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Umanità Nova, numero 30 del 25 settembre 2005, Anno 85

New Orleans: dopo Katrina, gli affari
Chi crepa e chi guadagna



Gli esperti dell'Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, già dal 2001 ritengono certo che gli eventi naturali estremi, e tra questi gli uragani, sono destinati a divenire sempre più frequenti e l'aumento potrebbe essere una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Secondo meteo France, negli ultimi 30 anni si contavano in media 10-11 cicloni ogni anno mentre dal 1995 in poi si è passati a 12-14. Meteo France ha anche provato a elaborare un modello matematico, da cui risulta che il numero degli uragani è direttamente proporzionale alle emissioni di gas serra.

Un disastro annunciato

Si possono trovare numerosi articoli scritti ben prima dell'arrivo di Katrina che dimostrano come New Orleans fosse una città ad elevato rischio (Houston Chronicle del 12/01/01). Nel 1927 la città della Louisiana aveva già subito le conseguenze di un'inondazione, di fatto la zona si presenta come una "scodella" circondata da argini che a sud sbarrano la via alle acque del fiume Mississipi e a nord contengono quelle del Lago Pontchartrain. Il fondo di questo bacino si trova circa 4 metri sotto il livello del mare, lo sforzo per tenere asciutta quest'area non fa altro che farla ulteriormente sprofondare. 

Infatti, le decine di pompe che sono costantemente in funzione mandano l'acqua nel lago che sta a monte, il drenaggio del suolo richiama altra acqua che di nuovo viene pompata via. Questo ciclo favorisce il fenomeno che geologicamente si definisce di subsidenza, vale a dire un lento ma continuo sprofondamento. La costa paludosa che separa la città della Louisiana dal mare, se fosse sufficientemente ampia, svolgerebbe un fondamentale ruolo nel ridurre le conseguenze degli uragani che si formano nel Golfo del Messico.

Nel passato, una politica ambientale scriteriata ha drasticamente ridotto questa fascia di protezione ed anche se, negli anni '90, è partito un progetto per la difesa degli acquitrini costieri gli esperti dicono che i provvedimenti sono inadeguati, paragonandoli alla somministrazione di un aspirina ad un malato di cancro. La situazione è aggravata dal fatto che le canalizzazioni e gli argini costruiti lungo il corso finale del fiume Mississipi impediscono la deposizione dei detriti nell'area del delta.

Comunque, per come si è sviluppata la città era necessaria un'opera di rafforzamento e manutenzione degli argini, lo si deduce dalle dichiarazioni di Walter Maestri, capo della protezione civile per la provincia di Jefferson / Louisiana: "Sembra che il denaro sia stato spostato nel bilancio presidenziale per gestire la Sicurezza Nazionale e la guerra in Iraq, e presumo che questo sia il prezzo da pagare… Localmente nessuno è contento che gli argini non possano essere terminati e stiamo facendo tutto quel che possiamo per far presente che questa per noi è una questione di sicurezza" (Times - Picayune del giugno 2004). Funzionari comunali, statali e il Genio Militare avevano richiesto ripetutamente finanziamenti per rinforzare gli argini; non solo queste richieste non hanno avuto riscontro positivo, ma l'amministrazione Bush ha tagliato i fondi già stanziati del Genio Militare di New Orleans di 71,2 milioni di dollari, determinando una riduzione del 44,2% dal 2001.

Il dopo Katrina

Ora, dopo Katrina, il nuovo piano urbanistico potrebbe prevedere l'abbandono delle zone più basse e vulnerabili, che potrebbero fungere da fascia di interposizione per gli allagamenti, ripristinando in parte la logica originaria dell'insediamento quando si sceglievano sempre i terreni più elevati da adibire a residenza. Quelli più bassi fungevano da scarico in caso di forti piogge. La minor attenzione agli equilibri ambientali ed una speculazione edilizia più aggressiva hanno invece trasformato queste zone in aree residenziali riservate alla popolazione meno abbiente. Sono soprattutto queste le zone che sono state disastrosamente allagate in seguito alla rottura di alcuni argini dopo il passaggio dell'uragano.

Ci sono zone della città come il quartiere francese, l'uptown, il central business district, scampate agli allagamenti dove i prezzi delle abitazioni sono già saliti del 10 - 15%. A Baton Rouge, la capitale che sorge a poca distanza da New Orleans, i prezzi  delle case sono decollati in un mercato dove la speculazione permetterà grandi affari ai proprietari di immobili.

Sono soprattutto gli evacuati della classe media che mettono radici altrove. Dopo Katrina, a Baton Rouge il prezzo medio di un'abitazione è salito di 25 mila dollari fino ad arrivare a 200 mila dollari. Uno studio legale di New Orleans ha comprato 50 case a Baton Rouge, senza neppure vederle.

