Umanità Nova, numero 26 del 17 luglio 2005, Anno 85
Milano: solidarietà contro il licenziamento di Faty
Circa un anno fa (come riportato su U.N.) a Parigi si concludeva una
lotta intrapresa da una trentina di donne dei servizi delle pulizie,
dipendenti dalla ditta Arcade che ha l'appalto per la manodopera
impiegata nel gruppo alberghiero ACCOR.
Lo sciopero era avvenuto in alcune strutture alberghiere del gruppo
Accor a Parigi, ed era durato un anno, durante il quale il grande
pubblico era venuto a conoscenza delle condizioni di lavoro quasi
schiavistiche che venivano loro imposte. Si tratta per lo più di
donne immigrate, che spesso sanno appena leggere e scrivere e a volte
sono senza documenti, quindi in posizione di grande debolezza di fronte
ai loro sfruttatori e della pratica del sub-appalto.
Con la loro lunga lotta, le scioperanti avevano ottenuto importanti
risultati. La direzione di Accor, chiamata in causa, ha dovuto
elaborare una "carta" dove si stabiliva un allineamento delle
condizioni di lavoro dei dipendenti dei sub-appalti a quelli dei
dipendenti del gruppo alberghiero. Anche la direzione di Arcade alla
fine era stata costretta a sottoscrivere l'accordo. Ma la direzione di
Arcade si è rimangiata poco a poco i suoi impegni e,
approfittando della debolezza delle lavoratrici, ha ripreso le sue
vecchie pratiche: ore di straordinario non pagate, orari contrattuali
non rispettati, trasporti non rimborsati...
Per spezzare ogni forma di resistenza la direzione Arcade ha pensato
bene di ricorrere anche al licenziamento di Faty Mayant che aveva
giocato un ruolo di primo piano nello sciopero e che, come delegata
sindacale, aveva continuato a lottare per difendere le conquiste.
Il pretesto adottato è stato quello del superamento delle ore di delega sindacale.
Contro questo licenziamento, chiaramente discriminatorio, a Parigi
è sorto un "Collettivo di solidarietà con Faty e le
dipendenti di Arcade" che ha messo in atto diverse iniziative di
protesta contro le strutture alberghiere del gruppo ACCOR.
Il Collettivo "Spazi Liberati", accogliendo l'appello a denunciare
pubblicamente questo licenziamento e le condizioni di sfruttamento di
queste lavoratrici in Europa ovunque si trovino alberghi della catena
ACCOR, ha promosso una iniziativa davanti ad un albergo del gruppo a
Milano (via Conca del Naviglio 20), venerdì 24 giugno. Sono
stati distribuiti volantini di protesta e sono stati affissi cartelli
di solidarietà con Faty. Ringraziamo per la partecipazione anche
di compagni del circolo dei Malfattori.
Il Collettivo "S.L."
Volterra: la resistenza sconosciuta
Sabato 2 luglio a Volterra (Pi) il gruppo anarchico Kronstadt e la
locale sezione dell'ANPI hanno organizzato presso il circolo Arci di
Borgo S. Giusto una riuscita serata sulla resistenza anarchica e
libertaria che è divenuta anche occasione per solidarizzare con
i compagni arrestati a Torino, come testimoniato dal grande striscione
rosso nero con la scritta "Contro ogni fascismo – Massi e Silvio
liberi". L'iniziativa, alla quale hanno partecipato una quarantina di
persone, tra le quali alcuni ex partigiani, è stata aperta dagli
interventi degli organizzatori e quindi attraverso la sentita relazione
di Pietro Masello, redattore di Libertaria, si è soffermata
sulla figura di Piero Bulleri, amata e rispettata figura di
antifascista anarchico di Volterra, detto "Bomboniera". Nato e vissuto
in Borgo S. Giusto, Piero Bulleri si avvicinò all'anarchismo fin
da giovanissimo; tanto che, ancora bambino, in occasione di un comizio
a cui era stato portato dallo zio Giulio attirò l'attenzione di
Malatesta. Artigiano alabastraio, nel 1930 venne arrestato, processato
davanti al Tribunale Speciale e quindi condannato a sei anni di galera
per "propaganda organizzativa comunista" assieme ad altri anarchici e
comunisti. Nel 1944 fu quindi partigiano con la 23ª brigata
Garibaldi col nome di battaglia "Varo", assieme ad altri anarchici ed
anche al futuro noto scrittore Carlo Cassola di cui rimase sempre
amico. Ricostituito a Volterra, dopo la Liberazione, il gruppo
anarchico Germinal, Piero Bulleri ne fu tra i principali promotori,
impegnandosi nella diffusione di Umanità Nova e nella
realizzazione di iniziative pubbliche quali la riapposizione delle
lapidi a F. Ferrer e P.Gori distrutte dai fascisti, ancora oggi
visibili nel bel centro di Volterra. Dopo aver riannodato questo filo
di memoria locale, Marco Rossi ha presentato il libro "La resistenza
sconosciuta", edito da Zero in Condotta, ripercorrendo le principali
vicende dell'antifascismo anarchico dal 1919 al 1945.
