.
Ancora una volta ci domandiamo, ed ora sono sempre di più coloro che se lo domandano, ma cosa ci stanno a fare i "compagni" in questa compagnia?
Nelle prossime settimane sono in fase di organizzazione diverse iniziative, sia a carattere sociale che antifascista che antimilitarista.
In vista delle manifestazioni del primo maggio tutto il movimento (i collettivi, i coordinamenti, i sindacati di base) si mobilita per la libertà e la giustizia sociale.
Da Bologna avrete ancora notizie.
redb

Brescia: antimilitaristi tra pistole e "pistola"
Sabato 16 aprile si è aperta a Brescia EXA 2005, la fiera internazionale delle armi leggere. Da 24 anni EXA è un appuntamento fisso per il comparto armiero, che registra nella provincia bresciana il 90% della produzione nazionale. EXA mette in mostra la competenza e la "sana" vitalità che i lavoratori del settore hanno saputo acquisire, frutto di tradizione e dedizione… alla "causa". Armi come la Beretta, che in questo preciso istante è impugnata da un marines qualsiasi, che in un luogo imprecisato dell'Afganistan o dell'Iraq è riconoscente al compagno lavoratore della Valtrompia, perché l'arma in dotazione gli consente di seminare con eccellenti risultati "pillole di democrazia" a destra e a manca, senza alcuna sbavatura.
Qualche imbarazzo? Il segretario provinciale dei Ds Bragaglio, pungolato dal solito leghista, dichiara; "chi sostiene che davanti all'esposizione di EXA ci sia un fuggi fuggi della sinistra, è mosso soltanto dall'ignoranza e dalla malafede" e vai con gli attestati di stima. Gli fa prontamente eco il presidente della Commissione bilancio della Provincia, il diessino Rebecchi che pare invecchiato ai cancelli di EXA dal lontano 1981, e ricorda la sua partecipazione come segretario generale della Cgil per 8 anni 8, dichiarando chiaro e conciso: "Qualcuno può anche non amare le armi, ma di sicuro ama il lavoro che esse danno, il benessere che garantiscono alle genti della nostra provincia il primato produttivo che ci assegnano".
Provi a chiedere a Carlo Giuliani e alle decine di persone stroncate dalle Beretta in dotazione alle forze dell'ordine (..) quanto sono orgogliosi dei primati produttivi o in alternativa alle migliaia di animali sterminati, che ne pensano della operosità e creatività made in Brescia.
"Io amo il mio lavoro, io sono il mio lavoro, io produco pistole… io sono un pistola!" Questo potrebbe essere il prossimo scioglilingua che proponiamo ai compagni operai impegnati nel settore armiero.
Le strategie di mercato congelano, anestetizzano il prodotto, che risponde unicamente a se stesso, certificazioni e standard qualitativi. Ciò che viene prodotto si permea magicamente di un'aura (quella del profitto capitalistico), che lo sottrae ad ogni considerazione sulla finalità, l'uso e la necessità del produrre - strumenti di morte - perché è di questo che si tratta, non stiamo parlando di prodotti biodegradabili…
E il 2004 si è chiuso positivamente per il comparto armiero italiano, con una crescita - in base agli ultimi dati - del 2,87%. La produzione complessiva è stata la più alta degli ultimi dieci anni... chissà poi perché!
Per ribadire la nostra scelta antimilitarista che ha radici lontane, ma purtroppo è sempre di stringente attualità, Gramigna, "il giornale anarchico che cresce per dispetto", ha animato il vicolo Borgondio, sito nel cuore del Carmine - quartiere popolare della città - con alcune iniziative.
La giornata ha visto la partecipazione degli "APPEL" che con la loro tamburata, partendo da piazza della Loggia al ritmo incalzante delle percussioni sono giunti sino al circolo anarchico "Ettore Bonometti" in vicolo Borgondio.
Qui, si è tenuto uno spettacolo di parole e canzoni contro la guerra di Livia Castellini, Angel Galzerano e Daniela con il suo violoncello. La messa in forma di un sapiente e mutevole registro vocale e sonoro della Castellini, ha prodotto momenti di grande tensione emotiva. Pezzi della tradizione anarchica e popolare come "Gorizia", "Il galeone","Dai monti di Sarzana" o "Il disertore" di Boris Vian sono stati alternati al ricordo, di piccoli grandi gesti individuali e collettivi, tratteggiando così una mappa, caratterizzata da una radicata consapevolezza antiautoritaria, partendo dalla lotta partigiana, per passare negli anni '50 a Pietro Pinna, che si dichiara obiettore Per gli anni '70 è stato ricordato Manrico Mansueti, impiegato comunale di Sarzana, che detrae dalla sua dichiarazione dei redditi il 12,5%, non volendo destinare tale somma al Ministero della Difesa; negli anni '80 tra gli altri, sono stati citati gli anarchici Agostino Manni e Giuseppe Coniglio incarcerati per obiezione totale e Maurizio Maggioro, operaio di una fabbrica di Baranzate di Bollate, che si rifiuta di stampare dei dadi per mine, venendo prima sospeso e poi licenziato.
La serata è continuata con l'inaugurazione dell'esposizione di Giorgio Bertelli, raffinato editore delle edizioni "L'Obliquo" e artista mai banale, che nei locali del circolo anarchico "Bonometti" ha proposto un allestimento dal titolo "Scuro come i miei occhi". Senza alcuna enfasi ideologica, Bertelli riapre e divarica la ferita della grande guerra, scrive Edoardo Albinati, come farebbe un bambino che gratta via una crosta e subito il sangue riaffiora.
La serata è proseguita con la presentazione del n°5 di Gramigna, tra pasta al sugo, salame e formaggio grana.
Agostino Perrini


