Umanità Nova, numero 25 del 10 luglio 2005, Anno 85
Il ministro degli Interni Pisanu è tornato alla carica con un intervento al Senato in cui ha ribadito che chiunque si pone contro i Centri di Permanenza Temporanea si esprime su un livello di violazione della legge e si espone pertanto alle previste sanzioni penali.
Inoltre, i CPT sono "strutture indispensabili" contro le quali "è in atto da tempo una furibonda campagna politica, condotta da associazioni e gruppi diversi, italiani e stranieri. Non sorprende che in questo clima si siano inseriti eversori e terroristi con assalti alle strutture e attentati ai volontari che vi operano generosamente".
Parole pronunciate giusto nove giorni dopo l'uscita del rapporto di Amnesty International sui CPT in cui viene analizzato in cinquantacinque pagine e con diversi e dettagliati report provenienti dai CPT di tutta Italia, lo stato attuale della repressione istituzionale su migranti e richiedenti asilo: una repressione fatta di abusi giuridici, di deportazioni, di vessazioni e pratiche lesive della dignità umana che il movimento antirazzista denuncia ormai da anni con un'azione di costante controinformazione e mobilitazione che è riuscita a penetrare la coltre di silenzio voluta dagli apparati dello Stato.
Non è la prima volta che Pisanu si lascia andare a reazioni scomposte in cui se la prende un po' con tutti: Ong, associazionismo e antirazzisti. Nel suo calderone fatto di eversori e terroristi rientrano sbrigativamente tutti quelli che non la pensano come lui anche se - a giudicare dalla volubilità delle sue esternazioni - sembrerebbe addirittura difficile capire cosa pensa veramente Giuseppe Pisanu.
All'indomani dell'omicidio del barista varesotto da parte di un albanese, il ministro si lasciò andare al più bieco populismo razzista, cavalcando i tipici argomenti dei leghisti che con la schiuma alla bocca invocavano l'immediato ripristino della legge del taglione. Gli immigrati clandestini sono una minaccia per il paese, tuonava Pisanu. Ma qualche giorno dopo propendeva per un categorico rifiuto dell'equazione "clandestino-criminalità".
Dello stesso tenore il minuetto verbale sui CPT: "Non apriremo più centri di permanenza temporanea" diceva il ministro durante una conferenza stampa salvo poi smentire tutto riaffermando l'indispensabilità di queste strutture che nessuno deve permettersi di definire lager.
Si tratta certamente di un'ambiguità che non ha nulla a che fare con la demenza senile ma con il vecchio e collaudatissimo modus operandi di un democristiano di razza, sempre abile nel garantire il tipico cerchiobottismo che confonde le acque e accontenta tutti.
Pisanu mente sapendo di mentire: l'arroganza del potere si basa sulla menzogna e non può che essere così. Allo stesso modo si spiega facilmente la puntualità repressiva con la quale il Ministero degli interni vorrebbe eliminare qualsiasi forma di opposizione che possa rivelarsi fastidiosa per tutti coloro che pensano che il futuro della società italiana si basi sul binomio sicurezza-repressione.
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