Umanità Nova, numero 25 del 10 luglio 2005, Anno 85
È stata chiamata operazione di bonifica….
Ciò significa che il territorio, dopo questa azione, doveva diventare migliore.
Alle 4,30 del mattino, la settimana scorsa, 200 e forse più tra carabinieri, vigili, poliziotti ha sgomberato il campo nomadi di via Capo Rizzuto, nella periferia milanese. Dopo alcune ore il campo dove vivevano più di 500 persone era un ammasso di macerie e tutto ciò che aveva chi vi abitava era distrutto dalle ruspe. La maggior parte degli abitanti era scappata, alla ricerca di un nuovo posto per stare, o forse è meglio dire, per nascondersi. Un centinaio e più sono stati portati in questura. Un aereo poi li ha riportati quasi tutti in Romania. È curioso notare come anche l'Alitalia tecnicamente definisce gli espulsi che trasporta "passeggeri deportati con accompagnatore".
70 persone tra cui decine di bambini invece si sono ammassate all'aperto vicino alla stazione della metropolitana e poiché piove sempre sul bagnato, si sono presi gli unici due acquazzoni estivi di questa torrida Milano. Dopo alcuni giorni sono finiti nel campo di via Triboniano, un'altra struttura tristemente nota. Qui furono deportati gli abitanti di via Adda. Un luogo invivibile. Pensato per 200 persone e che ne "ospita" 2000, anche se l'ospitalità è un'altra cosa. Essere "ospiti" in questi campi significa essere messo ai margini, escluso, rinchiuso affinché la Milano bene non sia disturbata dalla vista della povertà.
Ed intanto le "autorità " litigano, o fanno finta di farlo, perché a ben guardare sono tutti d'accordo.
L'unica differenza sta tra chi vorrebbe liberarsi di tutti gli immigrati e chi solo di una parte.
Chi, come il "destro" vice sindaco De Corato chiede l'apertura di nuovi CPT perché uno a Milano non basta, e chi, come il "sinistro" presidente della Provincia Penati, chiede più forze dell'ordine a Milano, e propone nuovi campi nomadi, purché piccoli (100 – 150 persone al massimo) e si lamenta perché metà degli immigrati milanesi non è "espellibile".
E poi dietro le parole dette c'è il non detto: gli immigrati servono, anzi la Caritas, nel suo rapporto ha affermato che all'economia italiana occorrono 200.000 immigrati, più del doppio di quello che consente la legge. La verità è che l'immigrato fa comodo, ma deve nascondersi, non deve avere diritti, devono essere uomini e donne senza volto, solo con mani per lavorare. Le espulsioni, i rastrellamenti, la caccia al diverso, la criminalizzazione etnica è funzionale ad uno stato di oppressione. E a creare un nemico, a far credere che le difficoltà economiche e sociali in cui la maggior parte delle persone, immigrate e non, si trova, dipenda dallo straniero.
Ed intanto, a Milano… coloro che erano stati ospitati fino ad aprile nel dormitorio di via Maggianico perché senza casa, e da lì cacciati via perché l'emergenza freddo era finita, e soprattutto avevano osato tentare di autogestire il dormitorio, continuano a vagare per la città, tanto fa caldo…
E intanto, a Milano… si sperimentano le prove tecniche di un fascismo strisciante dove in apparenza tutto è normale basta che le persone siano teledipendenti, dove lo shopping è l'espressione massima della libertà. Incapaci di reagire ad ogni ingerenza (dello stato, della chiesa, dei partiti) intollerabile a menti pensanti e degna del grande fratello orwelliano.
Ed intanto a San Vittore… le sei persone rimaste in carcere come misura "cautelare" che come unica colpa hanno avuto quella di chiedere libertà dall'altro carcere in cui prima erano imprigionati, il CPT di via Corelli, continuano lo sciopero della fame, in attesa del processo rimandato a settembre.
Ed intanto… i milanesi partono per le ferie ma 30.000 di essi forse al ritorno non troveranno il posto di lavoro.
Ma allora… chi sono i nemici?
REA