Umanità Nova, numero 17 del 15 maggio 2005, Anno 85
Lugano: autoriduzione alla mostra Basquiat
Alle 11 di mattina del 7 maggio una cinquantina di precari, studenti,
artisti, squattrinati, working poor, interinali e attivisti vicini al
C.S.().A il Molino si sono presentati all'entrata del museo d'arte
moderna rivendicando l'autoriduzione a 1 franco per la visione della
mostra di Jean Michel Basquiat.
Un gesto importante per rivendicare il libero accesso ad una cultura
sempre più mercificata e privatizzata, che tende anche a Lugano
a reprimere forme di espressione artistiche, politiche e sociali
alternative.
Nel volantino diffuso all'entrata e "biglietto" per l'autoriduzione si
legge: "Dal catalogo ufficiale della mostra: 'se la città si
presenta come un sistema di segni organizzato, come uno spazio mosso da
segnali gestiti dall'alto, questi graffiti sono una risposta, il
tentativo di riappropriarsi lo spazio urbano e i suoi codici, per
autogestirli. L'autogestione si muove ribaltando completamente le norme
che reggono, nella società capitalistica, la creazione
cosiddetta artistica: il carattere individuale e la proprietà
personale del lavoro artistico.'
'l'esercito notturno dei graffittisti dunque afferma un proprio diritto
alla parola. Contro la neutralità impersonalità e
oggettività dello stile bianco gli impulsi di una mano meticcia
che segnala pubblicamente la propria deriva esistenziale e l'erotismo
aggressivo.
Egli ha applicato già sui banchi i scuola un'anarchia comportamentale capace di preservarlo da ogni tentativo d'ordine.'
C.S.().A. il Molino
Primo Maggio a La Spezia
Quest'anno i compagn* della CUB e del Circolo libertario Pasquale
Binazzi hanno deciso di festeggiare o meglio ricordare il 1° maggio
nella loro città dove ormai da molti anni il 1° Maggio
è diventato una ricorrenza propagandistica elettorale ad
esclusivo uso e consumo dei sindacati confederali.
Spogliato di ogni significato rivoluzionario, come buona tradizione
riformista insegna, grazie all'operato dei confederali, il 1°
Maggio per gli spezzini rimane solo un'altra occasione persa in cui non
sono più i lavoratori o i non lavoratori a ricordare le lotte
compiute e da farsi, ma sono gli stessi sindacati, responsabili della
delegittimazione della lotta, ad avere la possibilità di
perpetuare e rafforzare nell'immaginario collettivo l'idea che la loro
funzione sia la difesa dei lavoratori. Nessuna contestazione è
ammessa, nessuna altra scelta è ammessa, o con noi o contro di
noi, questa è la filosofia della classe dirigente dei
confederali. Il problema per noi non riguarda il fatto che i sindacati
sfilino il 1° Maggio ma piuttosto riguarda la negazione degli spazi
di conflitto e di discussione che si viene a creare in questa
occasione. Nessuna discussione nessuna opposizione.
Ed è contro questa logica che abbiamo deciso di ricordare a modo
nostro il 1° Maggio dei lavoratori con un corteo ma anche con un
momento conviviale (fave e formaggio per tutti).
Di fronte all'annichilimento delle coscienze, diventa prioritario
aprire spazi di comunicazione e confronto. Se è vero che i
cortei servono per riconoscerci e definirci all'esterno, altrettanto
vero è che solo rompendo gli schemi della politica tradizionale
è possibile trovare nuove strade da percorrere insieme,
attraverso il confronto ed i dialogo, recuperando quel poco che rimane
dallo sfacelo della democrazia. E allora succede che gli individui
riescano a ritrovarsi e riconoscersi ed ad aver voglia di ricominciare
a lottare.
Al termine della manifestazione numeros* compagn* hanno concluso la
giornata a Carrara, per molti di noi luogo di affezione storica.
Circolo Binazzi
Jesi: per non dimenticare piazza Fontana
Undici anni fa, nel venticinquesimo della strage di Piazza Fontana,
come anarchici, insieme ad altre forze di sinistra, riuscimmo a far
mettere una lapide dedicata a Pinelli e a tutte le vittime delle stragi
in Italia. Il sindaco di allora la mise nell'androne del Comune con la
firma: i cittadini di Jesi. Oggi, dopo la vergognosa sentenza
assolutoria degli ultimi neofascisti processati in merito, siamo andati
in piazza, con un presidio per denunciare l'impunità del
terrorismo di Stato.
L'iniziativa è andata sostanzialmente bene. Sono stati
distribuiti un migliaio di volantini e la quindicina di compagni
presenti hanno poi portato una corona sulla lapide per sottolineare il
bisogno di mantenere viva la memoria storica delle malefatte della
ragion di stato. Buono anche il riscontro sulla stampa locale.
FAI – Federazione Anarchica Italiana - Jesi
Trieste: Nicolas vive!
Nella notte dell'8 maggio i compagni del gruppo Germinal hanno affisso
nelle vie del centro storico e nella zona universitaria di un volantino
per ricordare la morte di Nicolas, il compagno colombiano pestato a
morte dagli sbirri. Il volantino riportava il comunicato della Cruz
Negra Anarquista di Bogotà e gli indirizzi e-mail a cui spedire
i propri messaggi di solidarietà. Anche il muro del consolato
onorario della Colombia è stato ricoperto di manifestini.
Raffaele
Torino: impronte digitali ai prof.
