Umanità Nova, numero 22 del 19 giugno 2005, Anno 85
Tra la fine degli Anni 80 e l'inizio degli anni 90, l'approvazione dell'ultraproibizionista legge Craxi-Jervolino fu accompagnata da allarmismo sociale ben orchestrato dai media che sbattevano in prima pagina un giorno si e l'altro pure la foto d'un povero tossico morto d'overdose su una panchina, mentre le televisioni erano piene di patetici servizi sulla terribile vita delle famiglie degli eroinomani, mentre il guru Muccioli pontificava da ogni dove sui danni del permissivismo. A questa campagna non era estranea la criminalità organizzata (che, secondo la ben nota equazione matematica per cui al massimo del proibizionismo corrisponde il massimo del guadagno per i narcotrafficanti, avrebbe tratto un grosso vantaggio economico dalla stretta repressiva): per ammissione di pentiti di rango come Giovanni Brusca la mafia siciliana si premurò di diffondere partite di eroina-killer proprio nei giorni in cui la nuova legge veniva discussa in Parlamento, mentre alcune delle Madri Coraggio napoletane che riempivano i TG delle loro isterie proibizioniste vennero poi arrestate perché affiliate alla camorra.
Questo allarme corrispondeva comunque ad una situazione reale, l'eroina aveva letteralmente falcidiato una generazione: all'epoca la media annuale di morti per overdose era di circa 900 vittime l'anno e si calcolava che in Italia vi fossero almeno 300mila tossicodipendenti da oppiacei.
Quindici anni dopo, oggi la situazione è totalmente diversa. La nascita dei Centri Sociali alla fine degli anni Ottanta ha posto un potentissimo freno alla diffusione dell'eroina, mentre il crollo dei prezzi dell'eroina (risultato, tra l'altro, dell'invasione USA dell'Afganistan) e le pur timidissime politiche di "riduzione del danno" che hanno esteso la distribuzione di metadone in tutte o quasi le strutture pubbliche della penisola hanno fatto si che eroinomani vecchi e nuovi (pochini) possono gestirsi la propria tossicodipendenza con una certa tranquillità, con conseguente calo della microcriminalità. Il governo, però, muore dalla voglia di far approvare al più presto la famigerata Legge Fini con cui nel nome della "caduta della differenza tra droghe 'leggere' e 'pesanti'" verrà dichiarata la guerra ai fumatori di hashish e marijuana, senza se e senza ma, a cui peraltro corrisponderà un trattamento di favore nei confronti della cocaina e dell'eroina (per cui viene stabilita una quantità di principio attivo tollerabile di 500 mg, il doppio della cannabis, e viene ridotta da 8 a 6 anni la pena minima per il traffico di droghe pesanti).
Così, proprio in questi giorni, è stato presentato dalla Federserd (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, legata ad AN) un rapporto nazionale sulle evoluzioni del fenomeno-droghe che ha avuto la massima diffusione su tutti i media di regime.
Il rapporto è un vero proprio concentrato di fantasie proibizioniste. Si parte con l'incredibile affermazione che "l'eroina resta la sostanza più usata" (in effetti tutto il resto dell'umanità pensa che le droghe illegali più usate sono hashish e marijuana) di cui "il tossicodipendente solitamente si fa 3-4 dosi al giorno ma arriva anche a 7-8" (neanche Keith Richards').
Si continua dicendo che in appena cinque anni (dal 1999 al 2004) si sarebbe ridotta notevolmente la media dell'età del primo contatto con le sostanze stupefacenti: dai 25-34 anni ai 15-19 anni e che i giovanissimi assuntori di sostanze stupefacenti sarebbero fortemente in crescita a partire dagli 11 anni (in effetti, sin dalla fine degli anni 70 si sa che l'età del primo contatto risale al periodo delle scuole superiori). Il profilo di questi giovanissimi consumatori sembra tratto dalla sceneggiature di una telenovela: "è per lo più figlio unico, appartiene a famiglia borghese nella quale il padre lavora dodici ore al giorno e spesso è all'estero o comunque fuori casa magari perché separato dalla moglie; la mamma è una donna in carriera.