Un compagno
L'Aquila: Forum Provinciale Salute Mentale contro i CPT
L'indignazione e le manifestazioni di protesta contro il progetto di
costruire un ennesimo Centro di Permanenza Temporanea per immigrati
anche nella regione abruzzese (previsto nelle immediate adiacenze del
carcere di Preturo, circoscrizione del comune di L'Aquila. Vedi
«Umanità Nova», n. 21, 12 giugno 2005) hanno avuto
voce anche in occasione del Forum Provinciale Salute Mentale, tenutosi
a L'Aquila il 29 giugno 2005.
L'iniziativa, promossa dal Coordinamento cittadino NOCPT, dallo stesso
Forum e dalle associazioni di migranti, ha voluto di nuovo sottolineare
la necessità e l'importanza di opporsi e di disobbedire a leggi
razziste e disumane che, in quanto tali, vanno esse stesse a violare il
principale dei diritti umani: la vita e l'autodeterminazione
dell'individuo e dei popoli. (…)
I centri di permanenza temporanea non accolgono individui "disagiati"
ma producono disagio. La reclusione, il "trattamento", la
somministrazione forzata di psicofarmaci ed, infine, l'espulsione di
chi viene definito "clandestino" perché non ha con se i
documenti, perché fugge da situazioni disperate o perché
non riesce a rinnovare un contratto di lavoro – nella maggior parte dei
casi sfruttato o sottopagato – sono elementi di quella che potremmo
definire la non-cultura prodotta e sostenuta dai mercanti del capitale
mondiale.
Bisogna perciò lavorare affinché scompaiano dalle menti
concetti come frontiere, clandestinità, stranieri, nazionalismi,
eserciti, guerre e costituire una realtà nella quale ognuno
riscopra i valori di libertà e responsabilità,
solidarietà e rispetto, progettando e creando il proprio modo di
essere e di fare, diventando costruttore consapevole della propria
quotidianità.
Da un comunicato del Coordinamento Cittadino NoCPT
Milano: luglio libertario
La settima rassegna del Luglio Libertario 2005 alla Cascina
Torchiera senz'acqua di Milano si è chiusa dopo 3 giorni di
dibattiti, workshop, laboratori autogestiti e musica.
Siamo arrivati alla 7° edizione e nonostante il tempo ce l'avesse
con noi (ha piovuto tutti e tre i giorni) possiamo dire che
l'iniziativa è pienamente riuscita.
Quest'anno il luglio ha visto la presenza attiva dei Clochard alla
riscossa, il gruppo di persone che aveva occupato il dormitorio di via
Maggianico e lo aveva autogestito per quasi 30 giorni riuscendo a dare
da mangiare e dormire a 240/280 persone (di cui abbiamo già
parlato su UN).
Nei tre giorni il piazzale della Torchiera brulicava di
attività: la sartoria autogestita con le compagne e
compagni della "stilista" Serpica Naro, il laboratorio di
panificazione, il libero baratto, l'officina delle biciclette, il
laboratorio di computer, la presentazione del libro "Open non è
free", e poi banchetti di libri, autoproduzioni, realtà
autogestite o militanti.
