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Umanità Nova, numero 17 del 15 maggio 2005, Anno 85

Colombia 1° Maggio: la polizia uccide Nicolas, anarchico di15 anni
…ma la libertà non si uccide: chi lotta e sogna non muore mai




Il Primo Maggio, come nel resto del mondo, anche a Bogotà, capitale della Colombia, si è tenuta una manifestazione particolarmente partecipata. Decine di migliaia di lavoratori, disoccupati, attivisti di movimenti sociali, sono scesi in strada per dimostrare la loro opposizione allo sfruttamento e la loro voglia di libertà. 

Insieme a loro c'erano anche molti anarchici che scandivano slogan sventolando le bandiere nere, mentre gruppi rock accompagnavano il corteo con la loro musica.

Quando la manifestazione ha raggiunto una delle strade principali del centro, gli agenti di polizia della ESMAD (lo squadrone mobile antisommossa), hanno improvvisamente cominciato a lanciare lacrimogeni contro gli anarchici, dando il via ad una carica violenta, manganellando e sparando pallottole di gomma in tutte le direzioni.

In particolare un gruppo di poliziotti, con il viso coperto e senza alcun distintivo, si sono accaniti contro un compagno di 15 anni, Nicolas David Neira Alvares, presente nello spezzone anarchico, che è stato massacrato fino a fargli perdere conoscenza. Da notare che solo la reazione degli altri anarchici è riuscita a sottrarre il giovane compagno alla furia bestiale degli agenti.

Oltre a Nicolas, almeno altri sei compagni risultano colpiti dalle pallottole di gomma, e un altro è stato ferito da una granata lanciata dalla polizia per disperdere il corteo mentre vari sono stati i feriti al capo, alla faccia e sul corpo.

Dopo 5 giorni senza mai riprendere conoscenza, Nicolas è morto.

Tutti hanno visto all'opera gli squadroni della morte dell'ESMAD, esecutori materiali dell'omicidio di un esile ragazzo di 15 anni, che i compagni descrivono come socievole ed attivo nelle lotte della sua scuola, colpevole di essere anarchico. 

Tutti in Colombia vedono i mandanti, il governo di Uribe Velez, con il concorso di Lucho Garzòn, suo proconsole a Bogotà. Questi signori cercano di fermare chi si ribella alla loro politica di devastazione sociale con la repressione brutale e violenta dei compagni più coscienti e generosi tra gli sfruttati in lotta. 

Tutti nel mondo vedono le scelte dei padroni della terra, che hanno deciso che in Colombia comandi la mafia ed esporti cocaina e manodopera a basso costo per il nord del mondo. La lotta per l'emancipazione e per la libertà degli sfruttati fa temere la perdita dei loro profitti in quel paese.

Non si compiacciano troppo questi assassini ed i loro complici per la morte di un ribelle.

In tutto il mondo in ogni lotta, in ogni casa occupata, in ogni sciopero, in ogni manifestazione, in ogni atto di ribellione, il nome di Nicolas David Neira Alvares farà ricordare a tutti i padroni della terra che la voglia di libertà di un quindicenne anarchico non è stata fermata dalle manganellate criminali della sbirraglia colombiana.

Commissione di relazioni internazionali della FAI
















































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