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Umanità Nova, numero 29 del 18 settembre 2005, Anno 85

Pisa: contro la propaganda militarista
Acrobazie mortali



Immediatamente dopo la guerra e il militarismo, la cosa peggiore è la loro propaganda diretta o indiretta, specialmente quando è chiaramente finalizzata agli interessi economici dei fabbricanti di armi.

Sabato 10 settembre si è svolta a Pisa la "Giornata dell'aria" che aveva come evento centrale il "pensionamento" dell'aereo G-222 e la presentazione del suo sostituto. Il velivolo in dismissione è un apparecchio che nei suoi oltre venticinque anni di attività ha operato in tutti i teatri di guerra: dalla Somalia ai Balcani, dall'Afganistan all'Iraq, svolgendo importanti compiti di supporto ai massacri militaristi. A sostituirlo arriverà il C-130J della Lockheed, un aereo ovviamente più moderno e versatile e quindi maggiormente adatto all'attuale clima di conflitto permanente.
L'aeronautica italiana ne ha già ordinati 22 al modico prezzo di 23 milioni di dollari l'uno, accessori esclusi.

La manifestazione di Pisa prevedeva anche il solito contorno patriottardo composto da lanci di paracadutisti della Folgore, esibizioni di aerei ed elicotteri da guerra, simulazioni di operazioni belliche e gran finale con le frecce tricolori. Le veline degli organizzatori, riprese supinamente sui giornali locali, annunciavano la presenza di una folla oceanica osannante.

L'intera iniziativa è stata sponsorizzata non solo dall'industria produttrice dell'aereo che ha il suo chiaro interesse ma anche dall'amministrazione comunale e provinciale di Pisa entrambe "rosse" (di vergogna) da sempre. Patrocinio che non si è limitato ad una semplice firma su un manifesto ma che pare abbia comportato anche un contributo di 50 mila euro. Alle inevitabili critiche i politici democratici al potere hanno risposto dicendo che l'aereo in questione è stato usato anche in attività non direttamente legate ai conflitti armati, tipo lo spegnimento degli incendi e le missioni di soccorso, come se le critiche fossero state mosse a questo genere di attività e non a tutta la retorica militarista e patriottica che inevitabilmente accompagna manifestazioni del genere.

Questa "festa" si è inserita in un contesto particolare: da qualche mese circolano voci e progetti a proposito dell'ampliamento della famigerata base di Camp Darby, che è già una delle più grandi d'Europa, e - paradossalmente - proprio in questi giorni è stato confermato il prossimo licenziamento di 86 impiegati civili della stessa base. Due eventi tra i quali le amministrazioni locali riescono a malapena a barcamenarsi, fra gli attacchi del centro-destra che le accusano di scarso patriottismo e quelli della sinistra riformista che continua inutilmente a chiedere una maggiore coerenza pacifista.

Il pomeriggio di sabato 10, mostrando la sua attuale debolezza e in ordine sparso, il movimento contro la guerra ha comunque fatto sentire la sua voce fuori dal coro. Alcuni attivisti hanno volantinato davanti all'aeroporto e la Critical Mass, attrezzata per l'occasione con apposite ali colorate, dopo aver portato per le strade della città la sua protesta, ha pedalato fino al blocco della polizia che impediva di avvicinarsi troppo ai cancelli della stazione aerea. All'iniziativa ha partecipato anche il ciclista critico che il giorno precedente, mentre stava affiggendo un manifestino, era stato aggredito da un esagitato che gli ha provocato la frattura della mano sinistra.

Un aspetto positivo della giornata è stata, nonostante il grosso battage pubblicitario, la scarsa partecipazione popolare alla rappresentazione, molto molto lontana dalle centomila persone annunciate. Il che significa che la propaganda ha funzionato peggio di quanto sperato dai signori della guerra e dai loro fiancheggiatori.

E, dopo questa ennesima manifestazione di sudditanza al potere economico e militarista, sarebbe meglio che l'amministrazione provinciale di Pisa tirasse via dal suo balcone quella scolorita bandiera della pace che vi pende ipocritamente da qualche anno.

Caotico-info - Pisa












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