Umanità Nova, numero 24 del 3 luglio 2005, Anno 85
È uscito fuori, finalmente, che i comandi militari sapevano
con precisione, dal 1995, i rischi legati all'uso, sia civile che
militare, dell'uranio impoverito. Anche noi lo sapevamo, così
come lo sapevano molte associazioni antimilitariste e pacifiste, non
per supposta presunzione, ma per semplice attività di
documentazione. Ecco cosa sapevamo e cosa scrivevamo a ridosso della
guerra in Kosovo (1999).
Che cos'è l'uranio impoverito?
"L'Uranio impoverito è lo scarto del trattamento a cui viene
sottoposto l'uranio presente in natura, al fine di ottenere
combustibile utile per i reattori nucleari di potenza o materiale
esplosivo adatto alla costruzione di ordigni nucleari. In natura
esistono tre tipi ('isotopi') di Uranio: l'U-235 (fissile), l'U-238
(non fissile) e, in misura trascurabile, l'U-234. Dal minerale si
estrae Uranio in cui la percentuale dell'isotopo fissile è circa
dello 0,7% Per gli scopi sopra citati occorre 'arricchire' tale
frazione mediante procedimenti chimici. In particolare è
necessario arrivare ad un arricchimento del 3% circa in U-235 per il
combustibile nucleare e del 90% e oltre per le bombe. L'Uranio
impoverito, o 'depleto' (DU) è il sottoprodotto di tale
trattamento ed è dunque costituito nella sua quasi
totalità di U-238."
Cosa succede quando esplode?
"Quando un penetratore all'uranio impoverito impatta su un obiettivo, o
quando un tank con corazzatura all'uranio o munizioni al DU prende
fuoco, parte dell'uranio impoverito brucia e si ossida in piccole
particelle. I penetratori all'uranio impoverito che non colpiscono
l'obiettivo possono rimanere nel suolo, essere sepolti o rimanere
sommersi nell'acqua. Questi penetratori 'spenti' si ossideranno nel
corso del tempo, disgregandosi in polvere di uranio (…) Un memorandum
datato 8 marzo 1991 inviato alle unità nella regione del Golfo
Persico dall'US Army Armament, Research, Developement and Engeneering
Center (ARDEC) sintetizzava quattro rapporti prebellici che avevano
studiato le particelle DU create dagli impatti: 'L'aerosol di ossido di
DU formato dall'impatto dell'DU sulle corazze ha un'alta percentuale di
particelle respirabili (dal 50 al 96%), e una percentuale apprezzabile
di queste particelle sono facilmente solubili nei fluidi polmonari (dal
17 al 48%).' (…) Un manuale di addestramento sulle munizioni DU dell'US
Army Chemical School, completato nell'ottobre 1995 dice che: 'È
molto probabile che venga contaminato chi respira senza protezione
quando munizioni DU colpiscono e penetrano nel suo tank… Altro
personale che potrebbe essere contaminato da polvere di uranio
comprende il personale di soccorso, quello medico, i gruppi di recupero
(…) Nel febbraio del 1980 una corte dello stato di New York ha ordinato
alla National Lead di cessare la produzione di munizioni DU
perché essa superava regolarmente il limite di
radioattività in emissioni gassose dello Stato di 150 microcurie
al mese. I 150 microcurie corrispondono ad un rilascio mensile di 385
grammi di polvere di uranio. Per confronto, l'ammontare di Uranio
impoverito rilasciato nel gennaio e febbraio 1991 in Kuwait, Arabia
Saudita, e Iraq superava di 700.000 volte quello emesso dall'impianto
della National Lead. L'impianto chiuse nel 1983 e sta ora venendo
decontaminato e smantellato."
Nel Kossovo sono stati sparati almeno 31.000 proiettili all'Uranio impoverito, di cui oltre 10.000 italiani.
Quali sono gli effetti sull'essere umano?
"Nel momento in cui la particella si insedia in una determinata parte
dell'organismo provoca immediatamente un effetto cellulare dagli esiti
certamente negativi. Per capirci, le particelle vanno a finire in
contatto con l'informazione del nucleo, ovvero direttamente nel codice
genetico, modificando il quale si può assistere ad effetti di
mutazione sui geni, sui cromosomi, sulle molecole del DNA. E i
possibili effetti di un'informazione genetica alterata sono tristemente
noti: tumori, leucemie e quant'altro, compresa la trasmissione di un
carico genetico alterato sulle generazioni future." Dalla famigerata
guerra del Golfo ad oggi si calcola che siano almeno 100.000 i soldati
americani colpiti da forme patologiche connesse alla guerra chimica e
batteriologica, con danni molto spesso riscontrabili sia nei padri che
vengono infettati sia nei figli/e nati/e con patologie molto gravi. Se
a costoro, 'vittime-colpevoli' (militari) o ai loro figli/e (vittime
innocenti) aggiungessimo le centinaia di migliaia di donne, uomini e
bambini iracheni (65% di tumori e malformazioni congenite in più
dopo la guerra) e poi kosovari, serbo-bosniaci, ceceni… scopriremmo che
le nuove guerre 'umanitarie' provocano distruzioni e danni in tempi
lunghi, se non lunghissimi: alcuni studiosi affermano che le
possibilità di permanenza dell'uranio impoverito siano
calcolabili intorno ai 450 milioni di anni, altri ancora sostengono che
si possa arrivare a 4,5 miliardi di anni. Diventa allora sempre
più falso chiedersi 'quante vittime fa una guerra?',
giacché per essere sinceri dovremmo chiederlo ai nostri
pro-pro-pro… nipoti.
Cosa dice la legislazione italiana?
