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Umanità Nova, numero 29 del 18 settembre 2005, Anno 85

Spezzano Albanese: convegno nazionale della FAI
Organizzazione e libertà



Il 10 e 11 settembre a Spezzano Albanese, sede ospitante il terzo e ultimo convegno precongressuale della FAI, compagne/i federati provenienti da Torino, Trieste, Jesi (AN), Roma, Napoli, Palagiano (TA), Grimaldi (CS), Palermo, Trapani insieme, naturalmente, alle/i compagni della Federazione Anarchica Spixana e con la partecipazione di numerosi compagni osservatori, soprattutto calabresi (Cosenza, Rende, Alto Tirreno Cosentino, Spezzano Albanese, Rossano), ma anche campani e pugliesi, all'incirca una quarantina di partecipanti hanno dato vita, sui punti all'odg ("organizzazione: ruolo e forma dell'organizzazione anarchica"; "odg del Congresso di Carrara del 29 ott./1 nov. 2005"; con l'aggiunta fra le varie ed eventuali del seguente punto approvato dal convegno: "organizzazione lavori congressuali", ad un confronto a più voci sereno e costruttivo, la cui sintesi è riportata nelle tre mozioni approvate all'unanimità.

Una nota senza dubbio positiva, che va ulteriormente ad arricchire di contenuti le tematiche di dibattito del XXV° Congresso FAI, ormai alle porte (29 ott./1 nov. 2005, Carrara).

Altra nota positiva, registrata nel corso dell'incontro, è stata la comunicazione, data da un compagno federato del luogo, riguardante nuove richieste di adesione alla FAI, provenienti non solo dal luogo, e dunque rivolte alla Federazione Anarchica Spixana, ma anche dal territorio calabrese, e cioè dall'Alto Tirreno Cosentino (da parte di un gruppo di compagne/i) e da un compagno di Rossano (CS). Nota positiva, quest'ultima, che in terra calabra, stando agli ottimi rapporti di confronto fra compagni anarchici, si proietta verso la nascita di una Federazione Anarchica del Cosentino, comprendente le realtà di gruppo e individualità di Spezzano Albanese, Alto Tirreno Cosentino, Grimaldi e Rossano. 

Una costituenda realtà anarchica federata a livello provinciale, che, riconoscendosi pienamente nel metodo che è proprio dell'anarchismo sociale, e dunque dell'organizzazione anarchica di sintesi, si propone di mantenersi aperta al confronto non solo con le altre realtà del coordinamento degli anarchici e libertari calabresi, comunque attenti e partecipi alle iniziative della FAI, ma anche con quanti si impegnano nel sociale per un radicale cambiamento dello stato di cose presenti, per una società altra, realmente egualitaria ed autogestionaria.

Sicuramente buoni auspici che ci spronano ad agire ed a pensare al nostro prossimo Congresso di Federazione come ad una vivace e costruttiva palestra di confronto, atta a promuovere analisi, idee, proposte ed iniziative di libertà che possano essere raccolte da quanti lottano nel sociale per un mondo nuovo, dove non ci sia più posto per le guerre, il razzismo, lo sfruttamento e l'oppressione dell'uomo sull'uomo.

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Di seguito il testo della mozione approvata sul tema dell'organizzazione.

"Organizzazione: ruolo e forma dell'organizzazione anarchica"

Le compagne e i compagni riuniti il 10 settembre 2005 a Spezzano Albanese in occasione del Convegno nazionale della Federazione Anarchica Italiana hanno sviluppato le seguenti analisi a partire dai contributi e dai documenti presentati dai gruppi locali e dalle individualità nonché dal dibattito scaturito durante l'incontro. 

In un clima di sereno e costruttivo confronto, l'assemblea ha affrontato e sviluppato l'ordine del giorno su "Organizzazione: ruolo e forma dell'organizzazione anarchica".

L'obiettivo fondamentale dell'organizzazione anarchica è offrire a tutti la possibilità di partecipare e decidere in senso politico e sociale sulla gestione dell'esistente.

La storia dell'anarchismo sociale ha sempre smentito con la teoria e con la prassi la falsa equazione secondo cui non può esserci organizzazione sociale al di fuori di una cornice autoritaria, verticista e gerarchica. Al contrario, gli anarchici hanno sempre proposto, sforzandosi di attuarlo in forme molteplici, un modello di società alternativa e irriducibile a quella fondata sul potere, l'ingiustizia, lo sfruttamento e la sopraffazione. 

La società che vogliamo trova il suo fondamento nella libertà, nell'uguaglianza, nella giustizia sociale e poiché per noi la coincidenza tra mezzi e fini è essenziale per la realizzazione della liberazione sociale, anche l'organizzazione deve rispondere a quei criteri di orizzontalità e mutua solidarietà sui quali si basa il nostro progetto rivoluzionario.

