testata di Umanità Nova

Umanità Nova, numero 18 del 22 maggio 2005, Anno 85

Gli antennati del Vaticano
Onde assassine all’ombra del cupolone




I circa ventimila abitanti della zona comprendente Cesano, Olgiata, Osteria Nuova e La Cerquetta, a nord di Roma non si devono illudere più di tanto: la sentenza con la quale il tribunale romano ha condannato a dieci giorni di arresto il cardinale Tucci ed il padre Borgomeo, rispettivamente presidente e direttore di Radio Vaticana per "getto pericoloso di cose", relativo all'inquinamento elettromagnetico indotto dalle emissioni delle antenne trasmittenti, può diventare solo una foglia di fico per dimostrare la bontà della via giuridica al conflitto sociale e per tamponare la giusta collera delle popolazioni colpite. Sul tappeto, in realtà, rimangono tutti i problemi aperti: le antenne rimangono dove sono e continuano a trasmettere; nel giorno della morte di Wojtila hanno tranquillamente superato i limiti imposti dalla legge italiana. E si tratta di cinquanta antenne, alte fino a cento metri, che occupano un'area di 425 ettari, e che trasmettono 24 ore su 24, in modulazione di frequenza, onde corte, medie, via satellite e internet, per un totale di 67 ore di trasmissione quotidiana su cinque reti. Un'emissione continua che investe le popolazioni: un fascicolo aperto alla procura di Roma ipotizza il reato di omicidio colposo in relazione alla morte di nove bambini a causa della leucemia. Ricordiamo a tale proposito che diversi studi in Svezia, Danimarca e Finlandia hanno messo in rilievo il legame esistente tra esposizione prolungata ai campi elettromagnetici ad alta frequenza e l'aumento di mortalità per leucemia, melanoma e tumore celebrale.

Ma sono studi che in Vaticano, così solerte nei confronti di anime ed embrioni, evidentemente interessano poco: come si sa la carne va mortificata. Di fronte all'immenso compito di evangelizzazione del mondo (e di inquinamento dei cervelli) cosa volete che conti la qualità della vita di qualche migliaio di individui? Ricordiamo che c'è voluta la minaccia di staccare la corrente agli impianti per costringere il Vaticano a ridurre le emissioni che erano arrivate a dimensioni notevoli (fino a 50 volt/metro quando il limite italiano è di 6 volt/metro). Se questa sentenza è vista come un primo passo per inchiodare radio vaticana alle proprie responsabilità, solo la mobilitazione di tutti i cittadini coinvolti può garantire che gli altri passi vadano nella direzione della risoluzione definitiva del problema nella consapevolezza che la via giuridica registra sempre un dato di fatto e solo molto raramente lo anticipa.

max

















































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