Le ragazzine sono le classiche "acqua e sapone", vanno bene a scuola, non sono intraprendenti sul piano sentimentale. A questo punto si arriva alla pornografia, gli spacciatori (che questo asettico documento chiama "mercanti di morte") "aprono linee di credito ai ragazzi, sia maschi sia femmine, che arrivano fino a 2 mila euro e che sono l'anticamera della prostituzione soprattutto per le ragazze che, di fronte alla minaccia di avvertire i genitori, acconsentono a proposte indecenti magari offerte direttamente tramite gli spacciatori".
Per chi non ne avesse abbastanza ci sono anche il super-spinello con una concentrazione delle sostanze attive 4-5 volte superiore al passato (questi non esistono neanche nei cataloghi dei migliori coffee shop di Amsterdam), "il trucco dello shampoo alla cocaina (lo spacciatore per usufruire dei benefici di legge si lava i capelli con la sostanza così da risultare anche un assuntore)" e quello "dell'urina falsa che prevede il ricorso di una provetta di urine di un amico che non si droga, nascosta o in vagina o nell'inguine, che scalda il contenuto". Per finire con un catalogo dei prezzi che sembra uscito direttamente dai sogni del Vecchio Tossico con tanto di dosi d'eroina a 5 euro.
Dato che purtroppo tutte balle non si possono raccontare, il rapporto non può nascondere ad esempio che "di droga si muore sempre meno: nel 2003 i decessi sono stati 429, l'indice più basso degli ultimi venticinque anni, che "nel binomio droga-malattie infettive si registra un calo del virus dell'Hiv" e che ci sono tantissime "persone di 35-40 anni che conducono una vita equilibrata ma che assumono la droga".
Il rapporto ha comunque sturato le peggiori fantasie proibizioniste. La siura di Forza Italia Maria Burani Procaccini (che ha deciso di dedicare la sua vita a riaprire i manicomi e a rincretinire di Ritalin i bambini italiani) s'è esercitata nella fantapsichiatria dichiarando senza ritegno che "ci sono stati casi di crisi psicotica acuta giunti in pronto soccorso per intossicazione da cannabis a 13-14 anni e questo accade in un Paese come il nostro in cui ancora c'è chi si azzarda a dire che le cosiddette droghe leggere siano innocue".
In effetti a sostenere l'innocuità, o perlomeno la relativa non pericolosità, delle droghe leggere sono in tanti, soprattutto fuori dall'Italia. Tra gli ultimi in ordine di tempo, il Governo USA che tramite il suo Istituto Di Ricerca Sull'Abuso di Droga (il famigerato e ultraproibizionista NIDA) ha diffuso delle tabelle sulla pericolosità delle droghe in cui i derivati della cannabis vengono equiparati come nocività alle sostanze contenenti caffeina (caffè, tè e Coca Cola, per intenderci).
È fin troppo evidente che rapporti come quello della Federserd servono solo a diffondere allarmismo e panico sociale in attesa della Legge Fini che, in un paese peraltro già colpito da una legislazione antidroga pesantemente proibizionista (il referendum del '93 aveva abolito le sanzioni penali per i consumatori, ma aveva comunque mantenuto sanzioni amministrative come il ritiro della patente e del passaporto fortemente limitative della libertà personale), vorrebbe segnare il ritorno della War On Drugs all'italiana.
È improbabile che gli italiani siano così fessi da credere a panzane di questa portata, ma è comunque significativo che esattamente la sera stessa della pubblicazione di quest'antologia del proibizionismo splatter il concerto di Vasco Rossi allo Stadio delle Alpi di Torino si sia trasformato in un'autentica caccia all'uomo, con la Guardia di Finanza che, con l'ausilio di diversi cani antidroga, ha fermato 160 persone sequestrando, in tutto, 536 grammi di hashish e 94 di marijuana (meno di quattro grammi a testa). L'obiettivo dei fascisti al governo è probabilmente quello di arrivare ai risultati degli Stati Uniti, dove nel solo 2003 sono state incarcerate per il semplice possesso di marijuana 755.187 persone.
robertino