Umanità Nova, numero 25 del 10 luglio 2005, Anno 85
Rivolto alle truppe, il feldmaresciallo Fini ha maschiamente bacchettato i colonnelli del partito - ma perché i fascisti devono sempre usare termini guerreschi? - dando ancora una volta dimostrazione di quella straordinaria intelligenza e di quelle invidiabili capacità speculative che gli hanno permesso di giganteggiare fra i vari La Russa, Gasparri e Storace (e sai che fatica!?) e che ne hanno meritatamente sparso la fama per ogni dove: «An non è l'abbreviazione di Anarchia», ha sentenziato il nostro, nel mentre si rammaricava della pluralità di posizioni, ohibò!, dentro al suo partito.
Non molto tempo fa ci trovammo a concordare con Ratzinger, quando appropriatamente scorgeva nelle unioni di fatto una forma di libertà anarchica. Oggi - il mondo va proprio alla rovescia e dovremmo cominciare a preoccuparci - veniamo a pensarla nello stesso modo di Fini. Al di là del fatto che una qualsiasi forma di pluralismo possa far venire la mosca al naso al feldmaresciallo, non c'è dubbio, infatti, che la sua affermazione sia del tutto pertinente. Fra An e l'Anarchia non c'è né ci può essere, davvero, alcun punto di contatto. Come non ci può essere fra il principio di libertà e quello di autorità.
Non tema il feldmaresciallo, non sarà certo tra le sue fila che potrà germogliare il fastidioso seme della libertà anarchica!
MOM