Umanità Nova, numero 23 del 26 giugno 2005, Anno 85
Sarà processato in ottobre il comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri), generale Giampaolo Ganzer, ben noto per il suo accanito impegno contro il "terrorismo" e la "sovversione".
Assieme a lui il colonnello Mauro Obinu, ex ROS, oggi ufficiale presso il SISDE, un giudice e altri 26 ufficiali e sottufficiali dei CC, tutti accusati di associazione a delinquere, traffico di stupefacenti e peculato per presunte irregolarità nell'ambito di alcune operazioni antidroga compiute nei primi anni Novanta.
I giudici dell'accusa sono convinti di aver messo le mani su una struttura deviata dei carabinieri che ha lavorato indisturbata per quasi sei anni. La conclusione raggiunta dagli inquirenti è che una parte consistente dei fondi a disposizione dell'Arma per l'acquisto di stupefacenti al fine di scoprire bande di trafficanti (e si parla di molti miliardi di vecchie lire) sia stata versata direttamente dai ROS nelle casse dei "cartelli" di narcotrafficanti colombiani e libanesi. La droga veniva poi fatta sbarcare in Italia e consegnata - eludendo ogni controllo - a trafficanti di fiducia in vista dei "blitz"poi presentati come brillanti operazioni antidroga.
Mario Conte, il giudice rinviato a giudizio insieme all'alto ufficiale dei Carabinieri, è sospettato dai colleghi di Milano di aver fornito copertura agli affari illeciti dei ROS quando svolgeva il ruolo di pubblico ministero a Bergamo (oggi è magistrato alla Direzione distrettuale antimafia di Brescia!). Sotto inchiesta anche la gestione economica dei fondi a disposizione dell'Arma. Il ROS - annota in un suo bilancio la Procura - "si appropria di almeno 502 milioni di lire, senza precisarne o documentarne la destinazione".
Ma quest'ultima notizia non fa che confermare l'esistenza di un torbido livello operativo colluso con la cosiddetta criminalità (si veda anche il precedente articolo "Associazioni a delinquere" su UN, n. 15 del 1 maggio 2005), ennesima dimostrazione della collateralità degli apparati repressivi dello Stato con gli apparati del capitale illegale.
Appena un mese fa, nel messinese, seppur ad un livello assai inferiore, un maresciallo e un carabiniere ausiliario della Benemerita erano stati invece tratti in arresto per associazione a delinquere e tangenti, mentre altri tre militari dell'arma sono risultati indagati per aver coperto irregolarità, omesso di denunciare persone e, in alcune occasioni, avrebbero persino effettuato furti di ovini utilizzando l'auto di servizio (!).
Della serie: dalle stellette alle stalle.
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