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Umanità Nova, numero 28 dell'11 settembre 2005, Anno 85

Vertenza Alitalia
Il volo di Icaro?



Mentre scriviamo queste note, la vertenza che vede opposto il SULT all'Alitalia, il ministro Maroni a Cimoli, presidente dell'Alitalia, il SULT a CGIL-CISL-UIL è ancora in corso.

Il SULT, Sindacato Unitario Lavoratori del Trasporto, nato in opposizione ai sindacati istituzionali e presente essenzialmente nel trasporto aereo aveva indetto uno sciopero per il 30/31 agosto, in opposizione alla legislazione antisciopero, e, dopo l'incontro in questione, lo ha spostato.

"…Maroni ha incontrato il sindacato autonomo. Un solo ma importante obiettivo raggiunto: differimento dell'agitazione dal 30 e 31 agosto (giornate di controesodo in cui lo sciopero non sarebbe stato consentito e sarebbe scattata la precettazione) ad una settimana più tardi. Uno slittamento che può 'consentire di trovare un'intesa annullando così le problematiche tra l'azienda e i lavoratori' secondo il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi che si è congratulato per il senso di responsabilità dimostrato dal Sult. Da parte sua l'organizzazione ha motivato la decisione con la volontà di non interpretare né 'la parte di chi vuole distruggere l'azienda né di chi toglie le castagne dal fuoco'." Da "La Repubblica" del 26 agosto

Un'intervista ad Antonio Martone, presidente della Commissione di garanzia per l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, pubblicata da "La Stampa" del 23 agosto 2005 fornisce una prima chiave di lettura:

"D. Ora partiranno le precettazioni. E se i precettati faranno finta di niente?
R. Scatteranno le sanzioni
D. Che finora, però, non hanno mai spaventato nessuno
R. Non ne sarei così sicuro. La legge parla di una multa che va dai 150 ai 500 euro al giorno per persona. Se questi intendono scioperare il 30 e il 31 rischiano di tirare fuori mille euro a testa. Non mi pare una cosa da niente."

Il tono è indicativo di quale sia la partita in corso. Un sindacato fortemente presente fra gli assistenti di volo, ha deciso di scioperare contro una serie di misure che penalizzano il personale dell'Alitalia.
L'Alitalia rifiuta di trattare con il SULT accampando, come ragione formale, l'articolo 19 dello statuto dei lavoratori che riconosce i diritti sindacali solo ai sindacati firmatari di contratti nazionali.

È interessante notare che, in realtà, il SULT "…ha sottoscritto dal '95 ad oggi almeno quattro contratti collettivi, facendo risparmiare all'azienda, solo con l'intesa del '99, 164 miliardi di lire" come ricorda Paolo Marras, il presidente del SULT in un'intervista a "Il Manifesto" del 23 agosto.

Noi, a differenza del simpatico Marras, non riteniamo sia un gran merito l'aver firmato quattro contratti a perdere per i lavoratori pur di garantirsi l'agibilità sindacale. 

Se una lezione si può, trarre da questo fatto consiste nella consapevolezza che ogni cedimento pone le condizioni per un altro cedimento e per un accrescersi dell'arroganza padronale.

Oggi il SULT rifiuta di seguire l'azienda nella politica di tagli del personale e delle retribuzioni e dell'aggravamento dei carichi di lavoro e a nulla valgono le sue passate benemerenze e dimostrazioni di disponibilità.

Lo stesso Marras, nell'intervista citata, afferma una verità incontrovertibile: "…l'Alitalia vuole adesso controparti sindacali solo deboli con cui intraprendere il nuovo corso…".

E queste controparti non mancano. Nicoletta Rocchi, segretaria confederale CGIL con delega ai trasporti, ha immediatamente dichiarato: "Per risanare Alitalia occorre una visione d'insieme, non si può accettare che alcune categorie si oppongano ai sacrifici. L'azienda fa bene ad andare avanti così e a non subire i ricatti del SULT."

Si tratta di una presa di posizione che ha il pregio della chiarezza: la polemica contro coloro che non accettano i doverosi "sacrifici" e l'obiettivo immediato di spazzare via un sindacato concorrente e, grazie al monopolio della rappresentanza garantito dalla legge, riprendere il controllo dei lavoratori dopo la loro sconfitta concertata con l'azienda.

Che l'operazione riesca è un altro discorso, quello che conta è il fatto che una dirigente nazionale della CGIL prenda questa posizione senza suscitare alcuna rivolta nel gregge delle anime pie antiberlusconiane.
A onor del vero, nella sinistra parlamentare c'è chi si schiera dalla parte del SULT, in primo luogo il PRC, ma è anche interessante valutare questa presa di posizione: "…questioni generali che l'Unione dovrà risolvere positivamente nel suo programma: rappresentanza e diritto di sciopero. Ciò al fine di evitare situazioni inaccettabili, paradossali, kafkiane che complicano anziché semplificare il conflitto e le relazioni sindacali.". da una dichiarazione di Paolo Ferrero della segreteria nazionale del PRC a "Liberazione" del 23 agosto.

è, infatti, evidente che non vi è nulla di kafkiano in ciò che sta avvenendo, l'azienda e i sindacati concertativi vogliono liquidare un sindacato conflittuale e, soprattutto, la resistenza dei lavoratori all'ennesima ristrutturazione dell'azienda e complesse operazioni finanziarie che prevedono finanziamenti di Banca Intesa e di Deutsche Bank che non sono disponibili a investire capitali se non vi sarà l'ennesimo taglio del costo del lavoro. 

Sperare che l'Unione sia disposta liquidare il monopolio della rappresentanza detenuto da CGIL-CISL-UIL è prova di una singolare ingenuità ma riteniamo che non gli si debba attribuire un'attitudine naïve come quella che lo caratterizzerebbe se credesse in quanto ha affermato. 

