testata di Umanità Nova

Umanità Nova, numero 23 del 26 giugno 2005, Anno 85

Senza Frontiere
Brevi dal mondo



Israele - manifestazione contro il Muro a Bil'in violentemente repressa dall'esercito
Venerdì 17 giugno circa 300 manifestanti tra residenti di Bil'in, attivist* israelian* e internazionali, hanno iniziato a marciare, come accade da mesi ormai, verso il cantiere del muro. I e le manifestanti portavano lapidi in polistirolo con l'insegna "RIP. Residente di Bil'in. Causa della morte: il muro. 2005".
L'esercito, che aveva dichiarato tutta la zona del villaggio, e di altri due circostanti, zona militare chiusa, ha attaccato la manifestazione non appena questa ha superato l'ultima casa del villaggio.

Il bilancio è stato molto pesante: quindici ferit*, colpit* e ustionat* da candelotti incandescenti, granate assordanti, ferit* con proiettili ricoperti di gomma, e nuovi proiettili di plastica della dimensione di una pallina da pingpong. Un ragazzo di quindici anni è stato colpito alla testa da un candelotto ed è stato trasportato in ospedale. Secondo il portavoce dell'esercito i soldati feriti sarebbero tre, colpiti da pietre. Sette gli e le arrestat*, quattro israelian* e tre palestinesi, tra cui uno dei membri del Comitato di Resistenza Popolare e un ragazzo ferito ad una gamba mentre giaceva al suolo accanto alla lapide in polistirolo, durante la prima fase di protesta simbolica. I soldati, dopo averlo arrestato, hanno negato che gli si prestassero cure o che lo si trasportasse in ospedale. Tutt* sono accusat* di avere lanciato pietre, nonostante un video dimostri che il loro arresto è stato precedente al momento in cui giovani palestinesi hanno iniziato a lanciare pietre per contrastare l'attacco dei militari ormai penetrati dentro il villaggio. I/le tre israelian* ancora in stato di arresto hanno rifiutato di essere rilasciat* senza gli altri arrestati e in serata si trovavano ancora in prigione insieme ai tre palestinesi.

Negli ultimi mesi il villaggio di Bil'in è stato vittima di una pesantissima repressione a causa delle attività di resistenza. I membri del comitato popolare sono stati incarcerati, picchiati, le loro case assaltate e danneggiate, le loro famiglie aggredite dall'esercito occupante israeliano. L'intero villaggio subisce frequenti punizioni collettive e il comandante dell'esercito responsabile della zona ha recentemente dichiarato al quotidiano Haaretz che maggiore sarà la resistenza, maggiore diventerà la repressione, e ha pubblicamente difeso l'uso delle punizioni collettive, considerate peraltro illegali persino dalle leggi militari.

ruby & sobrin (Corrispondenza da Israele/Palestina)



































una storiasommarioarchiviocontatticomunicaticollegamenti