Umanità Nova, numero 26 del 17 luglio 2005, Anno 85
La paura, l'abbiamo ripetuto purtroppo più volte, è la merce che si vende meglio di questi tempi. Non stupisce quindi che gli umori più torbidi che covano in ogni società trovino oggi ascolto e, quel che è peggio, alimento dai politici. Come in ogni epoca reazionaria, anche nella nostra è all'opera un meccanismo perverso in base al quale la paura ancestrale dell'altro, dell'uomo nero, trova risposta nella classe politica che a sua volta crea le situazioni perché questa paura si dilati ulteriormente, con la consequenziale abdicazione di spazi sempre maggiori di libertà da parte dell'insieme dei consociati a favore della predetta classe politica. La paura soffoca una società esattamente come i lacci l'incaprettato: più ci si agita e prima si muore. Il problema è che la morte dell'incaprettato è morte atroce, fatta, letteralmente, con le proprie mani; l'incaprettato non può non muoversi: e quindi soffocarsi e morire. Per asfissia. Perché manca l'aria.
Ironia della sorte, la mattina del 7 luglio 2005 leggevo sui giornali la notizia dell'approvazione al senato e alla camera di norme che andavano ad incidere in materia penale e nel senso di favorire il reo (dovranno tutte passare dal rispettivo ramo del parlamento da cui non sono state ancora approvate).
Leggendo meglio, scoprivo che il senato aveva approvato una normativa che consente di mettere mano alle armi di fronte alla minaccia di un'aggressione subita in casa, in ufficio o in un negozio, indipendentemente dal fatto che la reazione sia o meno proporzionata alla minaccia; unica condizione, prima di sparare per difendere "i beni propri o altrui", è che vi sia un concreto "pericolo di aggressione" e che l'aggressore non abbia dato segno di voler "desistere" dalla sua iniziativa criminosa.
Alla camera, invece, passava un pacchetto di norme che depenalizza molti reati di opinione, trasforma il carcere in una multa per chi offende il tricolore (norma pro Bossi) e riduce da tre anni a diciotto mesi il carcere per chi fa propaganda razzista, lasciando al giudice di decidere se punire con detta pena detentiva ridotta o con multa.
Naturalmente le cronache davano la Lega tripudiante. Anche se non si trattava di approvazione definitiva, un altro tassello era stato posto di un ridisegno del lecito e dell'illecito nel segno del peggior becerume padano: liberi di sparare, liberi di odiare e di propagandare odio per chi è di altro colore o religione.
Le bombe di Londra suggellavano i pensieri grigi che la lettura dei giornali mi aveva suscitato. Subito ho pensato che in Iraq gli americani si sono permessi di circondare una città sunnita, Falluja, allontanare anche la mezzaluna rossa, ogni possibile reporter e poi darci dentro a più non posso: i morti nessuno saprà mai quanti sono stati. Dei poveracci che giovedì 7 luglio 2005 andavano a lavorare né a Bin Laden né a Blair gli frega niente, pura carne da macello (letteralmente) usata a fini politici.
Naturalmente le cronache dei giorni successivi son state piene di proposte sul come rispondere alla nuova sfida terrorista. E naturalmente ci è toccato leggere, come in un copione troppo sfruttato, le solite ricette. Stretta sui movimenti finanziari, stretta sulle comunicazioni, maggior segretezza delle indagini preventive, riforma dell'art. 270bis codice penale, espulsioni più facili, permessi di soggiorno per chi collabora (extracomunitario, naturalmente…). Questo per l'Italia.
Ho letto pure che il ministro degli interni britannico ha proposto di archiviare tutte le telefonate, le email e gli sms di tutti i cittadini della Unione Europea. Si tratterebbe di conservare solo ora, data, destinazione di tutte le comunicazioni per sei mesi o il tempo che si deciderà.
Primo pensiero: se lo propone è perché sono già in grado di farlo.
Secondo pensiero: e se lo stessero già facendo senza troppa pubblicità?
Terzo pensiero: con quella massa di dati che cosa ci faranno i nostri spioni di professione?…
Interessante il fatto che l'art. 270bis codice penale è oggi già usato insieme al più vecchio articolo 270 codice penale contro gli "eversori dell'ordinamento democratico" oltre che contro i "terroristi" ed è il capo di imputazione che alcune procure hanno utilizzato contro pezzi del movimento no global, anarchici, semplici occupanti di case ecc. Si vorrebbe estendere ora la punibilità alla sola intenzione di commettere certi reati. Non ditemi che il vecchio Dick di Minority Report non aveva ragione.
Si stringono i lacci intorno alla società, l'aria si fa sempre più soffocante. In questi casi non ci sono alternative: bisogna aprire le finestre, spalancarle, se si riesce. Se necessario, rompere il vetro: non dicono così le istruzioni?!…
Simone Bisacca