Sarebbe, di conseguenza, bene tener separate due questioni, quella della libertà d'associazione sindacale e quella della difesa, mediante il conflitto, degli autonomi interessi dei lavoratori. 

Sullo stesso numero di "Liberazione" Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della FIOM, prende le distanze dalla compagna Rocchi, in un'intervista per alcuni versi condivisibile, fa alcune affermazioni singolari: " Nella mancata solidarietà della CGIL al SULT vedo… il ritorno di una subalternità alla CISL e alla sua idea di un sindacato che non è sottoposto a verifiche di rappresentatività se non nel rapporto con la controparte….". Ora che la CISL sia un sindacato ultraconcertativo è un fatto evidente ma presentare la CGIL come "subalterna" alla CISL rischia di provocare risate clamorose. 

Per complicare ulteriormente la situazione è sceso in campo Roberto Maroni, Ministro del Welfare. Come ha già fatto in altre occasioni, Maroni si è espresso per la libertà sindacale e contro CGIL-CISL-UIL. Si tratta di una conseguenza quasi meccanica del suo scarso amore per i sindacati istituzionali. Che vi sia uno scontro secco fra Maroni e Cimoli è assolutamente evidente come dimostra questa dichiarazione rilasciata da Maroni a "La Repubblica" del 26 agosto:

"Il gioco del cerino è finito. Ora non ci sono più alibi, ciascuno si è assunto le proprie responsabilità. E se gli aerei dell'Alitalia resteranno a terra per due giorni, Cimoli non potrà dire che non lo sapeva o che la colpa è dei sindacalisti del Sult. È lui che ha respinto il tentativo di mediazione del governo".

In prima sintesi, siamo di fronte ad una situazione complicata che si gioca su diversi tavoli:

- Il rapporto fra lavoratori aeroportuali ed Alitalia a fronte di una situazione di trasformazione dell'azienda nella fase della privatizzazione e dell'entrata delle banche nella sua gestione.
- Il rapporto fra sindacati.
- Il rapporto fra sindacati e partiti.

È lecita una domanda: perché il SULT decide uno sciopero illegale sapendo quale sarà l'atteggiamento del governo, dell'azienda, della Commissione di Garanzia? Un'ipotesi, che si è verificata infondata è quella che il SULT sia un sindacato disposto alla scontro frontale. Resta quella di una scelta tattica volta a giocare sulle contraddizioni fra segmenti della maggioranza e dell'opposizione parlamentare.

Che questa sia la logica che ha guidato il gruppo dirigente del SULT è evidente se si tiene conto che, a firma dei segretari del PRC, del PdCI, dei Verdi e dell'Italia dei Valori è stato sottoscritto un appello che afferma, fra l'altro:

"Il confronto, anche se acceso, e addirittura lo scontro, tra parti che però si riconoscano quali interlocutori corretti ed istituzionalmente identificabili, è sicuramente una condizione imprescindibile per la corretta gestione del conflitto….Per questi motivi si richiede all'Alitalia di revocare immediatamente la decisione assunta e alle Organizzazioni Sindacali di sospendere conseguentemente le azioni di sciopero indette. Il Governo ed i Ministeri competenti….si devono impegnare per una mediazione che possa riportare il confronto tra le parti a livelli adeguati alle attuali necessità del Paese, dell'azienda e dei lavoratori."

È evidente che il SULT ha incassato un riconoscimento formale da parte di consistenti settori dell'Unione. Un risultato interessante per il sindacato, meno per i lavoratori.

Di ben altro tono è l'appello del Coordinamento nazionale dei sindacati di base del trasporto pubblico locale che è, a nostro avviso, utile riportare per intero:

"Sosteniamo la lotta di tutti i lavoratori aeroportuali
Il coordinamento…sostiene la lotta dei lavoratori aeroportuali ed è contro gli atti di discriminazione del Sult e degli altri sindacati di base del settore aeroportuale.
La lotta dei lavoratori aeroportuali coinvolge tutto il sindacalismo di base e di più tutti i lavoratori che non si sentono rappresentati dai sindacati istituzionali.
In tutto il mondo del lavoro, ogni sindacato e/o movimento subisce discriminazioni, anche quando questi rappresentano la maggioranza o riescono a bloccare le attività produttive del comparto o dell'azienda.
Tutti i lavoratori di tutte le categorie subiscono discriminazioni e attacchi pesanti, soprattutto quando riescono a mettere in crisi l'istituzionalità delle vertenze, come la vertenza autoferrotranvieri dell'inverno 2003/2004.
Occorre costruire un percorso di movimento e di lotta, anche radicale, che veda i lavoratori…protagonisti per obiettivi come il diritto al reddito, alla pensione, alla malattia, alla salute, alla scuola non prescindendo dalla lotta per il diritto di rappresentanza e di sciopero, strumenti fondamentali per perseguire gli obiettivi sopra citati.
…il coordinamento nazionale dei sindacati di base del tpl, è impegnato da sempre e, ancor di più, si impegna sin da ora a creare un percorso di lotta, allargandolo a tutto il mondo del lavoro e al sindacalismo alternativo di base ed autorganizzato."


È, a questo punto evidente, che la vertenza Alitalia, soprattutto se si allargherà all'assieme del settore del trasporto, va seguita con grande attenzione viste le questioni in gioco per quel che riguarda le lavoratrici ed i lavoratori del trasporto e non solo così come va seguita con attenzione e con l'impegno diretto che merita quella della difesa dei diritti sindacali avendo chiaro che non può né deve essere affidata alla mediazione interessata del ceto politico.

Cosimo Scarinzi











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