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Umanità Nova, numero 23 del 26 giugno 2005, Anno 85

Dopo vent'anni di impunità
La Corte suprema sulle norme salva-assassini in divisa




La Corte Suprema di Giustizia dell'Argentina ha espresso giudizio di incostituzionalità delle leggi di "Obediencia Debida" e "Punto Final": i responsabili dei crimini di lesa umanità non possono fruire del beneficio di alcuna legge di amnistia. Il verdetto si ripercuote sulla situazione di 11 repressori coinvolti nel sequestro di una coppia e del loro neonato nel novembre 1978; la sottrazione di minore – dice il giudice – implica la sparizione dei genitori. È questa verità, così semplice ed elementare, che il verdetto ha posto in luce. Le due summenzionate leggi, promulgate nel 1986 e 1987, rendevano impossibile che i Tribunali argentini perseguissero i responsabili delle violazioni dei diritti umani, inclusi i delitti più gravi, commessi tra il 1976 ed il 1983.

Lo scottante verdetto della Corte , lungamente atteso dalle organizzazione dei diritti umani, apre la possibilità che siano giudicati qualcosa fra 500 e 1.000 repressori, dei quali "molto pochi sono ancora in attività", dicono le fonti ufficiali. I repressori attualmente detenuti per violazioni dei diritti umani durante la dittatura sono almeno 122, di cui tre attivi e 19 profughi, secondo un registro del Centro di Studi Legali e Sociali della Procura Generale della Nazione.
Il 15 giugno scorso, pochi minuti prima delle due del mattino, la Camera ha approvato per 43 voti contro 7 ed un'astensione, la nullità delle leggi del perdono. Anche il Senato ha approvato, all'unanimità, il progetto per elevare al rango costituzionale la Convenzione dell'ONU sull'imprescrittibilità dei crimini di guerra e di lesa umanità, a cui il governo ha deciso di aderire la scorsa settimana. Resta che l'Esecutivo le promulghi perché le norme assumano forza di legge.

La legge del "Punto Final" 

L'anno successivo allo storico processo ai principali capi militari (fra cui il generale Rafael Videla e l'ammiraglio Emilio Massera, poi condannati all'ergastolo), il governo di Raul Alfonsin promosse questa legge, che fissava un lasso di 30 giorni per il ricevimento da parte della Giustizia di accuse contro i militari per violazione dei diritti umani. Questa legge fu promulgata il 23 dicembre 1986, ed il suo contenuto è riassunto nei due seguenti punti:
1) Verrà estinta l'azione penale contro qualunque persona che abbia commesso delitti legati all'instaurazione di forme violente di azione politica prima del 10 dicembre 1983.
2) Qualora le cause in corso fossero ordinate nei confronti del personale in attività delle Forze Armate, della sicurezza, di polizia o penitenziario, qualunque fosse il loro rango, la detenzione o il carcere preventivo, tali misure saranno rese effettive dietro petizione del capo dell'unità in cui quel personale prestava servizio, o di qualunque altro ufficiale da cui dipendessero. In questo caso il superiore sarà responsabile della presentazione a deporre dell'imputato tutte le volte che il tribunale lo esiga.
3) La presente legge non estingue le azioni penali nei casi di delitti di sostituzione di stato civile e di sottrazione o di occultamento di minori.
4) L'estinzione disposta al punto 1) non comprende le azioni civili.

La legge di "Obediencia Debida" 

Vi era una grande malessere dovuto al fatto che prima della scadenza sancita dalla legge "Punto Final", la Giustizia federale aveva stabilito di procedere contro circa 500 militari, e questo aveva scatenato il sollevamento dei militari denominati"carapintada" (faccia dipinta) durante la settimana pasquale del 1987. Di fronte a queste pressioni, il governo Alfonsin promosse la legge di "obbedienza dovuta" che assolveva i militari di rango intermedio e minore, dando in questo modo luogo al proscioglimento, prima del processo, della maggior parte degli ufficiali e sottufficiali coinvolti nella repressione poiché venne considerato che operavano subordinatamente ad autorità superiori. 

Questa legge venne promulgata il 4 giugno 1987, ed il suo contenuto essenziale è il seguente:
1) Si presume che quanti, alla data di commettere il fatto, figuravano come ufficiali capo, ufficiali subalterni, sottufficiali e personale di truppa delle forze armate, di sicurezza, di polizia o penitenziaria, non meritino castigo per aver operato in virtù della dovuta obbedienza. La stessa presunzione sarà applicata agli ufficiali superiori che non avessero figurato come comandante in capo, capo di zona, capo di sottozona o capo delle forze di sicurezza, di polizia o penitenziaria a meno che non venga stabilito in giudizio, prima dei trenta giorni di promulgazione della presente legge, che abbiano avuto capacità decisionale o partecipazione nell'elaborazione degli ordini. In tali casi si considererà in pieno diritto che le persone menzionate operarono sotto subordinazione all'autorità superiore e nel compimento di ordini, senza facoltà o possibilità di ispezione, opposizione o resistenza agli stessi in quanto alla loro opportunità e legittimità.
2) La presunzione stabilita nel precedente articolo non sarà applicabile rispetto ai delitti di violazione, sottrazione e occultamento di minori o sostituzione del loro stato civile ed appropriazione estorsiva di immobili.
3) La presente legge verrà applicata d'ufficio. Entro i cinque giorni dalla sua entrata in vigore, in tutte le cause pendenti.

(trad. di Aenne, a cura di M. V.)



































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