I dibattiti sono stati molto seguiti e partecipati soprattutto quello
sull'identità libertaria stimolato anche dalle interviste che i
compagni di Radio Bandita (radio che viaggia nel Web ed è
costituita da compagni libertari ) avevano fatto durante i 3 giorni.
Un'esperienza anche quest'anno interessante, che ha visto la
partecipazione di molti gruppi milanesi provenienti da realtà ed
esperienze diverse ma accomunati dal desiderio di confrontarsi e di
gestire la realtà in modo libertario.
Arrivederci al prossimo anno, almeno speriamo…
REA
Schio antifascista
Da quattro anni, a Schio (VI), città medaglia d'argento della
Resistenza, diviene teatro, con il vergognoso avallo della giunta di
centro-sinistra, di adunate e sfilate nazionali dell'estrema destra
che, col pretesto di commemorare l'eliminazione avvenuta nel luglio
1945 di 54 fascisti in procinto di essere rimessi libertà dal
locale carcere, rivendicano la "continuità ideale" della
Repubblica Sociale Italiana.
Anche quest'anno, il 10 luglio, nonostante varie richieste alle
istituzioni da parte delle forze democratiche per il divieto di tale
adunata, oltre un migliaio di nazifascisti provenienti da tutt'Italia,
capeggiati da Alessandra Mussolini e dal prete sospeso a divinis Giulio
Tam, assieme ai repubblichini reduci di Salò coi loro funerei
labari hanno invaso la cittadina scledense, sotto la protezione di
oltre cinquecento tra poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto
antisommossa, con tanto di blindati ed elicottero.
A presidiare il centro della città e a manifestare in strada la
propria opposizione, circa 700 antifascisti di Schio e Vicenza (secondo
i dati della questura) che hanno aderito alla contromanifestazione
promossa da alcune associazioni partigiane, dal Comitato antifascista
"Malga Zonta", dal coordinamento Libera Zone, dalla CUB, da
Rifondazione Comunista, dai Comunisti Italiani e da altre associazioni,
tra cui quella dei lavoratori senegalesi di Schio. Assenti non
giustificati: DS, Margherita, Cgil, Cisl e Uil che, dopo aver invano
chiesto al prefetto di impedire la sfilata fascista, hanno preso le
distanze dall'iniziativa antifascista.
Il giorno precedente la conferenza stampa di Alessandra Mussolini, era
stata anticipata da un'azione contro il locale che l'ha ospitata.
La manifestazione antifascista si è svolta normalmente,
nonostante alcuni fronteggiamenti con le forze del cosiddetto ordine e
diversi momenti di tensione in piazza Duomo, il primo dei quali
provocato da un dirigente di Alternativa Sociale finito poi
all'ospedale.
Al corteo hanno partecipato, con bandiere e striscione, anche anarchici
e anarchiche di Schio, Vicenza, Bassano, Venezia, Castelfranco, Rovigo.
Nel complesso una buona risposta dell'antifascismo vicentino, ma ormai
non più adeguata a far fronte ad una mobilitazione dell'estrema
destra che ormai ha assunto caratteri nazionali.
UN reporter
Torino: ombre scure sulla città
Sabato 2 luglio i quotidiani locali riportavano con gran rilievo i
comunicati di Azione Giovani. I (post) fascisti si indignavano per la
decisione del tribunale del riesame di scarcerare con obbligo di firma
i due antifascisti anarchici arrestati il 18 giugno. Ricordiamo che in
quell'occasione la polizia aveva caricato violentemente un corteo che
sfilava in città per denunciare l'aggressione a coltellate
subita da due abitanti del Barocchio squat nella notte dell'11 giugno
(cfr. UN 23, 24, 25).
Fin qui niente di strano… Quello che i giornali non scrivono è
l'inquietante notizia che Azione Giovani era informata della decisione
del tribunale del riesame PRIMA dell'avvocato dei due anarchici.