Gradisca: la lotta al CPT non si ferma
A Gradisca la lotta contro il costruendo lager per immigrati non si ferma nonostante tutte le difficoltà. Di sicuro l'apparato repressivo non si ferma e così qualche giorno fa il compagno Paolo de Toni si è visto consegnare dai carabinieri un avviso di garanzia per la divulgazione di informazioni coperte da segreto di stato. L'avviso si riferisce alle foto scattate dallo stesso compagno con il suo cellulare al progetto del CPT che lo stesso sindaco di Gradisca aveva messo a disposizione dei vari attivisti. Questo è il terzo avviso di garanzia per questa questione. Per nulla intimiditi i compagn* del coordinamento libertario contro i CPT hanno continuato con la loro opera e giovedì 21 si è tenuta la prevista assemblea pubblica alla sala Bergamas di Gradisca. Durante la serata è stata ripercorsa tutta la vicenda con la presentazione di un apposito dossier e si sono chiariti i vari passaggi smascherando con chiarezza i doppiogiochismi e le ambiguità dei vari partiti di centro-sinistra in questa vicenda. Durante la serata ha preso anche la parola (invitato apposta dal coordinamento) A.Todorovic che ha parlato dell'infame vicenda dei cancellati sloveni. I cancellati sono decine di migliaia di persone che dopo la creazione della Slovenia sono stati cancellati dai pubblici registri e provati perciò di tutti i diritti nonché rinchiusi nei cpt e tutto questo solo per non essere nati lì. L'assemblea ha visto la partecipazione di un'ottantina di persone, risultato buono di sicuro, sebbene anche in questo caso la sonnolenta cittadina di Gradisca non si sia mossa. Ottima invece la visibilità sui media locali sia prima che dopo l'assemblea in cui sia le denuncie dei compagni sulla vicenda CPT sia il caso dei cancellati hanno avuto molto spazio. La lotta continua. Per info e aggiornamenti www.ecologiasociale.org
Un compagno














































una storiasommarioarchiviocontatticomunicaticollegamenti