Chi facesse un giro nei locali dell'ITIS Avogadro di Torino non
potrebbe che restare colpito da una serie di caratteristiche non
usuali: un bar ragionevolmente grazioso, uno sportello bancomat della
principale banca cittadina, un'aula docenti ampia, luminosa ed
elegante, laboratori attrezzati, sale riunioni per studenti nello
scantinato in stile centro sociale ecc.
Siamo, insomma, in una scuola progressista, diretta da un dirigente di
sinistra, moderata assai, per la verità, ma sempre di sinistra,
che con la collaborazione di un discreto gruppo di docenti progressisti
anch'essi, alcuni di sinistra ed altri di destra, ha lavorato a
lanciare sul mercato della formazione un istituto tecnico che è
il più antico d'Italia e il più grande del Piemonte.
Un esempio di aziendalizzazione democratica e concertativa quanto altre
poche, diversa nello stile da quella imposta in altre scuole con
decisioni unilaterali.
Se lo stile qualcosa vuol dire e consiste, ad esempio, nello sforzo di
tenere "mobilitati" gli studenti che ormai "autogestiscono" annualmente
la scuola su bonaria pressione dall'alto, gli esiti sono singolarmente
simili a quelli che si rilevano in scuole meno democratiche e
partecipative.
In altri termini, è assolutamente evidente, che la pressione
sociale verso la scuola azienda funziona nello stesso modo nelle sue
versioni filogovernative ed antigovernative.
Una dinamica suggestiva anche se, per la verità abbastanza scontata.
All'Avogadro, di conseguenza, è stata sperimentata con
entusiasmo l'esternalizzazione di parte dell'insegnamento a favore
delle agenzie formative private e, magari, a gestione sindacale, la
videosorveglianza, rispetto alla quale è stata necessaria una
complicata vertenza sindacale e, perché porre limiti all'estro
dei progressisti?, un nuovo modello di rilevazione della presenza del
personale mediante l'introduzione di una macchina che si timbra
mediante pressione digitale.
Lasciamo parlare, a questo proposito, il dirigente scolastico che
sdrammatizza ma ammette che: "Vero è che è stato fatto
uno studio da parte di un gruppo di docenti, come in campo tecnologico
si fa spesso; un'esercitazione rispetto alle proprie competenze. Questo
docenti, poi, hanno deciso di utilizzare il nuovo sistema. Alcuni lo
preferiscono perché perdevano la tessera della bollatrice in
funzione da anni e con l'accordo di tutti". Da "La Stampa" del 5 maggio
2005.
Siamo di fronte ad un caso evidente di banalizzazione di una scelta che
ha, al contrario, importanti implicazioni culturali e politiche.
È bene inoltre, a questo proposito, ricordare che lo "studio" in
questione è stato fatto con finanziamenti privati provenienti
dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino che, evidentemente,
apprezza il genere visto che ha già finanziato, fra l'altro, il
macchinario necessario a rilevare le presenze, mediante badge, degli
studenti dell'ITIS Peano, sempre di Torino.
Ancora una volta, non saremo certo noi a scandalizzarci a causa delle
scelte di una fondazione bancaria. È, però, importante
rilevare come questi benefattori, in luogo di acquistare libri per le
biblioteche scolastiche, finanziare corsi integrativi, donare
attrezzature utili, sembrano affascinati dalle tecniche utili a
perfezionare il controllo sociale sul territorio.
Su questo terreno è, altresì, interessante rilevare come
il sindacalismo scolastico, con l'eccezione della CUB Scuola, sia
singolarmente tiepido. Sembra che denunciare il delirio securitario sia
poco fine, inopportuno, un lusso che non ci si può permettere a
fronte dell'egemonia dei seguaci del grande fratello.
D'altro canto, è necessario non dimenticare mai che ogni
segmento del percorso che porta al panopticon del terzo millennio
può sembrare banale, irrilevante, scontato ma che è
proprio opponendosi a operazioni del genere che è possibile
condurre una necessaria battaglia per le libertà individuali e
collettive.
Cosimo Scarinzi
Orvieto: finanzieri dell'antiterrorismo
Presso la Caserma Monte Grappa, sede del Centro Addestramento di
Specializzazione della Guardia di Finanza, ha avuto inizio il 24°
Corso Antiterrorismo Pronto Impiego per Ispettori e Finanzieri. Sono
130 gli ispettori, finanzieri, istruttori di supporto giunti a Orvieto
per questa particolare formazione.
È così iniziata la fase addestrativa più
importante per il personale del Corpo della Guardia di Finanza, quella
rivolta a coloro che al conseguimento della specializzazione
Antiterrorismo Pronto Impiego - i cosiddetti Baschi Verdi – saranno
quotidianamente impiegati in attività di servizio a maggior
rischio, nelle zone più "calde" del territorio nazionale, per il
contrasto della criminalità e delle attività illecite.
Il Corso, della durata di due mesi, vedrà arduamente impegnati
130 militari provenienti dai Comandi Regionali del Corpo di tutta
Italia, in attività addestrative quali le scorte di sicurezza,
le tecniche antiterrorismo e antisabotaggio, le tecniche di tiro in
particolari situazioni operative con armamenti specifici, le tecniche
di combattimento e di difesa personale, oltre al mantenimento
dell'efficienza fisica e alla gestione dello stress.
Biblioteca Libertaria "Il tarlo" - Archivio Storico
Fonte: www.orvietonews.it