Umanità Nova, numero 22 del 19 giugno 2005, Anno 85
Il 26 ottobre del 2001, a un mese e mezzo dagli attentati a New York, il presidente Bush firmava una delle più controverse leggi statunitensi, la "USA Patriot Act" (Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism Act) come prima mossa di quella campagna contro il terrorismo internazionale che è poi diventata il motivo conduttore della politica degli Stati Uniti in questi ultimi anni.
Questa legge forniva all'amministrazione un complesso e completo quadro normativo in grado di sostenere i suoi piani di militarizzazione, garantendogli un ampio spazio di manovra a dispetto delle tanto sbandierate "libertà civili" esistenti nel paese che si definisce il più democratico del mondo.
Il P.A. infatti si indirizzava principalmente sul fronte interno:
- aumentando i poteri di controllo nei confronti dei cittadini;
- ampliando i poteri di controllo anche a reati che con il terrorismo
hanno poco a che vedere;
- riducendo al minimo la possibilità di verifica dell'operato
delle forze del disordine statale;
per citarne solo gli aspetti più importanti.
Tra i tanti abusi previsti dalla legge anche la possibilità di controllare, senza l'autorizzazione di un magistrato, i libri richiesti da una persona in una biblioteca, quelli comprati in una libreria, i suoi dati medici e fiscali. In altri termini il "fine" della lotta al terrorismo veniva perseguito con tutti i "mezzi" a disposizione.
Questo provvedimento legislativo è stato il primo di una
serie che, negli anni successivi hanno continuato ad erodere spazi di
libertà: al P.A. del 2001 ha fatto seguito la "Intelligence
Reform and Terrorism Prevention Act" del 2004 e tutta una serie di
"aggiustamenti" nel settore dei servizi segreti, culminati con la
creazione di un "super-servizio" con a capo il famigerato John D.
Negroponte (vedi "Umanità Nova" n.7 del 27/2/2005).
Nonostante le opposizioni delle associazioni che si occupano della
difesa delle libertà personali e malgrado le diverse denunce di
incostituzionalità, il P.A. ha continuato ad operare in questi
quattro anni, spesso con effetti pericolosamente ridicoli. L'anno
scorso sono stati denunciati tre componenti del "Critical Art Ensemble"
in quanto producevano progetti artistici sul tema delle biotecnologie e
il P.A. prevede espressamente il divieto di possesso di agenti
biologici se non autorizzati.
Caduta l'accusa di "bio-terrorismo" si è passati, nel 2005, a
quelle di frode postale in quanto gli imputati si sarebbero fatti
spedire per lettera un batterio usato poi in una installazione
artistica.
Un nuovo Patrioct Act
Nelle ultime settimane si è diffusa la notizia della
discussione di una nuova versione del P.A., nome in codice "Parea"
(Patriot Reauthorization Act), in quanto il primo provvedimento era
stato approvato in fretta e furia - nonostante la sua
complessità - anche grazie al fatto che era stato presentato
come "provvisorio" e quindi da ridiscutere nel giro di qualche anno.
Le prime indiscrezioni fanno prevedere che questa "revisione"
avrà un effetto decisamente peggiorativo (se possibile) del
P.A., tanto da scandalizzare persino alcuni sostenitori della versione
originale della legge.
In effetti si parla di concedere alle agenzie di sicurezza (in particolare il Fbi) il potere di chiedere ed ottenere qualsiasi genere di dati relativi ad una persona, senza nemmeno doversi prendere la briga di inventarsi la scusa del sospetto di terrorismo o di un qualche altro reato. E, ancora più grave, si prevede di rendere permanenti alcuni degli articoli del P.A. che erano già stati considerati solo provvisori in quanto palesemente anticostituzionali. Uno di quelli che hanno maggiormente indignato anche le anime più candide è la possibilità di eseguire intercettazioni e perquisizioni segrete, senza alcun mandato giudiziario e senza che la vittima ne venga a conoscenza.
Aumentano anche in maniera indiscriminata i poteri di intercettazione, soprattutto elettronica, e di controllo della corrispondenza e viene garantita l'immunità completa a chi agisce in base a questa legge.
Volendo ridurre tutto ad una sola affermazione, si può dire che la legge prevede che vengano usati, sui cittadini statunitensi e su coloro che in Usa risiedono, i metodi che di solito i servizi applicano, all'estero, nei confronti dei cittadini di altri paesi. Il che la dice lunga sul loro modus operandi.
Qualcuno potrebbe credere che l'esistenza o meno del P.A. sia un affare che riguarda principalmente i cittadini statunitensi, ma sbaglierebbe di grosso.
Nel novembre del 2004, in una relazione della Commissione Parlamentare canadese sulla riservatezza dei dati, veniva denunciato che il P.A. stava diventando una seria minaccia in quanto violava apertamente le leggi dello Stato riguardanti il trasferimento di informazioni sensibili dei propri cittadini all'estero.
È di queste ultime settimane la notizia che il parlamento olandese, altra "democrazia occidentale", sta discutendo sull'introduzione di una norma di legge che autorizza le forze del disordine ad accedere più facilmente a tutti i dati archiviati riguardanti una determinata persona. I dati vengono suddivisi in tre categorie: dati identificativi, dati sensibili e altri dati. I primi potrebbero essere richiesti (anche per telefono) senza dover presentare una qualsiasi motivazione, i secondi solo su autorizzazione del magistrato e gli "altri" solo da un Pubblico Ministero. Anche in questo caso il provvedimento non prevede l'obbligo di avvertire il "sospetto" sul fatto che si stanno raccogliendo informazioni su di lui.
Giovedì 9 giugno, in una sessione tenuta significativamente a porte chiuse, la commissione sui servizi segreti del Senato Usa ha dato una prima approvazione (11 contro 4) per l'ampliamento del P.A. Il giorno successivo, durante una audizione pubblica tenuta insieme a varie associazioni preoccupate per l'applicazione del P.A., le delegazioni parlamentari repubblicana e democratica si sono scambiate vicendevolmente pesantissime accuse e, alla fine, la prima ha platealmente abbandonato la seduta. Infine, solo qualche giorno prima l'ex Commissione di inchiesta sull'11 settembre aveva chiesto a Bush i fondi per sovvenzionare uno studio condotto da un privato sull'efficacia delle misure antiterrorismo adottate dall'amministrazione statunitense, in quanto sostiene che alcune delle sue raccomandazioni "non sono state messe in pratica".
Come si vede, nonostante ci siano diversi settori della società convinti della dannosità della legge e dei pericoli che comporterebbe una sua reiterazione, lo scenario futuro non promette davvero nulla di buono.
Pepsy
Riferimenti principali
Testo del Patriot Act e bozza della proposta di revisione http://www.eff.org
Altra documentazione sul Patriot Act
http://www.epic.org
La storia del processo contro il Critical Art Ensamble
http://www.caedefensefund.org/
Report della Commissione canadese
http://www.privcom.gc.ca/information/ar/200304/200304_e.asp
La nuova legge olandese
http://sitegenerator.bibliotheek.nl/fobid/overig33/overig33.asp