Il presidente Bush, in uno dei suoi discorsi con cui cerca di riguadagnare consenso tra l'opinione pubblica, ha detto: "Spero che i programmi d'aiuto possano generare nuove opportunità per coloro che hanno vissuto anni di povertà e ingiustizia." 

Questa volta il compito è arduo perché, oltre alle scelte del suo governo, si sono mostrate in tutta la loro fragilità le strutture dello stato ed il modello stesso di società che si vuol propagandare come l'unico possibile. L'impero del consumismo, dei capitali, della democrazia "da asporto", scopre la povertà, la disuguaglianza, l'ingiustizia sociale, la discriminazione, la debolezza della propria capacità organizzativa ed operativa. Nel momento in cui è necessario salvaguardare la vita dei propri cittadini la super potenza è incapace di fornire risposte che non siano militari. Sarà difficile cancellare le immagini delle pattuglie di poliziotti che puntano le armi contro giovani e meno giovani che escono dai magazzini con qualche borsa piena di merce, impressionante ed incomprensibile anche l'azione dei reparti della guardia nazionale che rastrellano la città come se fossero a Baghdad. 

Gli intrappolati sui tetti delle case di oggi corrispondono a quel 30% del mezzo milione di residenti, classificato "sotto il livello di sussistenza" dal censimento del 2000, i "cuori teneri" che scoprono la realtà solo dopo aver visto le immagini televisive hanno almeno la scusante di non essersi presentati alla competizione per l'elezione presidenziale, lo stesso non vale per il sig. Bush. 

Comunque, oltre alle parole contano i fatti quindi diamo un'occhiata alle prime informazioni che riguardano il processo di ricostruzione.

Chi ci guadagnerà

Le azioni delle società che potrebbero intervenire nelle opere di recupero hanno già registrato dei rialzi: Caterpillar è salita del 6%, Astec Industries (costruzioni stradali) del 13%, le quotazioni sono aumentate anche per la cementiera Texas Industries e per la Nucor (acciaio). Le prime decine di miliardi di dollari stanziati dal presidente sono solo l'inizio. Saranno necessari 200 miliardi di dollari per completare il programma di soccorso e ricostruzione del dopo Katrina, un sostanzioso piatto su cui mettere le mani.

Tra i beneficiari dei primi contratti stipulati troviamo: la Shaw Group Inc., la Bechtel National Inc per la fornitura di abitazioni d'emergenza (due dirigenti della società sono da poco entrati nella squadra del governo Bush), la KBR, consociata Halliburton, incaricata della riparazione delle basi navali. Una società, quest'ultima, che pur essendo coinvolta in diverse inchieste di corruzione rientra sempre nel novero delle aziende preferite dall'amministrazione. Strano a dirsi, ma nel marzo scorso Joe Allbaugh, che è stato direttore della FEMA (Federal Emergency Management Agency) nei primi due anni dell'amministrazione Bush, è diventato socio della KBR, lo stesso personaggio ha organizzato la campagna di Bush per l'elezione a governatore del Texas nel 1994 e quella presidenziale del 2000.

Sia la Bechtel che la Halliburton hanno ottenuto remunerativi contratti in Iraq, come accennato poco fa, la Halliburton è al centro di alcune indagini; una è relativa ad una tangente che la società avrebbe versato per assicurarsi la costruzione di un impianto di estrazione di gas naturale in Nigeria, interessante sapere che a quel tempo Dick Cheney, oggi vicepresidente, era uno dei dirigenti.

Altro caso riguarda l'appalto per lo spegnimento degli incendi dei pozzi petroliferi iracheni assegnato alla stessa dagli ingegneri dell'esercito USA senza regolare gara nel marzo del 2003.

Poi ancora la fatturazione gonfiata di pasti per i militari di stanza in Iraq, un 36% in più di quelli effettivamente serviti; la lista sarebbe molto lunga ma credo che questi esempi siano sufficienti per comprendere quanto sia fitta la rete di rapporti più o meno legali e trasparenti che collegano alcuni rappresentanti del governo e le società che, con gli incarichi federali, si riempiono le "tasche".

Si sa, in ogni situazione bisogna darsi da fare, c'è chi ci riesce e chi no.

I neri di questa città, la maggior parte dei quali appartengono alla categoria dei diseredati, ad esempio, sono finiti sott'acqua o, i più intraprendenti, hanno trovato scampo sui tetti dove sono rimasti anche per giorni. Quelli che avevano lasciato prima le loro case sono stati ammassati come bestie nei vari superdome, templi dello sport statunitense ma del tutto inadatti a contenere i disperati sopravvissuti ad una catastrofe di tali dimensioni. Altri ancora si sono fatti trasportare (a gratis) nei campi profughi dove, dietro transenne metalliche, sorvegliati da soldati perfettamente equipaggiati e con le armi spianate, stanno lì in attesa di salire su un altro autobus di cui non conoscono la destinazione.

Così va il porco mondo, ognuno decida da che parte stare.

MarTa













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