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Umanità Nova, numero 15 del 1 maggio 2005, Anno 85

Associazioni a delinquere
Chi ci difende dai "difensori"?




Meglio che non ci rubino niente. Almeno così non si avranno guai con la polizia.
(Anonimo)


Dalle agenzie di stampa, il 19 aprile si è appreso che a Roma, sono stati arrestati 7 poliziotti e altri 2 denunciati per un'inchiesta sull'attività di un gruppo di sottufficiali del commissariato Trastevere. Le indagini hanno accertato che il gruppo, con la complicità di pregiudicati (uno si presentava come commissario capo) avrebbe costituito un'associazione per delinquere per compiere i reati di rapina pluriaggravata, falso in atti pubblici, ricettazione e riciclaggio. Nella stessa inchiesta, accertati anche episodi di detenzione e spaccio di droga.

Appena tre giorni prima, a Napoli erano state recapitate 14 comunicazioni giudiziarie ad altrettante persone, tra le quali 6 ufficiali dei carabinieri, 5 sottufficiali dell'Arma, un poliziotto e altri due indiziati. Ai 14 i pm della Direzione distrettuale antimafia contestano di essere coinvolti in una serie di scambi di favori e regali con esponenti della malavita organizzata; perquisita anche la caserma dei Carabinieri di Pozzuoli. Gli avvisi di comparizione riguardano oltre a Giuseppe Del Giudice, ritenuto esponente del clan Longobardi-Beneduce, e l'imprenditore Angelo Schiano di Zenise, anche il generale di corpo d'armata Sabato Palazzo, ex comandante dei Ros.

Questi sono soltanto gli ultimi due episodi di una lunga serie di incriminazioni riguardanti membri delle forze dell'ordine colluse con la criminalità comune, di cui riportiamo di seguito alcuni dei casi più clamorosi.ppena il 19 febbraio scorso, due finanzieri, destituiti dal servizio alcuni mesi prima per altri procedimenti penali, erano stati arrestati a Torre Annunziata perché ritenuti responsabili di una tentata rapina avvenuta nel gennaio 2004 a Roma; quella sera in un negozio di alcuni cittadini cinesi ci fu un tentativo di rapina fallito per la reazione dei proprietari. I due rapinatori, che dopo oltre un anno di indagini si è scoperto essere due finanzieri allora in servizio in due strutture del litorale romano, spararono mentre erano in fuga e ferirono un ispettore di polizia.

A metà gennaio, a Brindisi, 8 carabinieri, tra i quali due ufficiali, già in servizio nella compagnia di Fasano (Br), erano stati tratti in arresto e accusati, a vario titolo, di detenzione e porto illegale di armi, falso in atto pubblico, calunnia, arresto illegale. Fra gli arrestati anche l'ex comandante della compagnia, Cosimo Damiano Dellisanti, e la vicenda riguardava la presunta accelerazione nella preparazione di un attentato ai danni di un maresciallo, da parte di un esponente della Scu.

All'inizio del dicembre 2004, 5 agenti della polizia stradale, in servizio a Giulianova, Teramo e San Benedetto del Tronto erano stati arrestati per concussione. I poliziotti si sarebbero fatti consegnare indebitamente, in più riprese, somme di denaro da un imprenditore della provincia di Teramo.

Ai primi del luglio 2004, a Varese si concludeva invece con l'arresto di 6 carabinieri in servizio a Varese e a Luino l'inchiesta condotta dalla Procura di Varese su un giro di prostituzione che gravitava attorno all'ambiente dei locali notturni. Per tutti l'accusa contestata era quella di favoreggiamento della prostituzione e corruzione. Secondo quanto contestato, i sei non avrebbero accolto la richiesta di aiuto fatta da una delle "schiave del sesso" ma anzi avrebbero avvertito delle proteste il capo dell'organizzazione di sfruttatori avvisando che la ragazza in questione intendeva lasciare il giro.

Pochi giorni dopo, il 7 luglio, 3 poliziotti venivano arrestati nel milanese: dietro compenso acceleravano le pratiche per i permessi di soggiorno, su pagamento di somme oscillanti tra i 250 e i 3mila euro.
Nel giugno 2003, venivano arrestati 3 carabinieri a Torino, accusati di costruire prove e testimonianze false per incastrare le persone arrestate. La vicenda si riferiva all'attività di alcuni militari della stazione di San Salvario, nell'omonimo quartiere. Ad uno dei carabinieri vennero contestati la concussione, il peculato, il falso, la cessione di droga, mentre per un altro le imputazioni sono state più lievi in quanto agli inquirenti risultava fare regolarmente uso di sostanze stupefacenti, che peraltro erano state scoperte nella sua abitazione nel corso di una perquisizione.

Sono solo alcuni assaggi di cronaca nera, eppure c'è ancora chi si sorprende del fatto che per gli antiautoritari non ha senso contrapporre legalità e criminalità, norma e devianza, in quanto queste si alimentano e specchiano reciprocamente.

Come ha osservato Alessandro Dal Lago "tutto l'occidente è ossessionato dal problema della sicurezza nelle strade, del contenimento della delinquenza, in breve dell'ordine microfisico" nonostante che, "in realtà, nessun dato giustifica questa ossessione". Eppure, non solo basta aprire un qualsiasi giornale per accorgersi della paranoia di attori politici e sociali nei riguardi degli immigrati, considerati come un pericolo capace di disgregare la "nostra" società, ma sapendo leggere con attenzione le stesse cronache quotidiane è possibile rendersi conto che semmai si pone il problema di come difendere la società dai suoi "difensori". 

A. Lupin














































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