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Umanità Nova, numero 24 del 3 luglio 2005, Anno 85

Lo Stato premia i suoi servi
Promossi quelli della Diaz e Bolzaneto



Nell'ultimo mese, tra un arresto e l'altro, sono andati avanti anche i processi legati ai fatti del G8 di Genova e dei quali "Umanità Nova" si è già occupata in diverse occasioni.

Il gruppo di supporto legale ha diffuso un comunicato nel quale anticipa che sarebbero in arrivo altre denunce. Si parla di quasi duecento avvisi di reato con le solite imputazioni legate ai cortei e di una cinquantina per devastazione e saccheggio. Questo fa pensare che la stretta repressiva di questi ultimi tempi non sia una semplice casualità, ma si inserisca in un processo più ampio con chiare caratteristiche politiche, come dimostra la sorte del filone giudiziario che vede le forze del disordine sul banco degli imputati.

Proprio da quest'ultimo arrivano infatti due importanti novità, la prima è una parziale archiviazione del procedimento a carico di 12 degli assaltatori della Scuola Diaz e la seconda sono le promozioni di due funzionari ben noti alle cronache del luglio genovese. Vincenzo Canterini, ex comandante del reparto mobile di Roma, uno dei capi del commando che massacrò 93 persone nella Scuola Diaz e Alessandro Perugini, l'ex numero due della Digos di Genova, noto per il calcione sferrato ad un manifestante e rinviato a giudizio con altri 44 complici per le responsabilità avute nella gestione della caserma di Bolzaneto, sono stati entrambi promossi ad incarichi superiori.

Qualcuno ha letto in questo provvedimento una sorta di ringraziamento per il lavoro ben svolto (dal loro punto di vista) a Genova, ma l'accaduto potrebbe essere anche solo una dimostrazione della protervia del potere, visto che difficilmente i procedimenti giudiziari a carico di questi "eroi" porteranno a qualche risultato concreto.

Intanto il processo ai compagni va avanti e la trascrizione delle varie udienze viene puntualmente pubblicata su internet (www.supportolegale.org) dal gruppo di supporto legale. Proseguono le deposizioni di vari personaggi, soprattutto poliziotti, ancora a proposito delle identificazioni dei manifestanti attraverso i materiali video-foto-grafici usati dall'accusa.
Alcune sedute sono davvero interessanti, come per esempio la 53ma nella quale viene sentito un esperto della polizia a proposito dei sistemi in uso per riconoscere le persone attraverso l'analisi delle immagini; leggendola ci si può fare una precisa idea dei metodi adoperati dalla repressione nel XXI secolo.
Il processo continuerà probabilmente fino al 19 luglio quando ci sarà la pausa estiva. È stato invece rinviato al 17 novembre il processo contro cinque poliziotti (tra i quali il Perugini citato sopra) per diversi reati commessi durante le giornate di Genova.

Sul lato della cronaca va segnalato che il Ministero degli Interni è stato condannato al pagamento di un risarcimento di 28 mila euro a beneficio di due donne che il 20 luglio 2001 furono picchiate da un gruppo di agenti.

Procede invece a singhiozzo il processo di Cosenza, una udienza ad aprile ed una praticamente inutile a giugno, nella quale è stato rinviato tutto al 22 settembre prossimo. Da notare la cialtroneria informatica scoperta dagli avvocati difensori che, mentre visionavano l'ultimo materiale sequestrato dall'accusa e consegnato loro dalla segreteria del tribunale, hanno trovato al suo interno una copia dell'hard disk del computer dello stesso PM.

Nulla di fatto anche per il processo per i fatti di Napoli del marzo 2001 che, iniziato il primo giugno, è stato subito rinviato al 14 ottobre. Continua invece ma, guarda caso, sottotono il processo ai poliziotti che si resero protagonisti, nella Caserma Raniero, di abusi nei confronti dei compagni fermati durante la manifestazione di Napoli.

L'aridità delle cronache giudiziarie non favorisce certo lo sviluppo della solidarietà e della mobilitazione ma, gli ultimi avvenimenti e la continuità dell'attenzione repressiva sui movimenti antiistituzionali, necessitano di risposte di tipo complessivo e maggiormente diffuso.
Risposte che siano in grado di coinvolgere e di rompere il silenzio assordante che continua a pesare su tutto quello che avviene e non solo nelle aule dei tribunali.

Pepsy




































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