"Gli effetti nocivi dell'uranio impoverito (…) erano noti in Italia,
dove l'ennesima smentita alle affermazioni di presunta ignoranza delle
nostre autorità politiche arriva addirittura dalla legislazione
della Repubblica, che in un'apposita legge (DL 17 marzo 1995, n.230,
pubblicata dal Supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n.136 del
13 giugno 1995) mette in guardia dal famigerato U-238 (…) La legge in
questione di cui dà notizia l'ultimo saggio del 'Comitato
scienziate e scienziati contro la guerra', cita espressamente il DU e
lo classifica tra i nuclidi radioattivi, sebbene nel gruppo 'a debole
radiotossicità.' 'Tutto dipende quindi dalla quantità,
dalla concentrazione, dalle modalità e dai tempi di esposizione'
ci informano gli autori dell'articolo rivelazione. 'In particolare, la
stessa legislazione prevede, nel caso del nuclide U-238, che la
presenza di esso rientri nel campo di applicazione della legge (quindi
non sia trascurabile), qualora la quantità totale di
radioattività del materiale superi 10 Bq e che l'attività
specifica sia superiore a1 Bq/grammo – concludono gli esperti –
è sufficiente la presenza di una frazione di grammo di Du per
rientrare nel campo di applicazione della legislazione italiana di
radioprotezione.'"
Vorrei soffermarmi ora su alcuni elementi di ciò che scrivemmo
allora. Il primo è che la casistica che proveniva dagli Stati
Uniti è in grado di fornire, già a partire dal 1980, dati
evidenti sulla pericolosità dell'uranio, suffragati da
successive analisi qualitative e quantitative, di cui l'ultima, di
importanza "strategica", è quella effettuata a ridosso della
prima guerra del Golfo (1991), dove il giornale inglese Indipendent
rivela un rapporto segreto dell'Atomic Energy Authority che prevede
500.000 morti come conseguenza della contaminazione con uranio
impoverito durante la guerra. Questi dati vengono ampiamente suffragati
dalle analisi condotte sui soldati americani di stanza nel Golfo e
tornati in patria con leucemie, danni fisici irreparabili e
malformazioni per sé e per i loro discendenti.
A dire il vero è pubblica anche la legislazione italiana (datata anch'essa 1995) che parla esplicitamente di pericolosità legata all'uranio impoverito soprattutto in relazione alle quantità utilizzate, alla concentrazione ed ai tempi di esposizione, tanto da far ritenere che una frazione di grammo di DU sia sufficiente a rendere pericolosa la sostanza in questione.
Il teatrino criminale della politica italiana istituisce il 23 dicembre del 2000 una commissione d'inchiesta che viene presieduta dal professor Franco Mandelli, da cui prenderà il nome, che conclude i lavori "preliminari"significativamente affermando che:
"a) per le neoplasie maligne (ematologiche e non) considerate globalmente emerge un numero di casi inferiore a quello atteso (…)
b) Esiste un eccesso, statisticamente non significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin e Leucemia linfatica acuta (…) Per quanto riguarda LH (Linfoma Hodgkin) e LLA (Leucemia Linfatica Acuta) va detto inoltre che non sono evidenti evidenze geografiche tali da sovrastimare gli attesi."
La relazione della commissione esce il 19 marzo del 2001 e la sera stessa tutti i canali televisivi principali danno, all'interno dei telegiornali di punta, in prima pagina, la notizia che l'Uranio impoverito non fa male.
Ma cosa vogliono comunicare in realtà? In realtà si assolve l'uranio impoverito per assolvere la guerra. Una volta stabilito che la guerra in Kossovo è stata condotta con metodi di chirurgia bellica, da bombe e missili "intelligenti", senza danni rilevanti per la popolazione locale, ecco che si da la pia illusione che esistano guerre umanitarie. L'assoluzione dell'uranio è funzionale al governo di allora che dalla bocca del premier, un D'Alema tutto compiaciuto, afferma: "vorrei ricordare che quanto a impegno nelle operazioni militari noi siamo stati, nei settantotto giorni di conflitto, il terzo paese, dopo gli Stati Uniti (che hanno fatto la parte del leone con l'80% delle forze) e la Francia, e prima della Gran Bretagna… L'Italia si trovava veramente in prima linea."
La stessa commissione Mandelli, successivamente ed in maniera incompleta, ed altri studiosi non allineati arrivano successivamente a conclusioni diametralmente opposte, che nessuno, dal punto di vista mediatico, sarà disponibile a raccogliere. Ora viene a galla la verità sull'uranio e quindi sulla guerra. Viene a galla, e anche questo è significativo, perché i figli della patria hanno iniziato a morire, non certo perché qualcuno, a livello governativo e di potere si sia mai interessato di monitorare gli interventi bellici sulle popolazioni locali. E viene a galla tardi, come sempre, perché il silenzio omertoso, mafioso, stragista è una costante indelebile di questo paese.
Tommaso di Francesco sulle colonne de "Il manifesto" si chiede: "Se i 'nostri' comandi sapevano del pericolo già nel 1995, a pochi giorni dai bombardamenti della Nato intorno a Sarajevo e nella Bosnia del nord-est, perché hanno taciuto? E come definire questo silenzio – dei generali, ma anche dei ministri – se non assassino?"
Noi, allora, senza alcuna remora, li avevamo chiamati assassini e non solo per l'uso dell'uranio impoverito: naturalmente non abbiamo cambiato parere.
Di Francesco, e il suo quotidiano, dovrebbero invece interrogarsi, senza diventare anarchici, ci mancherebbe, se esista o meno un limite per appoggiare un governo di "sinistra" e se questo limite non stia nella guerra, nelle questioni sociali, nelle questioni ambientali, nei diritti dei migranti…, altrimenti il rischio vero potrebbe essere quello di appoggiare, senza volerlo, vecchi e nuovi silenzi assassini.
Pietro Stara