Il gradualismo rivoluzionario è il mezzo-fine cui facciamo riferimento e che è proprio dell'organizzazione anarchica così come la intendiamo: la prefigurazione in atto della società futura. Questo percorso ha in sé i caratteri della distruzione di ogni potere, una distruzione che è di per sé atto creativo perché supportata da un progetto reale di costruzione di un mondo nuovo.

La distruzione del potere avviene anche attraverso la costruzione quotidiana di una società diversa attraverso l'autorganizzazione delle lotte e l'autogestione cioè l'azione diretta. L'organizzazione antiautoritaria è dunque palestra per l'attuazione pratica nell'oggi della società di domani perché proprio in essa si prefigurano e si realizzano nuove forme di relazione politica e sociale.

L'organizzazione anarchica che può garantire al meglio massima capacità decisionale per tutte e per tutti è l'organizzazione di sintesi intesa come aggregato plurale e pluralista che comprendendo diverse sensibilità e differenti visioni dell'anarchismo garantisce un livello di trasparenza decisionale e politica che contribuisce ad evitare involuzioni autoritarie: i rapporti sociali libertari si definiscono tali perché a tutti è garantito l'accesso al confronto e alla deliberazione. La federazione è dunque la forma di organizzazione anarchica per eccellenza, in cui non c'è centro e periferia, poiché il processo decisionale è dinamico orizzontale, libero e trasparente.

La volontarietà della partecipazione all'organizzazione di sintesi è strettamente connessa al principio secondo il quale le decisioni prese vincolano esclusivamente chi le sottoscrive, a meno che non si tratti di deliberazioni riguardanti l'essenza stessa della federazione.

L'organizzazione anarchica non deve essere autoreferenziale poiché essa – in quanto prefigurazione di una società altra – non deve essere un oggetto a uso e consumo dei soli anarchici bensì modello proponibile a chiunque e radicata nel tessuto sociale.

Auspichiamo che sin dal prossimo congresso la Federazione dia vita ad un dibattito atto all'elaborazione di un programma di intervento e di azione politica che sia punto di riferimento per le compagne e i compagni che intervengono nel sociale. 

Le compagne e i compagni riuniti a convegno nella consapevolezza dell'esistenza di diverse attenzioni e volontà alla questione organizzativa, ribadiscono la validità dell'attuale patto associativo come momento di sintesi condiviso collettivamente, come strumento organizzativo coerentemente anarchico. 

È altresì necessario aggiornare le caratteristiche dell'intervento delle/i compagni alla luce dei molteplici cambiamenti della società e delle mutate esigenze che la Federazione deve soddisfare per rispondere alle sfide di fronte alle quali ci troviamo ogni giorno.

L'adesione alla Federazione Anarchica Italiana è per gruppi e individualità: entrambe le forme di adesione sono legittime, anche se risulta chiaro che, per una organizzazione di sintesi federalista quale è la FAI, il ruolo svolto dai gruppi è fondamentale per la loro funzione di raccordo tra il singolo militante e l'aggregato collettivo. 

C'è bisogno, in tal senso, di un'analisi approfondita che renda visibili le attività in cui sono impegnati i gruppi e le individualità proprio per capire quali e quante sono le risorse a disposizione della Federazione affinché si accentui il coordinamento tra le varie realtà stesse. La sintesi va interpretata anche come risultato di un'analisi comparativa riferita all'intervento politico dei vari gruppi e delle varie situazioni.

Nello specifico, la verifica delle adesioni e della continuità nell'impegno dei gruppi e delle individualità federate è compito della Commissione di Corrispondenza.

Bisogna rivalutare l'essenza federale del nostro aggregato senza perdere di vista la natura anarchica dell'organizzazione e del suo agire cercando di andare oltre le urgenze per dettare tempi autonomi di elaborazione e lotta. Questo è possibile se la Federazione riesce a valorizzare le sue risorse a livello locale andando a sostenere tutte quelle situazioni che soffrono un isolamento e partendo da una lettura consapevole e analitica dei contesti socioeconomici che aiuti a calibrare al meglio l'intervento politico.

Le commissioni di lavoro, fatta salva la loro autonomia e la loro capacità critica di elaborazione e proposta politica, devono poter contare su un mandato federale che dia un indirizzo politico di ordine generale in cui muoversi e che i congressi e convegni, di volta in volta, possono modificare a seconda delle mutate esigenze. Le commissioni di lavoro sono strumenti necessari che vanno migliorati e sviluppati per affrontare specificamente campi di intervento in cui le anarchiche e gli anarchici sono impegnati.












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