Alle due del pomeriggio del 1 luglio, giorno in cui si era svolta
l'udienza del tribunale del riesame, un giornalista chiama l'avvocato e
durante la telefonata lo informa della protesta dei (post) fascisti. A
quell'ora il legale non aveva ancora avuto alcuna comunicazione sulla
decisione del tribunale. Per non dire dei due diretti interessati che
l'hanno saputo solo molto più tardi. Evidentemente i fascisti
hanno migliori entrature in quell'ambiente…
Un piccolo episodio che la dice lunga sul clima che si vive a Torino.
Una città dove niente e nessuno deve disturbare la pace olimpica
e dove le squadracce fasciste possono scorazzare tranquille di notte
con coltelli e bastoni, perché godono di ampie protezioni.
Tuttavia il lavoro di denuncia e controinformazione, iniziato
efficacemente con il corteo antifascista del 2 luglio, è
proseguito questo sabato con un concerto indetto dal Coordinamento
antifascista torinese svoltosi per maltempo ai Murazzi anziché,
come previsto, ai giardini ir-reali. Buona la partecipazione e la
diffusione di volantini e altro materiale informativo.
Mortisia
Sacco e Vanzetti a Carrara?
Con sorpresa, la mattina del 3 luglio, in un servizio che impegna due
pagine de La Nazione, scopriamo che i due compagni, prima di andare
negli Stati Uniti, sarebbero passati di qui. I due risulterebbero
pugliesi e illetterati. Redigiamo dunque una rettifica di cui
riportiamo alcuni stralci:
"In merito agli articoli sul presunto soggiorno carrarino di Nicola
Sacco e Bartolomeo Vanzetti occorre chiarire alcuni argomenti che
storicamente risultano del tutto infondati (…).
Interessante da un punto di vista sociologico che le figure di questi
due martiri della libertà e del popolo siano cosi benevolmente
ricordate dal popolo stesso tanto da indurre a intesservi sopra
una specie di soap opera casalinga, ma se questo ci può
lusingare, conviene ad onor del vero ancora una volta spezzare una
lancia a favore di una pagina tanto importante nella lotta per
l'emancipazione umana.
Dei "due bravi ragazzi" uno soltanto era pugliese, Sacco, che per
l'esattezza era nato in quel di Torremaggiore (FG), il 22 aprile 1891,
l'altro Bartolomeo Vanzetti (11-06-1888) era del paese di Villafalletto
in provincia di Cuneo, che senza timore di smentita non è
esattamente in Puglia...
Di entrambi si sa che frequentarono le scuole locali (ognuno al paese
proprio) e che in conseguenza erano entrambi capaci di scrivere una
qualche cartolina come testimoniano le numerose lettere e le copiose
note autobiografiche scritte durante il carcere.
Dei due si sa anche che si imbarcarono alla volta degli Stati Uniti
d'America entrambi nel mille e novecentootto, ma da due porti distinti
e in due date diverse (…).
Storicamente è improponibile anche che i due si conoscessero
prima del 1916... ben difficile quindi che fossero a Carrara nel
periodo che va dal 1915 al '18, anche perché essendo entrambi
proletari in tale periodo, anziché a piantare ortaggi sarebbero
stati spediti al macello (della) Grande Guerra.
Esistono numerose pubblicazioni sull'argomento che ci inducono quindi a
screditare le "clamorose rivelazioni" apparse sul vostro giornale,
pubblicazioni che sono a disposizione di tutti al circolo Goliardo
Fiaschi e altre, custodite nell'archivio del Germinal, lo saranno non
appena il Comune di Carrara si deciderà a portare a termine gli
impegni presi ormai qualche anno fa.
Gruppo Anarchico Germinal, Circolo Culturale Anarchico Goliardo Fiaschi"
Ma la rettifica non viene pubblicata, malgrado i toni estremamente
contenuti (avremmo voluto denunciarlo per ubriachezza molesta)
perché l'autore di tanta ricerca storica, Romano Bavastro,
è l'ex capo redattore locale del giornale stesso.
Ora, visto il testardo silenzio, stiamo prendendo in considerazione
l'ipotesi, in un futuro non molto lontano, di indire una conferenza
pubblica sul tema, invitando il pennuto di cui sopra.
Qualcuno è disposto a darci una mano?
Alfo e Donato